HUMAN RIGHTS WATCH

Pubblicato il rapporto 2019 sulla situazione dei diritti umani nel mondo

È stato pubblicato il 29° rapporto mondiale di Human Rights Watch (HRW) che presenta la situazione dei diritti umani in oltre 90 paesi del mondo, prendendo in considerazione i fatti avvenuti tra la fine del 2017 e novembre 2018.
imagesNel presentare i contenuti del rapporto il Direttore Esecutivo di HRW, Kenneth Roth, afferma che la grande novità del 2018 non è la continuazione di tendenze autoritarie bensì la crescente opposizione a queste ultime. Questa opposizione potrebbe essere vista negli sforzi per resistere agli attacchi alla democrazia in Europa, per prevenire un bagno di sangue in Siria, per assicurare alla giustizia i responsabili della pulizia etnica contro i musulmani Rohingya in Myanmar, per fermare i bombardamenti guidati dai sauditi e il blocco dei civili yemeniti, per difendere la messa al bando delle armi chimiche, per convincere il presidente della Repubblica Democratica del Congo Joseph Kabila ad accettare il limite di mandati previsti dalla costituzione e chiedere un’indagine completa sull’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi.
Sebbene gli autocrati e i detrattori dei diritti siano spesso stati al centro dell’attenzione, i difensori dei diritti hanno resistito e si sono rafforzati secondo modalità inaspettate.
Secondo i dati analizzati nel rapporto la difesa dei diritti in tutto il mondo si è dimostrata resiliente e sfaccettata.
Secondo Roth, la crescente resistenza all’autocrazia non sempre ha successo nel breve periodo, che pertanto rimane per certi versi un momento oscuro per i diritti umani. Ma gli eventi recenti dimostrano che la promessa di una democrazia rispettosa dei diritti rimane una visione vitale e mobilitante. Roth evidenzia che importanti battaglie stanno per essere vinte, donando nuova energia alla difesa globale dei diritti umani.
Oltre ad analizzare il quadro generale mondiale il rapporto esamina la situazione dei diritti umani per ciascuno dei paesi presi in considerazione nonché la risposta dei principali organismi internazionali come le Nazioni Unite, l’Unione Europea e l’Unione Africana.

Da Centro Diritti Umani “Antonio Papisca”