Con una giornata dedicata esclusivamente alla catechesi e presieduta da Mons. Romulo Emiliani, Vescovo ausiliare di San Pedro Sula, continua la campagna per la pace nelle carcere organizzata dalla Commissione della Pastorale per i detenuti. L’iniziativa, chiamata “La Paz no tiene rejas” (La pace non ha sbarre), è stata proposta dagli stessi internati, il cui atteggiamento è stato lodato da Mons. Emiliani: “i carcerati vivono intensamente questo momento e chiedono questo tipo di catechesi, incentrata sull’amore per la vita; è bella questa situazione, io sono convinto che molti stanno cambiando il loro atteggiamento verso la vita”. “Abbiamo parlato dell’impegno a vivere con Cristo, di cercare il Signore. Dobbiamo continuare con questa forma di evangelizzazione, perché essi sono pienamente aperti a Cristo”, ha aggiunto il Vescovo, che ha sottolineato come anche la società deve collaborare per dare una mano ai detenuti che terminano la loro condanna.

“Essi hanno tutto il diritto di ricominciare, nessuno è esente da cadere in situazioni difficili. Se ottengono un lavoro decente, le persone con un buon lavoro non hanno tempo di pensare alle cose malvagie”. Il direttore della prigione di San Pedro Sula, Oquelí Mejia Tinoco, ha affermato “siamo entusiasti di ciò che sta accadendo in questi giorni, sappiamo che è un modo di rafforzare la pace. Ormai da più di 60 giorni non si registrano eventi violenti”. “Vogliamo la pace, fermare la violenza, ma non ci può essere pace, se non c’è giustizia. I detenuti devono essere trattati come tutti gli esseri umani, hanno il diritto alla salute, all’istruzione e hanno diritto a una seconda opportunità”, sottolinea Zobeida Mendoza, membro e coordinatrice della Commissione per la Pastorale delle carceri.

(CE) (Agenzia Fides, 04/08/2012)