Dall’ Editoriale di Franco Di Mare “Uno Mattina”- 23/2/2016

franco di mareQuando si parla di immigrazione, per evitare di cadere nelle trappole ambigue del buonismo o del cinismo, dare un’occhiata ai numeri e ai dati potrebbe aiutare a farsi un’idea meno vaga e forse un po’ più oggettiva dei fatti, una valutazione priva dei paraocchi della paura e della diffidenza con cui spesso guardiamo questo fenomeno.
Tanto per cominciare sarebbe bene ricordare che ci troviamo di fronte alla più terribile crisi umanitaria che coinvolge l’Europa dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, in collaborazione con Frontex, sulle coste italiane nel periodo compreso tra l’1/1/2011 e il 31/12/2015, in Italia sono sbarcati 450.718 immigrati. Certo sono tanti, è un numero che sicuramente impressiona preso così com’è, nudo e crudo, assoluto insomma. Se analizziamo il dato europeo abbiamo risultati ancora più gravi, infatti gli sbarchi sulle coste greche e turche, quelle più vicine alle coste orientali, assieme alla cosiddetta rotta balcanica hanno portato in Europa oltre 1 milione di immigrati negli ultimi 4 anni (1.150.000).
Anche qui ci troviamo di fronte a grandi cifre, a numeri impressionanti. Però, riflettiamoci un attimo. Ma è davvero così impressionante? Si tratta di cifre bibliche? Ci troviamo davanti ad una invasione? Il mezzo milione circa di immigrati arrivati nel nostro paese in 5 anni non è rimasto tutto all’interno dei nostri confini nazionali. Molti rifugiati sono andati a raggiungere i loro parenti in campi di accoglienza all’estero, in altri paesi europei, ma quand’anche fossero rimasti tutti sul suolo del nostro paese, potremmo parlare di invasione? 450.000 migranti corrispondono a meno dell’1% della nostra popolazione nazionale, che è fatta di 60 milioni di persone, per la precisione lo 0,7 %. Allora di quale invasione stiamo parlando? I due milioni di rifugiati che sono stati accolti in Europa, che stanno mettendo a rischio i trattati di Schengen, corrispondono allo 0,4% dei 500 milioni di cui è composta la popolazione europea. Lo 0,4%, tutto lì!
Certo, il problema esiste, perché stanno arrivando tutti insieme, spinti dalle guerre e dalle crisi che colpiscono i paesi da cui fuggono. Certo, c’è bisogno di politiche di integrazione. E occorre trovare loro una sistemazione adeguata, civile, garantire loro educazione, assistenza e possibilmente un lavoro. Certo, c’è bisogno di trovare forme di inclusione che prevedano l’educazione ai valori fondanti delle nostre democrazie…. È indiscutibile che occorrano regole certe e condivise. Ma davvero vogliamo sostenere che l’Europa dei 28 Stati, uno dei continenti più ricchi e tecnologicamente avanzati del pianeta, non possa permettersi di accogliere nelle forme opportune, nelle quote concordate, secondo criteri condivisi, lo 0,4% in più della sua popolazione attuale?
Abbiamo la memoria corta. Il nostro paese da solo ha mandato all’estero 13 milioni di uomini e donne, nelle Americhe soprattutto, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900… su una popolazione nazionale che nel 1900 era di 33 milioni di persone. Pensate, in quei 50 anni a cavallo tra i due secoli un italiano su quattro era emigrato all’estero. Oggi all’estero vivono 60 milioni di oriundi italiani, tanti quanti ne vivono nel nostro paese.
Per questo occorrerebbe andare al cinema e guardare “Fuocoammare”, il film che ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino, realizzato da Gianfranco Rosi, perché è un film verità che racconta senza compiacimenti i fatti di Lampedusa, la storia dell’immigrazione per disperazione attraverso gli occhi di chi queste storie le ha vissute personalmente. Non ci sono attori professionisti nel film, ci sono i migranti e la formidabile gente di Lampedusa, come il Dott. Bartolo, medico dell’Asl di Lampedusa, che li ha visti tutti, i vivi e i morti, e ancora si prodiga per chiunque, lo sguardo rivolto all’orizzonte in attesa di sbarchi. “Siamo un popolo di mare” – ha detto il Dott. Bartolo ai berlinesi ritirando il premio insieme al regista Rosi – “e accogliamo tutto quello che viene dal mare con un benvenuto”. Il film è un tributo alla gente dell’isola, alla quale il regista spera – anzi chiede – che venga assegnato il Nobel per la Pace. Ci sentiremmo di aggiungere alla proposta anche altre città della costa siciliana interessate al fenomeno….
Nella sola Lampedusa – pensate – nello scorso anno sono sbarcati oltre 21.000 migranti, che sono 3 volte e mezzo il numero degli abitanti dell’isola. Provate a immaginare se una cosa del genere fosse successa a Roma o a Milano. È un gran film “Fuocoammare”: ci insegna a guardare al fenomeno dei migranti con uno sguardo diverso. Quella piccola isola è diventata suo malgrado la porta e al tempo stesso il laboratorio d’Europa….

Per l’ascolto integrale dell’Editoriale:
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