L’Italia è il paese del sole e del vento, perché allora dipende così tanto dalle fonti fossili, che paga a caro prezzo in periodi di crisi come questo? È come se un paese ricchissimo di mari e bacini di pesca invece di investire in pescherecci e canne da pesca si ostinasse a importare il pesce a carissimo prezzo dall’estero. Se la Norvegia è arrivata al 66% di energia da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico), perché noi siamo appena al 16%? Non solo abbiamo il bisogno di produrre energia senza emettere sostanze inquinanti e gas che alterano il clima, ma dobbiamo anche sprecarla il meno possibile. Accompagnare l’elettrificazione dei consumi, là dove possibile, con la produzione da fonti rinnovabili è la via maestra per lo sviluppo sostenibile, economico, ambientale e sociale. Già prima dell’invasione dell’Ucraina sapevamo che le fonti rinnovabili erano il futuro per almeno tre motivi fondamentali: la riduzione dell’inquinamento dell’aria e quindi la salute, la riduzione delle emissioni e quindi la lotta al riscaldamento globale, e la convenienza di prezzo. Con le economie di scala realizzate a seguito dell’enorme aumento di produzione globale, eolico e fotovoltaico erano infatti di gran lunga già prima della guerra il modo più conveniente dal punto di vista economico di produrre energia. Oggi purtroppo si è scoperto che i prezzi delle fonti fossili (petrolio e gas) sono molto più volatili e soggetti agli shock.
Questo libro esorta alla conquista dell’indipendenza energetica e di un mondo dove la produzione di energia pulita, diffusa e partecipata diventi, oltre a tutte le altre convenienze, un modo concreto per costruire la pace e prevenire i conflitti. Ed è una sfida che non solo è necessario affrontare, ma anche possibile. Con questo obiettivo il lettore viene condotto attraverso un viaggio che parte dalla valutazione comparata delle diverse fonti di energia. Il libro affronta poi il tema dei limiti delle obiezioni alle fonti rinnovabili analizzando i problemi di intermittenza della produzione (che succede quando non c’è il sole) e delle tecnologie predisposte per fronteggiarli, e la questione dello spazio, del paesaggio e della potenza richiesta alla rete per accogliere l’enorme crescita di produzione da sole e vento che dovremo realizzare nel prossimo futuro. Non mancano le proposte politiche più utili per raggiungere il più rapidamente possibile i due obiettivi coincidenti di transizione ecologica ed emancipazione energetica. Bastano pochi anni per renderci indipendenti dalla Russia, ma in prospettiva anche dal legame con altri regimi non democratici. Quello che serve è una rivoluzione energetica, che sia positiva per clima, salute e stabilità: se vogliamo costruire la pace, è il momento di cambiare l’energia

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata