La corsa agli armamenti
img152L’amministrazione Trump ha annunciato di voler aumentare le spese militari degli Usa del 9%, cioè di circa 54 miliardi di dollari. Gli Usa sono già il Paese con il più alto investimento nella difesa e quello con il più alto numero di testate nucleari. Mosca ha risposto dichiarandosi pronta a reagire facendo altrettanto, mentre anche la Cina ha fatto sapere che aumenterà del 7% i propri investimenti in armamenti, superando per la prima volta quest’anno i 1000 miliardi di yuan.
Una vera e propria escalation della corsa agli armamenti, proprio nell’anno che si è aperto con l’appello al disarmo di Papa Francesco, pronunciato nella Giornata mondiale della pace.

Un’aggressione che si fa crimine
“Queste notizie ci inquietano. Sembra di tornare ai giorni della Guerra fredda. Davanti a tutto ciò ogni persona di buon senso è scandalizzata, indignata e preoccupata”, commenta don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia.
“Certo, le spese militari degli anni scorsi erano già altissime. Già nel ’76 la Santa Sede definiva la corsa agli armamenti ‘un’aggressione che si fa crimine’. ‘Gli armamenti – aggiungeva – anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame’.
Se pensiamo che oggi, poi, le spese militari hanno raggiunto 1700 miliardi in tutto il mondo, e solo in Italia nel 2017 spenderemo a questo scopo 23 miliardi, credo che dovremmo avere un sussulto di coscienza e capire che così firmiamo la fine dell’umanità”.

Tempo di conversione
“Il tempo di Quaresima – prosegue don Renato – dovrebbe essere tempo di conversione: ma non solo del cuore, in senso intimistico. Dovremmo convertire anche certe scelte di morte e d’investimento.
Il 27 marzo ci sarà una discussione all’Onu dove si riprenderà il tema dell’arsenale nucleare. Non a caso, il presidente della Caritas, card. Montenegro e il presidente di Pax Christi, il vescovo Ricchiuti, hanno chiesto che il nostro Governo lavori per una riduzione della armi nucleari.
E purtroppo fin’ora i nostri rappresentanti politici sembrano invece andare nella direzione opposta e hanno votato contro l’approvazione di un trattato. Papa Francesco ha invece chiesto esplicitamente di proibire e abolire le armi nucleari. Dunque, chi ha delle responsabilità non si deve nascondere dietro a un dito”.

Fabio Colagrande