Il cibo, diritto fondamentale. Per affermarlo, occorre partire da ambiti educativi e comportamenti di consumo e produzione, senza dimenticare economia e politica. All’iniziativa mondiale della rete Caritas, la campagna italiana aggiunge: “È Compito nostro”.

Cibo per yuttiUna mobilitazione globale. Che diventa azione anche in Italia. E in tanti ambiti locali. Per gridare al mondo, ma anche tra le nostre case, le nostre scuole, nelle nostre comunità civili ed ecclesiali, che la fame è uno scandalo. Purtroppo tutt’altro che superato. E però non invincibile. Con questo spirito Caritas Internationalis ha lanciato lo scorso 10 dicembre, in coincidenza con la giornata mondiale dei diritti umani, la campagna One Human Family. Food for All. In quell’occasione, Papa Francesco, invitò «a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinchè questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo». L’eco di quel ruggito ora arriva anche in Italia, dove Caritas Italiana, insieme a un ampio ventaglio di organizzazioni di ispirazione cristiana e della società civile, a fine febbraio ha presentato la costola italiana dell’iniziativa planetaria, aggiungendo però al messaggio centrale della campagna una sottolineatura relativa al necessario impegno personale e comunitario. La campagna italiana “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro” nasce dunque con l’obiettivo di promuovere consapevolezza e impegno, negli ambienti educativi e associativi, sul tema dei gravi squilibri socio-economici che ancora caratterizzano il pianeta, e che costringono centinaia di milioni di persone a condizioni di vita inumane, precludendo loro il godimento di diritti fondamentali, a cominciare da quello all’accesso al cibo.

SOSTENIBILITÀ E GIUSTIZIA La campagna italiana non si risolverà in un evento spot, ma comporterà una forte mobilitazione, che si svilupperà a livello locale, con i territori in veste di protagonisti; diocesi, organismi di volontariato, associazioni, ong, scuole, anche aziende. La campagna intende infatti promuovere un cambiamento nel modello di sviluppo, a partire dagli stili di vita di ciascun cittadino, ma non dimenticando la necessità dell’impegno e delle ricadute a livello politico.
Occorre modificare i comportamenti personali, i meccanismi di produzione, distribuzione e consumo, le dinamiche di mercato e finanziarie , gli apparati normativi e le leggi, affinché tutte le persone, in Italia, in Europa e nel mondo, abbiano accesso al bene comune costituito da un cibo sano, nutriente, giusto. Un cibo prodotto secondo criteri di sostenibilità ambientale e di giustizia, nel rispetto della dignità delle persone, superando un sistema caratterizzato da “strutture di peccato”, che generano ad un tempo fame e spreco, che conducono a speculare su un bene essenziale come il cibo, che generano violenza e guerra tra comunità.

CIBO, FINANZA, PACE Insegnanti, educatori e animatori sono le categorie interpellate prioritariamente dalla campagna. Ma un interesse particolare è riservato anche a giovani imprenditori attivi in diversi settori produttivi, in particolare in ambito alimentare e in grado di interpretare l’attività economico-produttiva e finanziaria in modo responsabile e sostenibile.
La campagna italiana si articolerà su un triplice livello. Come detto, sarà incentrata sul tema del “diritto al cibo”, considerato nella sua complessità e in collegamento con il tema della “buona finanza a servizio dell’uomo”e con quello delle “relazioni di pace”. Il fenomeno della fame si intreccia infatti a diverse problematiche: una finanza non più a servizio dell’uomo, le cui dinamiche hanno un impatto devastante anche sui sistemi di produzione di cibo, attraverso sofisticati e ormai incontrollabili strumenti finanziari; marcati squilibri istituzionali e politici, con l’impossibilità – per molte persone e intere popolazioni- di incidere sui processi decisionali che condizionano le loro vite, generando non solo ineguaglianza, ma anche ingiustizia, sopraffazione e violenza.
La capacità di costruire relazioni di pace è dunque un altro elemento centrale nell’iniziativa di Caritas e delle altre espressioni del mondo ecclesiale: una pace che, come dice Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, “non si riduce a un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze, ma si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini”.

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