Incontro con S. Em. Card. Matteo Maria Zuppi

In un clima gioioso nel pomeriggio della Domenica delle Palme con la speciale partecipazione della Casa Rodari ha preso l’avvio l’incontro promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa e dalla Parrocchia S. Maria Annunziata di Fossolo in Bologna con S. Em. il Card. Zuppi.
Ha dato il benvenuto il Parroco Don Stefano Culiersi ringraziando per aver corrisposto all’invito per questo appuntamento ormai tradizionale che ci dà la possibilità di parlare di pace. Negli anni – ha proseguito – abbiamo sempre cercato di fare di questo appuntamento un’occasione di uscita. Siamo stati ospiti di Casa Gianni e di altri luoghi del nostro Quartiere e quest’anno avevamo piacere di valorizzare i nostri vicini di Casa Rodari che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare. Purtroppo il tempo non è stato favorevole per essere ospitati nel loro giardino e li ringraziamo perché si sono prodigati per venire loro da noi.
La Dott.ssa Rita Battistini, responsabile di Casa Rodari, ha ringraziato per l’invito, sottolineando tuttavia che la possibilità di ospitare l’incontro a Casa Rodari sarebbe stata meravigliosa perché vedere entrare persone nella Casa dei ragazzi sarebbe stato molto più significativo per loro dato che Casa Rodari è una casa a tutti gli effetti. Sarà bello comunque condividere qualcosa di nostro – ha proseguito Battistini – attraverso una canzone che i ragazzi hanno preparato per parlare di pace con il loro maestro grazie all’attività teatrale che viene svolta all’interno della nostra struttura. Dopo un’esibizione veramente speciale, Argia Passoni a nome di Frate Jacopa, associandosi al benvenuto a tutti, ha ringraziato in particolare Casa Rodari, che con il loro desiderio di ospitarci ci ha dato una grande gioia, confermata anche dalla trasformazione della nostra Sala, che è stata prontamente abbellita dagli ospiti con ciò che loro avevano preparato per accoglierci nel Parco. E il bellissimo canto eseguito dai nostri amici ci ha donato un messaggio meraviglioso; “non saremo mai soli!”
A tutto questo va unita la riconoscenza più viva a Sua Eminenza che anche quest’anno non è mancato a questo appuntamento della Domenica delle Palme nonostante i suoi impegni sempre più ampi nel servizio alla Chiesa. È bello e importante avere la possibilità di parlare di pace. Viviamo in un tempo che Papa Francesco non esita a definire tempo di policrisi, cioè non una sola crisi, ma qualcosa di molto più ampio in cui convergono cambiamenti climatici, energetici, migrazioni, dimensioni tecnologiche avanzate, mentre la dimensione dell’umano viene depotenziata. Assecondare questa prospettiva utilitaristica significa lasciar passare come unica legge, la legge del più forte.
Un tempo in cui, come sottolinea Papa Francesco, occorre disarmare le parole, per disarmare la mente e poter disarmare il cuore. Ora, cosa significa essere pellegrini di speranza in questo contesto? Significa darsi la possibilità di seminare la pace in definitiva perché la speranza si basa sul rapporto fondamentale con un tu, quel Signore che S. Francesco indica come l’Altissimo Onnipotente Bon Signore: “Tu sei la nostra speranza”. Significa apprendere a rispondere insieme del grande dono della fede e a farlo nello stile della prossimità che, rispetto a povertà, ingiustizie, sfruttamento, guerre fratricide, si fa carico della dignità inalienabile di ogni uomo e della cura del creato affidato alle nostre mani come casa comune della famiglia umana. Tutto questo è una responsabilità, come ci ricorda San Paolo “Siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi”, una responsabilità che prende forma attraverso la testimonianza nella quotidianità.
La straordinaria riflessione che ci ha offerto Sua Eminenza, come si può vedere dalla sintesi proposta a seguire, ci ha davvero fatto comprendere l’importanza della cura per l’indispensabile conversione che cresce nella quotidianità abbracciando l’attenzione al bene comune. Comprendere questo e metterlo in relazione al modo in cui viviamo, pensiamo, agiamo nella nostra vita quotidiana è importantissimo. È indispensabile questo passaggio per rendere fertile quanto il Signore ci ha donato.
A conclusione, il parroco Don Stefano Culiersi ha ringraziato di cuore S. Eminenza per le sue parole, a cui ha unito il ringraziamento alla Fraternità Francescana per l’occasione creata e alla Casa Rodari per la splendida accoglienza. E ha proseguito ringraziando soprattutto per l’incoraggiamento che ci viene da questo pomeriggio, sia per il messaggio dell’Arcivescovo che per il calore di Casa Rodari, a respingere un po’ quel clima rassegnato che ci intossica anche dentro le nostre comunità cristiane in ordine alla pace e ad avere più speranza di seminare insistendo su questo con la strategia della fede anche in questo nostro tempo dove la rassegnazione sembra portare a rinunciare alla pace invece di entrare nelle dinamiche del conflitto. Il canto preparato dagli ospiti di Casa Rodari ha concluso il pomeriggio di vera fraternità e condivisione.

La Redazione