Opererà a Bologna a livello regionale e interdiocesano
Nello scorso 25 maggio 2019, prima delle elezioni europee, presso l’Istituto Veritatis Splendor di Bologna si è riunita la Consulta per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna. Erano presenti i rappresentanti delle Diocesi, con i vescovi S. Ecc. Mons. Tommaso Ghirelli (vescovo di Imola) e S. Ecc. Mons. Andrea Turazzi, vescovo di Marino-Montefeltro. All’ordine del giorno della prima parte dell’Incontro è stata posta una panoramica sulle esperienze di formazione all’impegno sociale e politico nelle Diocesi dell’Emilia Romagna. Dopo l’intervento di S. Ecc. Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, si è dato spazio ad una articolata ed incisiva riflessione, da parte del Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, il prof. Stefano Zamagni, sull’urgenza che i cattolici si dedichino a far sorgere una nuova cultura politica. Ne è seguita una interessante discussione sul primo punto dell’ordine del giorno, e sulla lectio magistralis del prof. Zamagni, circa l’urgenza di rilanciare in maniera convinta e capillare la formazione all’impegno sociale e politico, in vista di superare la rinascente separazione tra fede, spiritualità, e politica; il distacco tra credenti (una consistente parte del popolo di Dio) e pastori; la frattura tra etica e metafisica. Occorre abilitare i credenti a rendere socialmente visibile ed incarnato il contenuto morale della fede, che si dispiega nella società non in termini individualistici e libertari bensì in termini di relazionalità responsabile dell’altro e di generatività, secondo una laicità che è rafforzata dalla dimensione spirituale e religiosa.
Nel primo pomeriggio, l’arcivescovo di Bologna, S. Ecc. Mons. Matteo Zuppi, ha incoraggiato i presenti ad accrescere i contatti e le iniziative tra le varie Diocesi, come anche ha manifestato la sua convinta disponibilità a che si costituisca presso l’Istituto Veritatis Splendor un punto di elaborazione e di irradiazione di una nuova cultura politica. L’ultima tappa della giornata bolognese si è dedicata, con l’aiuto della professoressa Vera Negri, ad analizzare la questione della costituzione di un Osservatorio regionale, da intitolare a Giovanni Bersani, grande testimone del cattolicesimo sociale italiano. Gli obiettivi di un simile Osservatorio sono quelli di tenere unito il mondo cattolico sul piano culturale e civile, di contribuire alla creazione di un nuovo pensiero socio-politico, alla luce della Dottrina o Insegnamento sociale della Chiesa e delle res novae, per offrire un apporto più incisivo ed innovativo alla crescita del nostro Paese e dell’Europa.
In ultima analisi, il lavoro dell’Osservatorio deve essere espressamente finalizzato all’elaborazione di progetti che valgano da stimolo e da guida all’avanzamento di azioni e processi in ambito regionale. Sono previsti all’interno dell’Osservatorio gruppi di esperti su tematiche diverse di studio e di ricerca, la figura di un Coordinatore, un Comitato di coordinamento, una segreteria, un blog e una newsletter online che accolgano notizie, piccoli articoli che alimentino, con profondità ed agilità nello stesso tempo, la circolazione di idee, di informazioni su buone pratiche. Sono da prevedere, in vista della costituzione del Comitato, due rappresentanti per Diocesi: uno proveniente dall’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro e l’altro dal mondo delle associazioni come AC, ACLI, Confcooperative, MLAC, Coldiretti e altri. I vescovi saranno coinvolti nel dare il loro nulla osta sui suddetti rappresentanti, che decideranno la preparazione di un evento culturale annuale, itinerante nelle varie diocesi, e si prodigheranno nel coinvolgimento delle varie associazioni, aggregazioni e movimenti, nonché di politici attivi, impegnati nelle Amministrazioni, nel Consiglio Regionale e nel Parlamento nazionale. Tra le tematiche che potranno essere studiate sono senz’altro da elencare: quale modello di democrazia è più adeguato a recepire i valori centrali della DSC?; quale modello di integrazione degli immigrati può essere proposto (al momento, esiste solo un modello di accoglienza e non di integrazione)?; scuola e università.
Come avviare un’autentica pastorale universitaria, considerato che ciascuna provincia della regione ospita un insediamento universitario?; come ristrutturare il sistema fiscale regionale, tenendo conto del vincolo ecologico?; verso quale modello di welfare muovere passi decisi in Emilia- Romagna?; le politiche industriali e del lavoro nell’era della digitalizzazione; politiche familiari e questioni di genere; social ed educazione.
S.E. Mons. Mario Toso
Vescovo di Faenza-Modigliana