Il Forum Associazioni Familiari dell’Emilia- Romagna è intervenuto con un proprio documento sul progetto di legge regionale d’iniziativa popolare proposto dai Consigli comunali di Bologna, Parma, Reggio Emilia e San Pietro in Casale (Bo) contro “l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”. Rispetto alla proposta di legge come formulata attualmente, il Forum “esprime un parere fortemente contrario” ed espone osservazioni e richieste. Il documento del Forum, qui pubblicato, è stato consegnato mercoledì 13 febbraio 2019 durante l’udienza conoscitiva sulla legge regionale. La Fraternità Francescana Frate Jacopa ha aderito al Documento, quale parte del Forum Associazioni Familiari dell’Emilia Romagna.

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La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di pensiero, di espressione, di credo, di azione, di educazione. Il concetto di cittadinanza si basa sull’uguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo è necessario impegnarsi per stabilire nella nostra società il concetto della piena cittadinanza, rinunciando all’uso indiscriminato del termine minoranze, che porta con sé i semi del sentirsi isolati e della inferiorità. Questo prepara il terreno alle ostilità e alla discordia, e sottrae le conquiste e i diritti civili e religiosi di alcuni cittadini, di fatto, discriminandoli.

Il FORUM delle Associazioni Familiari è contrario a qualsiasi forma di discriminazione, comprese quelle riguardanti l’orientamento sessuale.
La proposta di legge introduce tuttavia una novità che rappresenta paradossalmente una “Discriminazione delle altre Discriminazioni”: tra tutte le discriminazioni esistenti, quella relativa all’orientamento sessuale e all’identità di genere assume in questo modo rilevanza totalmente prioritaria rispetto alle altre.
Con questa legge, e con l’introduzione del principio della Omotransnegatività, la semplice affermazione che la pratica dell’utero in affitto è aberrante, o che le coppie omosessuali sono, per loro natura, non fertili, diventa autonomamente un reato: ci sembra francamente una palese violazione del principio, costituzionalmente garantito, di libera manifestazione del proprio pensiero.
La regione Emilia-Romagna oggi già favorisce la promozione di attività di formazione ed aggiornamento del personale docente in materia di contrasto agli stereotipi, prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, motivato dall’orientamento sessuale, sostiene progettualità che coinvolgono i genitori e le famiglie quali responsabili del diritto/dovere ad educare. Il coinvolgimento delle famiglie in tutte le attività che coinvolgono gli studenti è obbligatorio, perché va riconosciuto e rispettato il ruolo e il compito che la famiglia ha nell’educazione dei figli che frequentano l’ambiente scolastico, dall’infanzia all’adolescenza. Esiste un patto di corresponsabilità educativa che coinvolge tutte le componenti della scuola e non va disatteso, come invece si evince dalla proposta di legge.
Ci appare fuori luogo prevedere canali preferenziali per la formazione, riqualificazione e inserimento lavorativo per le persone LGBT. In Italia ogni anno 25.000 mamme sono costrette a rinunciare al posto di lavoro, dopo la nascita del figlio, per la forte discriminazione dovuta alla difficoltà di assistere il bambino e conciliare i tempi lavoro-famiglia. Ci sono padri di famiglie numerose, disoccupati, che non riescono a trovare lavoro, con il conseguente impoverimento delle famiglie con figli, sancito ogni anno in costante crescita dall’ISTAT.
La proposta di legge prevede ulteriori fondi, rispetto a quelli che già godono le associazioni LGBT. Sarebbe opportuno che la Regione evidenziasse, in maniera trasparente, tutti i fondi che vengono erogati per i contrasti alle varie forme di discriminazione, al fine di verificarne le modalità di ripartizione. In conclusione, il FORUM sostiene la lotta alla discriminazione contro l’orientamento sessuale, purché in un contesto di una legge che comprenda tutte le discriminazioni in essere (oltre a quelle sessuali e di genere, anche quelle razziali, religiose, inerenti alla lingua, alla nascita e ad ogni altra condizione personale), con pari dignità e senza corsie preferenziali.
CHIEDE quindi che la legge venga totalmente riscritta, coinvolgendo le associazioni e i soggetti che tutelano le varie discriminazioni sopra citate. Diversamente, sulla proposta di legge, così come formulata, il FORUM Associazioni Familiari dell’Emilia Romagna esprime parere fortemente contrario.