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Circa 30 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di schiavitù: lo denuncia il Global Slavery Index, uno studio condotto in 162 Paesi compilato dall’organizzazione australiana Walk Free Foundation (Wff) e che comprende tra le altre la pratica dei matrimoni forzati e il traffico di esseri umani. Con 14 milioni di schiavi, è l’India a guidare la lista stilata dal Wff, anche se in assoluto – con il 4% della sua popolazione privata della libertà individuale – è la Mauritania che detiene ancora oggi il triste primato di Paese con la più alta concentrazione di vittime al mondo. “Molti governi non apprezzeranno quello che abbiamo scritto su questo rapporto” ha detto il presidente dell’organizzazione Nick Gromo, “ma la nostra speranza è che si rendano conto che il problema va affrontato e noi possiamo aiutarli”. India, Cina, Pakistan, Nigeria Etiopia, Russia, Thailandia, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar e Bangladesh – riferisce l’agenzia Misna – sono tra i più interessati dal fenomeno e insieme raccolgono sul loro territorio circa il 76% degli schiavi moderni. Gli autori dello studio hanno smentito inoltre che le pratiche di riduzione in schiavitù siano collegate al tasso di povertà, sottolineando che tra le cause principali c’è la corruzione e l’impunità dei gruppi criminali che lucrano dalla tratta degli esseri umani. Pur con percentuali minori neanche l’Europa è ‘libera dalla schiavitù’ secondo il rapporto, che rivela come il continente ospiti al suo interno alcune ‘centrali’ del traffico e della tratta di esseri umani. Secondo uno studio della Commissione per la criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro in Europa sono almeno 800.000 le persone residenti in Paesi europei “in condizioni di schiavitù” e 270.000 quelle sfruttate sessualmente.

(R.P.) Radio Vaticana 17/10/2013