Nelle Quattro Tempora celebrate fin dai primordi della Chiesa Apostolica e che segnano l’inizio delle quattro stagioni, si domanda al Creatore di benedire i frutti del raccolto o la semina che si sta per effettuare e lo si ringrazia per i doni della terra “la quale ne sustenta et governa” dice S. Francesco, vedendo nella “sora nostra matre terra” la figura di Dio Madre che ci nutre e ci dà vita.
Questi quattro tempi sono figura di un itinerario spirituale di crescita personale e comunitaria a cui possiamo dare il nome di conversione o penitenza, indispensabile per poter riconoscere nei frutti della terra i doni che Dio elargisce a tutta la famiglia umana sia in senso fisico che spirituale per alimentare in noi i germogli di una vita destinata ad essere piena ed eterna.
Così come i frutti della terra, anche le virtù vanno accolte come un dono di Dio. Il cammino penitenziale di una vita virtuosa è “graduale” e scandito in tappe, per aiutarci ad apprendere nuovamente a ringraziare il Signore per i frutti della terra e per tutti i suoi doni e per aiutarci a sentirci investiti del difficile e delicato compito di custodirli rispettando il progetto originario del Creatore, senza volerci sostituire a Lui.

A partire dal Tempo del Creato 2022 camminiamo nell’anno celebrando le Tempora, come preghiera personale, preghiera liturgica e anche digiuno, per annunciare il bisogno della salvezza con tutto noi stessi e alimentare il cambiamento interiore, la conversione quotidiana che sostiene la revisione dei nostri stili di vita.

Invochiamo il Signore perché ci accompagni con i suoi doni a rendere onore al suo piano creaturale vivendo la fondamentale virtù dell’umiltà.

“Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29)

Lui si è umiliato facendosi piccolo, povero, fino alla morte in croce, e “ogni giorno si umilia scendendo sull’altare nelle mani del sacerdote” (cf. 1ª Ammonizione FF 142), donando il suo corpo, per restituirci la possibilità di vivere la fraternità con tutti gli uomini e tutte le creature.

Convertiamoci dalla superbia, dal sentirci padroni, all’umiltà che ci permette di assumere la nostra dimensione di creature in ascolto dei grido dei poveri e della terra e di rispondere dei beni ricevuti rinnovando le relazioni costitutive con Dio, con gli altri, con il creato.

In questo tempo di autunno accogliendo dal Signore il dono dell’umiltà, invocato nella preghiera, ci impegniamo
• a smascherare le false sicurezze della nostra vita, a chiedere perdono per quanto sottratto nell’indifferenza complice ai nostri fratelli e ad apprendere con gioia a rendere grazie,
• per comprendere la realta dell’umanità e della nostra casa comune, assumere la nostra vocazione di cura del creato, scegliendo nel discernimento i mezzi per attuarla nella prospettiva di condivisione, vera opera di pace.

AZIONE: Liberiamoci dalle voci che ci distraggono e ci allontanano dalla verità, dedichiamo tempo all’ascolto della Parola per accogliere la sua volontà. Cominciamo in famiglia a fare opera di discernimento sulla nostra quotidianità per intraprendere con coraggio quel processo di sobrietà liberante che concretamente ci pone in cammino per il bene comune.

Nel passaggio da una tappa all’altra delle Tempora verranno proposti punti di riferimento alla luce delle Encicliche “Laudato si” e “Fratelli tutti” per accompagnare la nostra risposta al dono del creato, casa comune dell’unica famiglia umana.

Fraternità Francescana Frate Jacopa

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata