Il laicato cattolico dell’Emilia-Romagna propone un’economia civile, alternativa a capitalismo e statalismo

 

Mons. Mario Toso, vescovo delegato
Ceer per i problemi sociali e del lavoro

L’Emilia-Romagna ha “l’intelligenza e le energie per imprimere, sia pur con la gradualità necessaria, un corso nuovo all’economia elaborando un originale modello di economia civile di mercato. Non si può continuare a ondeggiare tra economia neo-liberista di mercato ed economia neo-statalista di mercato. C’è l’opzione, oggi fattibile, dell’economia civile di mercato”. Lo afferma un documento dell’Osservatorio regionale sulle tematiche politicosociali creato dalla Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, intitolato a Giovanni Bersani. Il testo rappresenta la posizione più netta in vista delle regionali del 26 gennaio: “Desideriamo sottolineare – si legge – che è solamente il principio di fraternità che riesce a far stare assieme libertà e uguaglianza. In una società bensì giusta, ma non fraterna, la democrazia, prima o poi, cede il passo alle tante forme, oggi ritornate di moda, di sovranismi e populismi. Non possiamo tollerare che ciò abbia a realizzarsi nella nostra Emilia-Romagna”.
Messaggio forte e chiaro, che nelle due pagine del documento firmato dall’Osservatorio si accompagna ad altri concetti di impatto. Al punto ‘B’ si parla esplicitamente di Emilia-Romagna come una delle regioni “meglio organizzate e più avanzate d’Italia”. Più avanti, invece, si indica “l’economia civile di mercato” come unica alternativa possibile per l’Emilia-Romagna, scartando così i due modelli oggi dominanti, quello dell’economia neo-liberista di mercato e quello dell’economia neo-statalista di mercato.
Composto da persone qualificate nella cultura e nell’impegno sociale, in vista delle prossime elezioni regionali dell’Emilia Romagna, l’organismo ha prodotto un Documento che, in tempi straordinari come quelli odierni, intende avviare un processo non solo di riforma, bensì di trasformazione dell’attuale gestione politico–amministrativa e dell’intera società. La politica è chiamata a rigenerarsi attorno all’asse vivente delle persone e della loro trascendenza, secondo il principio della sussidiarietà circolare. L’impianto del Documento si avvale di un pensiero forte che ha come orizzonte temporale il lungo periodo, per meglio prendersi cura di tutti, sostenendo la biodiversità delle forme d’impresa, facendo progredire l’uguaglianza e l’inclusione sociale.
Ma anche la riorganizzazione del sistema Scuola–Università–Ricerca, il potenziamento del welfare di comunità, nella concordia civile.
Inoltre alcune associazioni di ispirazione cattolica bolognesi si sono riunite, lo scorso 6 dicembre, per dare vita ad un manifesto programmatico in vista delle elezioni regionali in Emilia Romagna del 26 gennaio prossimo. Sussidiarietà, famiglia, educazione, lavoro e impresa, casa, corpi intermedi, welfare e diritti, integrazione, ambiente, tutela del territorio e infrastrutture, giovani, sono gli argomenti affrontati e per ognuno di essi si leggono, nel documento, alcune richieste e proposte per i candidati e le candidate a governare la Regione.
Undici le associazioni firmatarie del manifesto: Acli provinciali di Bologna, Azione Cattolica diocesana di Bologna, Centro «G.P. Dore», Compagnia delle Opere Bologna, Cif Comunale di Bologna, Comunità di Sant’Egidio Bologna, Confcooperative Bologna, Mcl Bologna, Mlac Bologna, Ucid Emilia Romagna e Presidente Consulta Associazioni Familiari Comune di Bologna.

Da “Faro di Roma” 14-1-2020

I documenti integrali dell’Osservatorio dell’Emilia Romagna sulle politiche sociali, delle Associazioni e del Forum delle Associazioni Familiari sono rintracciabili sul sito chiesadibologna.it

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