Diocesi di Faenza-Modigliana
3-5 gennaio 2019

Nel Settembre del 2016, il nostro Vescovo Mario Toso ci ha invitato a intraprendere questa nuova avventura del Sinodo diocesano. La motivazione che lo ha spinto a prendere questa decisione è stata la grande partecipazione dei giovani della nostra Diocesi alla GMG di Cracovia; conoscere questi 200 tra ragazzi e ragazze ha rafforzato l’idea che sul nostro territorio vivesse una comunità di giovani viva e ricca di domande, che aveva però il bisogno di creare una rete che catalizzasse le collaborazioni e la vita a un livello diocesano, fondamentale in una realtà piccola come quella di Faenza-Modigliana.
img157 (4)Il lavoro è stato affidato all’equipe diocesana di Pastorale Giovanile, di cui io e Lorenzo facciamo parte (oggi, Ufficio Giovani e Vocazioni) la quale, guidata dal direttore dell’ufficio don Francesco Cavina, ha intrapreso un percorso per conoscere le modalità e le linee guida di questo progetto, che per tutti noi era una novità assoluta. L’anno pastorale 2016/2017, anno ante preparatorio del nostro cammino, è stato per noi l’occasione di radunare idee, pareri, esempi di altre Diocesi che già in passato (o in contemporanea, vedi Diocesi di Padova) avevano celebrato un Sinodo, e ci ha permesso nel Settembre del 2017 di iniziare il nostro Sinodo “Chiamati alla Gioia”, di durata 2 anni.
Il nostro Vescovo ha così nominato una Commissione preparatoria composta da quasi tutta l’equipe di Pastorale Giovanile più altri collaboratori provenienti da associazioni o uffici che si occupano di giovani per creare così una rete trasversale che responsabilizzasse e coinvolgesse tutti in questo lavoro fondamentale; la Commissione si è messa al lavoro per affrontare il primo anno di questo biennio, in cui si è svolta la cosiddetta “Fase di Ascolto”.
Il biennio è stato suddiviso tra “Fase di Ascolto” (primo anno) e “Fase Celebrativa” (secondo anno).
Durante il primo anno, l’intenzione del Vescovo e della Commissione era quella di visitare ogni Unità Pastorale, ufficio diocesano, associazione o movimento che si occupano di giovani in Diocesi, per conoscere e farsi conoscere. L’obiettivo principale di queste visite, che sono andate avanti per tutto l’anno pastorale, è stato quello di prendere coscienza di quale fosse la situazione del momento sul nostro territorio, presentare il progetto del Sinodo che avrebbe visto ognuno di loro protagonista, ascoltare e annotare ogni sorta di dubbio, richiesta, difficoltà e proposta.
Questa raccolta, insieme ad un sondaggio telefonico commissionato all’Università Salesiana di Mestre, e ad altre iniziative volte soprattutto all’ascolto dei giovani presenti al di fuori del contesto parrocchiale (perché è un Sinodo di TUTTI i giovani), hanno composto l’insieme del materiale da cui sarebbero partiti i lavori della seconda fase.
La Commissione durante il primo anno ha posto le basi per il lavoro del secondo anno, in questo modo: componendo la lista dei sinodali, stabilendo un regolamento e scrivendo uno statuto e definendo le macro aree tematiche di cui il nostro Sinodo si sarebbe occupato.
L’assemblea sinodale è stata così composta da 120 membri, tra i quali giovani provenienti da ogni Unità Pastorale, rappresentanti di associazioni o movimenti che si occupano di giovani, consacrati, insegnanti di religione e adulti nominati dal Vescovo.
Fondamentale in questa fase è stata la Consulta diocesana di Pastorale Giovanile, organo nato quasi in contemporanea e in funzione del progetto Sinodo, ma che vuole essere contestualmente uno dei primi frutti del Sinodo, e che solo in questo ultimo anno ha messo in pausa i propri lavori per lasciar spazio alle assemblee sinodali. Si tratta molto semplicemente di un tavolo rotondo che si riunisce periodicamente a cui siedono rappresentanti di tutte le realtà giovanili diocesane, e svolge il ruolo di condivisione di idee, raccolta di suggerimenti e amplificatore delle varie iniziative. È grazie a questo tavolo se siamo riusciti a trovare giovani sinodali da ogni parte del nostro territorio, ed è proprio a questo organo che viene chiesto di riprendere i lavori dopo la conclusione del Sinodo, quale miglior modo per continuare a fare rete.
