Nelle Quattro Tempora celebrate fin dai primordi della Chiesa Apostolica e che segnano l’inizio delle quattro stagioni, si domanda al Creatore di benedire i frutti del raccolto o la semina che si sta per effettuare e lo si ringrazia per i doni della terra “la quale ne sustenta et governa”, dice S. Francesco, vedendo in “sora nostra matre terra” la figura di Dio Madre che ci nutre e ci dà vita.
Questi quattro tempi sono figura di un itinerario spirituale di crescita personale e comunitaria a cui possiamo dare il nome di conversione, indispensabile per poter riconoscere nei frutti della terra i doni che Dio elargisce a tutta la famiglia umana sia in senso fisico che spirituale per alimentare in noi i germogli di una vita destinata ad essere piena ed eterna. Così come i frutti della terra, anche le virtù vanno accolte come un dono di Dio. Il cammino penitenziale di una vita virtuosa è “graduale” e scandito in tappe, per aiutarci ad apprendere nuovamente a ringraziare il Signore per tutti i suoi doni e per aiutarci a sentirci investiti del delicato compito di custodirli rispettando il progetto originario del Creatore, senza volerci sostituire a Lui.

A partire dal Tempo del Creato 2022 camminiamo nell’anno celebrando le Tempora, con la preghiera personale, la preghiera liturgica e col digiuno, per alimentare il cambiamento interiore, la conversione quotidiana che sostiene la revisione dei nostri stili di vita.

Invochiamo il Signore perché ci doni l’Umiltà, strada percorsa da Gesù per venirci incontro e camminare con noi conducendoci alla salvezza.

“Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,5-8).

Seguendo Gesù percorriamo la via dell’Umiltà ogni giorno, per essere sempre più Sua immagine e somiglianza, vivendo i Suoi pensieri, sentimenti e azioni verso tutte le creature.

Accogliendo dal Signore il dono dell’Umiltà invocato nella preghiera, in questo tempo d’inverno ci impegniamo a
° rinunciare alle logiche mondane, alla nostra autoaffermazione e autodeterminazione, non vergognandoci della nostra fragilità;
° riflettere sulla chiamata a farci poveri sulle orme di Cristo che si è fatto povero per noi;
° abitare la nostra umanità, riconoscendo e accettando con gioia il nostro essere creature in comunione con le altre creature e il nostro essere figli sempre amati dal Padre.

AZIONE: Riconosciamo che la nostra salvezza viene da Dio e non da noi stessi. Chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo preferito seguire la nostra volontà anziché quella del Signore. Nella preghiera ringraziamo il Signore dei doni ricevuti e chiediamo la forza di non trattenerli per restituirli a Lui, nel servizio ai fratelli.
Lasciamo entrare nella nostra vita personale e familiare un povero che ci insegni a essere essenziali e semplici nella relazione con Dio, con noi stessi, con i fratelli e con tutte le creature.
Nella comunione ecclesiale aiutiamoci a comprendere come l’Umiltà, il farci poveri per amore, sia davvero il cuore della nostra esistenza, non solo davanti a Dio ma anche davanti al mondo.

Nel passaggio da una tappa all’altra delle Tempora verranno proposte occasioni di approfondimento alla luce delle Encicliche “Laudato si” e “Fratelli tutti” per accompagnare la nostra risposta al dono del creato, casa comune dell’unica famiglia umana.

Fraternità Francescana Frate Jacopa

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata