4-5 gennaio 2025
La Fraternità Francescana Frate Jacopa ha ripreso con gioia, dopo gli anni del Covid e delle alluvioni, la Scuola di Pace nella Diocesi di Faenza dal 4 al 5 gennaio 2025, accogliendo l’invito di S.E. il Vescovo Mons. Mario Toso, che sempre ha accompagnato gli approfondimenti del Messaggio della Pace. Argia Passoni ha introdotto i lavori evidenziando l’importanza di poter riflettere insieme sul Messaggio che ci aiuta a comprendere la via della speranza in atto.
In un contesto drammatico di guerra permanente che in vari modi pervade il nostro tempo, Papa Francesco invita al disarmo materiale ma anche del cuore per guardare alla realtà ponendo il futuro nelle mani di Dio. Il versetto del Padre nostro diventa così fondamento e sprone per avviare un processo di conversione profonda. È un appello in questo nostro villaggio globale a metterci in ascolto del grido dei poveri e della terra, dell’umanità minacciata, perché siamo nati per essere liberi e vivere da fratelli secondo la volontà del Signore. Tutti siamo chiamati a rompere le catene delle ingiustizie per proclamare la giustizia di Dio e avviare quel cambiamento profondo che consente di riconoscerci non solo debitori del Signore e dei suoi doni, ma anche necessari l’un l’altro secondo una logica di responsabilità fraterna e condivisa.
Mons. Toso ha aperto la riflessione proponendo la tematica che guida tutto il testo del Messaggio: tematica teologica che abbraccia la dimensione spirituale e al tempo stesso la sua necessaria espressione sociale e comunitaria (cfr. testo integralmente proposto nel presente “Speciale”).
Ad essa ha fatto seguito la disanima del Prof. Riccardo Moro, docente di economia internazionale e dello sviluppo, sul tema “Giubileo 2025, un impegno di solidarietà e giustizia per costruire la pace”, a partire dal “riconoscere il debito ecologico, rimettere il debito estero…” (cfr. testo integralmente proposto nelle pagine a seguire).
Molto interessante inoltre l’incontro dedicato alle testimonianze della Diocesi di Faenza Modigliana che è stata sottoposta a ben tre successive alluvioni. Sono state in primo luogo portate in presenza dal giovane Matteo Violani, premiato a 17 anni dal Presidente Mattarella come “Alfiere della Repubblica” in rappresentanza di tutti i giovani che hanno aiutato per l’alluvione. L’ intensa testimonianza ha evidenziato importanti passaggi di presa di coscienza in un coinvolgimento prezioso di amici e delle rispettive famiglie assieme ad un rapporto particolare con la Caritas lombarda incaricata a livello nazionale di rispondere alle forti esigenze di aiuti finalizzati al recupero di una ripresa di vita. Al tempo stesso ricercando aiuti di altri giovani che hanno prontamente risposto da molte parti d’Italia. Inoltre con l’individuazione dell’indispensabile supporto psicologico per sostenere le persone più duramente colpite.
Ha fatto seguito la ricca testimonianza di Samuele Marchi, Direttore del Settimanale diocesano “Il Piccolo”, che proprio per il suo compito ha seguito costantemente gli avvenimenti dalla prima all’ultima alluvione, offrendoci un approfondimento di cosa significa fare giornalismo in una condizione come quella che a vissuto Faenza per ben tre volte.
Nella seconda giornata – Domenica 5 gennaio – Mons. Toso ha offerto la possibilità di entrare nel merito di un altro aspetto determinante con la riflessione “Giubileo, evento di tutti?” che ci ha interrogato profondamente (cfr. una traccia è rintracciabile nelle pagine a seguire). E l’incontro si è concluso con la Celebrazione della S. Messa nella Cappella della Casa del Clero, a cui ha fatto seguito il pranzo fraterno con gli ospiti della Casa. Il tutto contrassegnato da una famigliarità che ci ha commosso, vero intenso dono per proseguire il cammino.
A cura della Redazione
Il Cantico
ISSN 1974-2339
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