Il regolamento prevede che questi 120 sinodali si riuniscano una volta al mese per 8 assemblee (suddivisi in 4 gruppi, uno per ogni macro area tematica) durante le quali prenderà forma un documento redatto per articoli che dovranno essere votati nell’ultima assemblea di Maggio 2019, e successivamente consegnato al nostro Vescovo. Rappresentando il pensiero, la volontà e le preoccupazioni dei giovani del giorno d’oggi, il nostro vescovo, accolto questo documento scriverà poi le sue considerazioni e linee guida per i giovani, generate proprio da tutto questo lungo lavoro di ascolto.
Alla luce del materiale raccolto durante il primo anno, la Commissione ha stabilito le 4 macro aree tematiche: Giovani e Chiesa, Giovani e Missione, Giovani e Vocazione, Giovani e Società. Per ognuna di esse ci siamo affidati ad un esperto in materia per redigere il cosiddetto “Testo preparatorio” sulla base del materiale e degli spunti derivanti dal lavoro di ascolto, da cui sono partiti i lavori dei sinodali.
Il 30 Settembre 2018, con una celebrazione in cattedrale presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti, si è ufficialmente aperto l’anno di celebrazione del nostro Sinodo, che si concluderà con un’altra celebrazione e festa il 9 Giugno 2019.
La Commissione preparatoria si è evoluta in Segreteria Sinodo, e ognuno di noi è diventato moderatore nei 4 gruppi, dedicandosi a verbalizzare tutto ciò che viene detto nelle assemblee e curare la scrittura dei documenti bozza. Le assemblee sono entrate nel vivo e le prime 3 già svoltesi hanno dato vita alle prime bozze di documento per ogni area tematica. Nelle assemblee di Gennaio e Febbraio queste bozze saranno analizzate dai sinodali degli altri gruppi, che potranno commentare, riorganizzare e proporre modifiche e nelle ultime tre riunioni i 4 gruppi perfezioneranno i lavori in vista della votazione finale di Maggio.
Io porto una piccola testimonianza del gruppo Giovani e Chiesa di cui sono moderatore insieme ad altri 2 ragazzi. L’argomento trattato è vastissimo e molto profondo, è evidente che sulla Chiesa ognuno ha qualcosa da dire e ognuno si sente protagonista: dall’educatore al giovane educato, dal parroco al laico impegnato, dal semplice fedele al consacrato, e tutti hanno avuto una piccola esperienza di Chiesa nella loro vita, piccola o grande. Tutto ciò è un bene, perché le occasioni di confronto non mancano, ma anche un rischio di perdersi tra i tanti pareri che sono, inevitabilmente, molto soggettivi. Il nostro obiettivo è stato innanzitutto fare comunità, in quanto gruppo Chiesa ci sembrava la condizione fondamentale da cui partire e anche l’unica per rendere vero e aperto il dialogo tra noi. Abbiamo affrontato le prime assemblee in accordo con le altre 3 aree, partendo dall’analisi del nostro testo preparatorio e volendo arrivare ad una bozza così composta: un’icona biblica di riferimento, una descrizione di Chiesa secondo il parere dei giovani sinodali, e un’ultima parte fatta di proposte concrete rivolte a migliorare o rinnovare l’esperienza di Chiesa di tutti i giovani della nostra Diocesi.
A mio avviso il lavoro svolto finora è molto buono, la bozza necessita ovviamente di miglioramenti e approfondimenti, e sono sicuro che passando tra le mani degli altri 3 gruppi tornerà più ricca e completa di prima. Il frutto migliore però rimane la comunione che già stiamo vivendo all’interno dei 4 gruppi, e sono sicuro che anche gli altri tre potranno confermare; tutto ciò è Chiesa, e tutto ciò dovrà far da guida nel futuro della nostra Diocesi.
Giovani, adulti, consacrati, associazioni distanti tra loro, Unità Pastorali, tutti dovranno impegnarsi a fare rete sempre di più, perché è solo dalla comunione che passa il messaggio di speranza che la Chiesa offre al mondo.
E se l’obiettivo primario di questo Sinodo è consegnare una nuova linea comune per la Pastorale Giovanile negli anni a venire, direi che la strada intrapresa è molto buona.
Non sappiamo se questo nostro lavoro contribuirà anche al raggiungimento di una buona politica al servizio della Pace, ma siamo convinti che riaccenda nei giovani uno spirito di responsabilità, che ci auguriamo possa tradursi, un giorno, anche in responsabilità civile.
Questa è la nostra testimonianza di Sinodo diocesano, che per un breve periodo ha visto anche la casuale contemporaneità con il Sinodo mondiale dei Vescovi (sempre sui Giovani). Come Diocesi modesta e piccola invitiamo chiunque voglia riprendere seriamente in mano la situazione dei giovani a valutare seriamente il Sinodo come strumento e parte integrante dell’essere Chiesa; noi ignoravamo il perché e soprattutto il come affrontarlo, ma grazie al nostro Vescovo e una buona dose di Spirito Santo questo cammino sta procedendo a grandi passi.

