Dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa di Albavilla

Mi sembra bello iniziare il mio “reportage”, ricordando una canzone di Gianni Morandi: “Uno su mille ce la fa, ma quanto è dura l’avventura, in gioco c’è la vita”.
Dopo diverse peripezie e salti ad ostacoli, sabato 23 luglio u.s. il nostro amico detenuto al Bassone di Como Zef Karaci è riuscito a presentare alla cittadinanza, alle autorità e al mondo del volontariato il suo primo libro dedicato alla figura del nostro amato sacerdote don Roberto Malgesini ucciso, ormai da quasi due anni, da un senza fissa dimora che lui stesso aiutava, i fatti ormai sono noti.
Quello che stupisce in questo libro è anche la bella esperienza di conversione dell’autore, vissuta e attualizzata mentre era ancora detenuto al Bassone.
Personalmente, ho avuto occasione di conoscere e collaborare con Zef negli incontri di “Lettura del Vangelo” della domenica, che svolgevamo insieme al venerdì pomeriggio in cappella al maschile, e posso anch’io testimoniare la bellezza di questo cuore trasfigurato dal Signore, davvero in modo unico, profondo e autentico.
Non mi dilungo di più, perché invito a leggere il libro (disponibile nelle librerie) e scoprire la radicalità con cui Zef si è affidato al Signore, come si è lasciato plasmare dalla Grazia, come ha ricevuto il perdono di Dio mentre viveva ancora ristretto. Aggiungo, ma questo non è scritto nel libro, che era una presenza significativa non solo nella sua sezione, la sesta, ma anche in tutto il carcere; sempre disponibile, sorridente, in aiuto a chi vedeva triste o avesse bisogno di un consiglio.
Anche se la sua permanenza nella struttura, nei suoi lunghi anni di detenzione, non è sempre stata facilitata, poco creduto nel suo cambiamento interiore e da qualcuno guardato con diffidenza. Pazienza per chi non l’ha capito, i fatti hanno dimostrato altro ed ora è in affidamento presso una bella struttura che l’ha accolto per il fine pena e il reinserimento nella società.
Ma torniamo alla serata di presentazione, invitato il nostro Vescovo Oscar Cantoni, anzi ormai cardinale, ha iniziato facendo emergere alcuni tratti del don Roberto suo amico, che ha definito “il santo della porta accanto”, un prete che ci metteva il cuore nei suoi incontri e ha consentito a diverse persone la “visita del Signore” attraverso la sua figura umile, esile e di poche parole, ma “con degli occhi che sapevano guardare e facevano sentire chi aveva di fronte prezioso”.
Continua Mons. Oscar: “Non esisteva per lui la parola fretta, incontrava tanta gente, ma quando era con te si fermava, non facevi parte della massa, eri unico in quel momento, con uno sguardo che ti faceva sentire accolto”.
Don Roberto, oltre a dedicarsi ai senza fissa dimora, cui portava la colazione ogni mattina, frequentava anche il carcere ed è qui che ha conosciuto Zef e ne è diventato il confidente-amico.
Zef ha detto ai presenti, circa 150 persone attentissime, che ha vissuto con “rabbia” i primi tempi di reclusione: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate” ha pensato entrando al Bassone, fino al giorno in cui è stato “guardato” anche dagli occhi di don Roberto.
Il dolore, ci ha detto, non si può sostenere da soli, ci vuole un amico e don Roby, come lo chiamava confidenzialmente Zef, era lì con te, costruiva un dialogo, ricercava con te il senso della vita, delle cose e della realtà. Non era un insegnante, non parlava di teologia o filosofia, non rispondeva alle domande, ma insieme con te delineava un percorso, faceva un tragitto, non dava risposte preconfezionate, diceva:
“La fede morde la vita”. La fede è nel quotidiano e mette il cuore in quello che fa, da un senso a ciò che accade.
Quindi, Zef ci sprona a vivere intensamente il reale e a porci le domande esistenziali, le risposte arriveranno, “Dio ci ha fatto per cose grandi” ha ribadito.
Conclude l’autore: “Stasera mi sento preferito da don Roberto lui è qui, abbiamo condiviso dieci anni e le persone lo possono conoscere anche attraverso questo libro”.
“Ciò che si condivide, si moltiplica” è uno degli slogan di Zef e, per chi vuole, può prendere contatto con lui per richieste, chiarimenti o altro a questo indirizzo mail: karaci.zef@gmail.com

Angela Sulpizio, Progetto “Come un granello di senape”,
consacrate Diocesi di Como

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata