Decalogo per una natura a misura d'uomo | ilcantico.fratejacopa.net

Ricavato dal capitolo 10 del Compendio della dottrina sociale della Chiesa
A cura di Mons. Giampaolo Crepaldi

1. La Sacra Scrittura indica i criteri morali fondamentali per affrontare la questione ambientale: la persona umana, fatta ad immagine e somiglianza di Dio Creatore, è posta al di sopra di tutte le altre creature terrene, che deve usare e curare in modo responsabile per corrispondere al grande progetto divino sulla creazione. L’Incarnazione di Gesù, Verbo divino, e la Sua predicazione testimoniano il valore della natura: niente di quanto esiste in questo mondo risulta estraneo al disegno creatore e redentore divino (nn. 451-455).

2. Nell’approccio alla questione ambientale il Magistero sociale della Chiesa sollecita a tener conto di due esigenze fondamentali: a) non si deve ridurre utilitaristicamente la natura a mero oggetto di manipolazione e sfruttamento; b) non si deve assolutizzare la natura, ne sovrapporla in dignità alla stessa persona umana (nn. 461-464).

3. La questione ambientale odierna coinvolge l’intero pianeta e la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo. La responsabilità verso l’ambiente, patrimonio comune del genere umano, si estende non solo alle esigenze del presente, ma anche a quelle del futuro. Si tratta di una responsabilità che le generazioni presenti hanno nei confronti di quelle future (nn. 466-467).

4. Nell’approccio alla questione ambientale si deve far valere il primato dell’etica sulla tecnica e, dunque, della necessità di salvaguardare sempre la dignità dell’essere umano. Punto di riferimento centrale per ogni applicazione scientifica e tecnica è il rispetto dell’uomo, che deve accompagnarsi ad un doveroso atteggiamento di rispetto nei confronti delle altre creature viventi (nn. 456-460).

5. In una corretta impostazione della questione ambientale, la natura non va considerata una realtà sacra o divina, sottratta all’azione umana. Essa è piuttosto un dono offerto dal Creatore alla comunità umana, affidato all’intelligenza e alla responsabilità morale dell’uomo. Per questo egli non compie un atto illecito quando, rispettando l’ordine, la bellezza e l’utilità dei singoli esseri viventi e della loro funzione nell’ecosistema, interviene modificando alcune loro caratteristiche e proprietà. Sono deprecabili gli interventi dell’uomo quando danneggiano gli esseri viventi o l’ambiente naturale, mentre sono lodevoli quando si traducono in un loro miglioramento (nn. 472-480).

6. La questione ambientale evidenzia la necessità di armonizzare le politiche dello sviluppo con le politiche ambientali, a livello nazionale e internazionale. La programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente la necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura, poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili. Ogni attività economica che si avvalga delle risorse naturali deve anche preoccuparsi della salvaguardia dell’ambiente e prevederne i costi, che sono da considerare come una voce essenziale dei costi dell’attività economica (nn. 469-470).

7. La questione ambientale richiede che si operi attivamente per lo sviluppo integrale e solidale delle regioni più povere del pianeta. A questo riguardo, la dottrina sociale invita a tener presente che i beni della terra sono stati creati da Dio per essere sapientemente usati da tutti: tali beni vanno equamente condivisi, secondo giustizia e carità. Nell’attuazione di uno sviluppo integrale e solidale, il principio della destinazione universale dei beni offre un fondamentale orientamento, morale e culturale, per sciogliere il complesso e drammatico nodo che lega insieme questione ambientale e povertà (nn. 481-485).

8. La questione ambientale richiede per la protezione dell’ambiente la collaborazione internazionale, attraverso la ratifica di accordi mondiali sanciti dal diritto internazionale. La responsabilità verso l’ambiente deve trovare una traduzione adeguata a livello giuridico. Il contenuto giuridico del diritto ad un ambiente sano e sicuro dovrà essere elaborato secondo le esigenze del bene comune e in una comune volontà di introdurre anche sanzioni per coloro che inquinano (n. 468).

9. La questione ambientale sollecita un effettivo cambiamento di mentalità che induca ad adottare nuovi stili di vita. Tali stili di vita devono essere ispirati alla sobrietà, alla temperanza, all’autodisciplina, sul piano personale e sociale. Bisogna uscire dalla logica del mero consumo e promuovere forme di produzione agricola e industriale che rispettino l’ordine della creazione e soddisfino i bisogni primari di tutti. Un simile atteggiamento favorisce una rinnovata consapevolezza dell’interdipendenza che lega tra loro tutti gli abitanti della terra (n. 486).

10. La questione ambientale richiede anche una risposta a livello di spiritualità, ispirata dalla convinzione che il creato è un dono, che Dio ha messo nelle mani responsabili dell’uomo, affinché ne usi con amorevole cura. L’atteggiamento che deve caratterizzare l’uomo di fronte al creato è essenzialmente quello della gratitudine e della riconoscenza: il mondo, infatti, rinvia al mistero di Dio che lo ha creato e lo sostiene. Se si mette tra parentesi la relazione con Dio, si svuota la natura del suo significato profondo, depauperandola. Se invece si arriva a riscoprire la natura nella sua dimensione di creatura, si può stabilire con essa un rapporto comunicativo, cogliere il suo significato evocativo e simbolico, penetrare così nell’orizzonte del mistero, che apre all’uomo il varco verso Dio, Creatore dei cieli e della terra. Il mondo si offre allo sguardo dell’uomo come traccia di Dio, luogo nel quale si svela la Sua potenza creatrice, provvidente e redentrice (n. 487).