Matteo Linguerri
Ufficio Giovani e Vocazioni, Segreteria Sinodo

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Il logo del sinodo è suddiviso in 4 parti: il logo della diocesi, lo scafo di una barca, i giovani e la croce.
Il logo della diocesi, per rappresentare la dimensione diocesana del sinodo. Il simbolo poggia sullo scafo di una barca, la barca simboleggia la chiamata dei primi apostoli (Ed essi subito lasciarono la barca e lo seguirono. Mt 4,22) da cui il titolo del sinodo:img155 (4)“CHIAMATI ALLA GIOIA”, la barca inoltre vuole rappresentare: la chiesa che accompagna i giovani a “condividere la via” (Syn-Hodos) e l’invito ad essere missionari per “uscire” e mettersi in ricerca (cercate e troverete).
Sopra il simbolo della diocesi stanno i giovani, con le braccia protese verso l’alto simboleggiano la gioia, per essere stati chiamati ad essere protagonisti di questo importante evento che darà voce alle proprie esigenze.
Le braccia alzate indicano anche il mettersi a disposizione, l’essere pronti alla chiamata.
I giovani sono rivolti verso la croce che spinta dalla forza dello Spirito Santo indica la strada come una stella che in cielo indicava la rotta da seguire.
I colori del logo riprendono i colori del logo della diocesi che posto al centro vuole sottolineare l’importanza dell’ascolto della voce dei giovani della diocesi.

A GONFIE VELE

Si è concluso l’anno scorso il primo triennio della Scuola di Formazione all’Impegno sociale e politico A gonfie Vele. La Scuola è nata da un’intuizione del nostro Vescovo di Faenza-Modigliana Mons. Mario Toso, il quale, recependo la volontà di alcuni ragazzi della diocesi di essere maggiormente preparati sulle tematiche che animavano il dibattito politico della città, ha incoraggiato questo interesse e ci ha spinti a creare una vera e propria Scuola alla quale potessero partecipare tutti i giovani. Con il suo aiuto abbiamo allora creato un percorso che si è articolato in tre anni; ogni anno il corso prevedeva una decina di serate alternando momenti di lezione “frontale” tenuti da esperti in vari campi a momenti laboratoriali, dove potesse emergere il pensiero dei partecipanti alla scuola. Veniva inoltre di volta in volta fornito materiale e documenti che potesse aiutare i ragazzi a formarsi maggiormente sui temi adottati.
Il primo anno abbiamo affrontato alcuni dei punti chiave della Dottrina Sociale della Chiesa: famiglia, economia, lavoro, etc… per scoprire insieme il patrimonio che la Chiesa mette a disposizione a chi voglia affrontare le tematiche sociali e politiche; un patrimonio spesso sconosciuto agli stessi cattolici. Il secondo anno il tema è stato l’Europa, affrontato da diversi punti di vista, fornendo così ai partecipanti gli strumenti base per orientarsi all’interno di un dibattito sulla necessità o meno dell’Unione Europea che oggi è quanto mai attuale. Il terzo anno invece abbiamo deciso di parlare del nostro territorio, incontrando chi si trova ogni giorno a fare scelte politiche per la gestione di un comune o di un ufficio pubblico come assessori e sindaci, chi promuove il lavoro e l’impresa – imprenditori e membri della cooperazione –, e chi si occupa di difendere la vita tramite azioni “politiche” concrete.
Il percorso dopo un primo triennio si è interrotto, per fare il punto sul cammino svolto ma anche per concentrare le energie sul sinodo dei giovani che ha coinvolto la nostra diocesi.
La scuola però ci ha permesso di conoscere persone che ogni giorno spendono la vita per il bene comune, in ogni ruolo della società, a qualsiasi livello, creando anche amicizie che continuano nel tempo. Ha risvegliato inoltre in alcuni ragazzi un interesse alle tematiche sociali e politiche che negli ambienti parrocchiali spesso non viene coltivato, scoprendo che davvero è possibile essere buoni cristiani anche spendendo le proprie energie per portare la forza del Vangelo nella vita pubblica, declinandolo nei valori di una società.

Riccardo Drei