Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature

Leonardo Becchetti

Laudato si’, n. 20
Esiste un equilibrio di base tra le varie dimensioni del vivere (creazione di valore economico e lavoro, demografia e famiglia, salute, qualità dell’ambiente) che abbiamo perso; abbiamo così creato una serie di emergenze tra di loro correlate ed interdipendenti, che mettono continuamente a rischio la nostra vita sul pianeta. La crisi demografica, quella del senso del vivere, quella economica – che interessa dignità del lavoro, scartati e diseguaglianze – e quella ambientale sono tutte tra di loro connesse e dipendenti, come ci ricorda la Laudato si’.
Esse nascono dall’antropologia distorta di un essere umano che costruisce un rapporto sbagliato con tecnologia e consumi e perde la capacità di entrare in sintonia e in armonia con la creazione.

Per un “ben-vivere” resiliente
Il tema ambientale è uno di quelli centrali ed è una spia di questi squilibri. Oggi produciamo troppi rifiuti (il 25% di quanto è stato prodotto dalla nascita di Cristo ad oggi è arrivato dopo il 2000), abbiamo generato un’emergenza climatica legata al riscaldamento globale e all’emissione di gas serra che già oggi si traduce in maggiore rischio ambientale e idrogeologico, produce danni e calamità e riduce il valore delle attività economiche più esposte al rischio ambientale. Infine, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che precedono la pandemia del Coronavirus ogni giorno in Italia 219 morti sono attribuibili a malattie legate all’inquinamento.
Anche l’enorme sproporzione degli effetti del Covid-19 nelle diverse aree del mondo è ricollegata da numerosi studi (due in particolare negli Stati Uniti e in Italia) allo stesso problema dell’inquinamento. I dati provenienti dai morti e dai nuovi contagi giornalieri nelle contee americane e nelle provincie italiane sono coerenti con numerosi studi della letteratura medica che indicano come l’esposizione prolungata alle polveri sottili riduce l’efficienza dei polmoni nella risposta a virus che producono malattie respiratorie.
La risposta a questi problemi non è la decrescita ma una visione di “benvivere resiliente” che sa mettere assieme le diverse esigenze di creazione di valore e lavoro, salute, qualità dell’ambiente, capacità di conciliare vita di lavoro e famiglia.
Per tornare all’esempio oggi più al centro dell’attenzione le polveri sottili dipendono per il 57% dal riscaldamento domestico, per un 10% ciascuno da trasporti, fonti di energia, produzione agricola e industriale. Solo il 6% del fenomeno è fuori dal nostro controllo dipendendo da agenti atmosferici.
La direzione di marcia è dunque quella del Green New Deal e di una forte trasformazione che passa attraverso efficientamento energetico degli edifici e modifiche dei nostri mezzi di trasporto, modalità di produzione e stili di vita.

Quattro mani, quattro barriere
Come in ogni campo del nostro complesso vivere sociale la rivoluzione ha bisogno di quattro mani: il mercato, istituzioni illuminate, cittadinanza attiva e imprese responsabili. Il ruolo della terza mano è fondamentale. Già le Nazioni Unite nella definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile riconoscono che nessuna transizione verso la sostenibilità è possibile senza l’apporto fondamentale delle scelte quotidiane di ogni giorno dei cittadini con i loro stili di vita.
La via d’uscita dalla pandemia del Covid-19 è anch’essa a quattro mani. Senza l’adesione di ciascuno di noi allo slogan martellante del #restiamoacasa non c’è soluzione possibile.
Se quest’enorme sforzo di coordinamento di tante piccole scelte individuali virtuose lo riproponiamo per la soluzione del problema generale il mondo cambierà. Se sostituiamo #restiamoacasa con #votiamocolportafoglio per i prodotti delle imprese leader nel coniugare qualità del prodotto, sostenibilità ambientale e dignità del lavoro la trasformazione avverrà.
Per realizzarla dobbiamo però superare quattro importanti barriere: la mancanza di consapevolezza che il nostro destino è nelle nostre mani, la limitatezza dell’informazione che abbiamo a disposizione per le nostre scelte, la difficoltà di coordinare le nostre decisioni (ma l’esempio del #restiamoacasa della pandemia dovrebbe averci insegnato qualcosa, il coordinamento del #votiamocolportafoglio richiede sacrifici infinitamente minori) e le difficoltà economiche. Una reazione umana di fronte a grandi problemi è quella di scomodare i massimi sistemi, i grandi pensatori, i poteri forti pensando che solo da loro possa arrivare la soluzione. Spesso questo diventa un alibi per inerzia e passività. Il cambiamento può arrivare solo se parte da noi, dalle nostre scelte e stili di vita.
Abbiamo oggi in realtà se ci guardiamo intorno già tantissimi strumenti e possibilità di azione per realizzare l’obiettivo.
Informandoci e mettendo in rete persone e realtà generative possiamo dare un contributo fondamentale al bene comune.

* Docente di Economia politica
Direttore scientifico Fondazione Achille Grandi,
Presidente Comitato tecnico-scientifico di Next

 

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata