Lettera da Assisi
RITORNO ALLA PORZIUNCOLA Chiara d’Assisi, il carisma e l’icona Nel contesto del Centenario della Consacrazione di Santa Chiara, avvenuta 800 anni fa, la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola ospiterà, dal 26 febbraio all’11 agosto 2012, un’interessante mostra ad essa dedicata. L’esposizione si pone il fine di celebrare una donna che ha lasciato un segno non indifferente nella cultura, nella spiritualità e nell’arte, il cui carisma ancora oggi coinvolge migliaia di consacrate, e il cui nome è tuttora ovunque venerato. Al centro della mostra risalta la Tavola del Maestro di Santa Chiara, eccezionalmente esposta per l’occasione di questo anniversario. Un’opera di valore imponderabile per l’arte medioevale e che possiamo definire il punto di riferimento, il paradigma, di ogni modo di rappresentare la Vergine di Assisi e di descrivere l’importanza della sua figura per la spiritualità e la vita religiosa. Osservando il modo esemplare in cui l’anonimo Maestro ha offerto l’effigie della santa alla nostra contemplazione, al fine dell’imitazione della sua vita, risulterà più eloquente comprendere quanto l’arte cristiana sia stata frutto della spiritualità del tempo e insieme ne abbia influenzato in modo decisivo gli esiti. Insieme alla grande tavola istoriata, sono poi esposte alcune opere di “devozione” dedicate a Santa Chiara che provengono anch’esse da Monasteri e da Conventi francescani. Informazioni: opera@porziuncola.org – www.operadellaporziuncola.it
Non poteva mancare un segno della presenza di Chiara alla Porziuncola e questo si è concretizzato con una bella Mostra dal titolo significativo “Ritorno alla Porziuncola: Chiara d’Assisi”. Sono arrivata presto in Basilica, così ho approfittato per dare un primo sguardo alla mostra che in parte si sviluppa sul percorso che dal Roseto riporta verso l’uscita: è veramente interessante. Si alternano piccole teche con “oggetti”, a pannelli con scritte. Riporto i titoli:
- Amore, preghiera e carità della giovane Chiara
- La domenica delle Palme 1211: fuga e consacrazione
- Il trasferimento a S. Damiano
- L’amore per la povertà
- I Saraceni
- La devozione per l’Eucaristia
- La S. Messa della notte di Natale
- L’amore per la Croce e la Passione del Signore
- La carità verso le sorelle
- La cena mistica l’esperienza della sofferenza
- Il beato transito
Tra gli “oggetti” nelle teche provenienti dai vari Monasteri e Conventi dell’Umbria spicca la campanella di S. Chiara del sec. XIV ma il vero gioiello della mostra è la Tavola del Maestro di Santa Chiara che, in via del tutto eccezionale, è stata concessa dalle Clarisse per essere esposta nella sala Pio X. Molte le persone convenute per l’incontro di presentazione della Mostra; veramente interessanti le analisi della Tavola proposte dal Prof. Alessandro Tomei e da Fra Emanuele Paccini. Non ho la presunzione di riferirvi nel dettaglio la ricchezza degli interventi; voglio solo farvi parte di alcune suggestioni. Il Prof. Tomei ha esordito dicendo che siamo di fronte ad un testo pittorico di estremo interesse. È una tavola agiografica che è un’icona al centro affiancata dalla sequenza di alcuni momenti significativi del personaggio raffigurato.
Questo tipo di tavola agiografica, in Occidente, è legata al francescanesimo. Si tratta di un dipinto di eccellente valore qualitativo in cui l’artista crea un tipo di linguaggio che non è del tutto orientale né occidentale e questo grazie allo stretto rapporto con la Terra Santa; a fronte di un linguaggio tradizionale, nelle architetture ci sono annotazioni molto aggiornate (arco a sesto acuto, gotico francese). Interessante è stata l’intuizione che la Tavola possa essere accostata ad una tipologia di tabernacolo con la statua del Santo e con le ante dipinte a scene. Fra Emanuele ha approfondito il linguaggio dei colori con una forte carica simbolica: la presenza del rosso che domina nella parte sinistra dove viene rappresentata la conversione, quella del blu che domina nella destra dove vengono rappresentate le gesta.
Di un rosso molto bello è la croce, simile a quella di Gerusalemme, quasi un reliquiario che Chiara tiene in mano per mostrarci la strada da seguire. Celano dice che Chiara aveva piantata nel cuore la croce. Simbolico, nelle varie scene, l’uso di un arco e di una bifora (quest’ultima sottolinea la presenza di Francesco e Chiara) o la presenza del paesaggio urbano per indicare la carità che Chiara riceveva dalla Città o il campanile che nel linguaggio delle icone significa un ponte verso Dio. Molto ricca l’analisi delle vesti dei vari personaggi con una sottolineatura costante del valore simbolico: la veste rossa di Chiara che lascia intravedere un abito marroncino, il manto bianco con cui le donne fanno il gesto di avvolgere Chiara, l’abito rosso di Agnese. Vedere da vicino la tavola è stato interessante per i riscontri immediati che è stato possibile fare su quanto avevamo ascoltato. Completano la mostra tre pitture su tavola dell’artista Aurelio Bruni che fanno parte del progetto “Un chiostro per Santa Chiara” ed una scultura dell’artista Piero Cosentini (informazioni dettagliate sul progetto le potete trovare sul sito www.porziuncola.org).
Amneris Marcucci