“Una sola famiglia umana, cibo per tutti”, è una campagna mondiale lanciata dalla rete della confederazione Caritas Internationalis, che si pone come obiettivo quello di eliminare la fame entro il 2025. Ne fanno prende parte 164 membri coordinati dalla Caritas Internationalis. La campagna è stata lanciata a livello internazionale, il 10 dicembre 2013, Giornata mondiale dei Diritti Umani. Sarà stilata una bozza di un quadro normativo sul diritto al cibo e i membri dell’organizzazione incoraggeranno i propri governi ad adottarla. Caritas lo promuoverà alle Nazioni Unite in una sessione sul diritto al cibo nell’Assemblea generale del 2015. Il papa ha annunciato questa Campagna a cui ha dato tutto il suo appoggio facendo appello a tutte le istituzioni, a tutte le istituzioni e ad ognuno di noi ad agire come una sola famiglia impegnata ad assicurare il cibo per tutti.
Punti chiave della Campagna Mondiale
• Una persona su otto non mangia tutti i giorni a sazietà eppure c’è cibo abbastanza per tutti.
• Ogni persona che muore di fame ci mette di fronte all’agonia di Gesù in persona.
• Dio si è sempre interessato del nostro pane quotidiano: dall’offrire il pane nel Tempio allo spezzare il pane di Emmaus, dalla manna dell’Esodo alla moltiplicazione dei pani e dei pesci.
• Lottare contro l’egoismo, lo spreco, lo sfruttamento dei più vulnerabili e il monopolio della terra. Promuovere le competenze e le capacità dei poveri, dei giovani, delle donne e dei contadini.
• Il lancio della nostra campagna coincide con il periodo dell’Avvento, questo tempo importante che ci è dato per approfondire il mistero dell’incarnazione di nostro Signore, “venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
• Gesù ha proclamato beati gli affamati, ma ha anche assicurato loro la Sua presenza e la piena solidarietà, perché potessero contare sulla grazia e sul pane necessari per una vita degna e giusta. • L’appello che lancia il card. Rodriguez Maradiaga suona come un’eco all’esortazione del Beato Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dell’Anno 2000: “È l’ora di una nuova «fantasia della carità», che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione” (NMI, 50).
• Questa nuova fantasia della carità deve incoraggiare tutti noi a non voltare gli occhi davanti ai bambini e agli anziani affamati, ai contadini spogliati delle proprie terre e sfruttati.
• Questa nuova fantasia della carità ci deve spingere ad attingere di più alle risorse della nostra fede cattolica e della nostra umanità, affinché ci impegniamo sempre di più per eliminare questo scandalo.
• L’elemento fondamentale di queste risorse si trova nella preghiera, in particolare quella che il Signore stesso ci ha insegnato, il Padre Nostro, e soprattutto nell’Eucarestia.
• Dobbiamo entrare profondamente nel mistero dell’Eucarestia, così potremo impegnarci a fare il massimo per restituire la dignità ai nostri fratelli e sorelle privati del cibo sufficiente di buona qualità.
Suggerimenti concreti
• Cercare di ridurre lo spreco di cibo e organizzare collette di cibo per i più poveri, far conoscere le tecniche di conservazione degli alimenti;
• insegnare a mangiare con moderazione, in quantità e qualità sufficienti, evitare il sovrappeso!
• coinvolgere educatori e giovani: richiedere l’introduzione della tematica del diritto al cibo nei programmi scolastici; organizzare gare e concorsi, preparare spettacoli teatrali sul diritto all’alimentazione;
• organizzare momenti di confronto sulla cittadinanza responsabile concernenti l’impatto dei comportamenti e delle azioni di ciascuno sul diritto all’alimentazione e l’accesso al cibo per tutti;
• valorizzare tutte le aree disponibili adatte per la produzione di cibo, sostenere la riforestazione su larga scala e combattere l’erosione dei suoli;
• sostenere i piccoli agricoltori, in particolare le donne;
• valorizzare i metodi tradizionali di conservazione e fertilizzazione dei suoli (composti, concimi, ecc.);
• eliminare gli ostacoli per l’orticoltura realizzata con metodi di coltura moderni che rispettano l’ambiente;
• fare appelli (advocacy) presso le autorità e i rappresentanti del popolo, presso i governi invitandoli a votare lo stanziamento di fondi per un’agricoltura solida e leggi finanziarie giuste, ecc.
Dalla riflessione del Card. Rodriguez Maradiaga,
presidente della Caritas Internationalis
(Per informazioni e materiale: www.caritas.it)