La Scuola di Pace Nazionale ad Adrano sabato 28 aprile 2012
Aula Magna dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Pietro Branchina”

educare-alla-giustizia-e-alla-pace-1Gli interventi di studiosi e ricercatori di chiara fama – padre Josè Antonio Merino, docente di filosofia della Pontificia Università Antonianum; Argia Passoni, presidente Nazionale della Fraternità Francescana “Frate Jacopa”, responsabile della Scuola di Pace Nazionale; prof. Marilena Tomarchio, docente presso il dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Catania; ing. Filippo Gravagno, docente presso il dipartimento di Ingegneria e Urbanistica dell’Università di Catania, responsabile scientifico partnership Università-Associazioni Valle del Simeto – sono stati seguiti da oltre trecento tra studenti e genitori che hanno avuto la straordinaria opportunità di riflettere su temi di grande valenza formativa, sociale, culturale incentrati sul binomio Pace/Giustizia. Una occasione da tempo voluta in Adrano e sollecitata dall’Istituzione scolastica ospitante e dal Comitato Civico Salute-Ambiente onlus, significativa presenza socio-culturale preposta alla tutela della salute individuale e collettiva, alla salvaguardia e alle valorizzazione del territorio.

Dopo i saluti, il dirigente scolastico prof. Giuseppe Monforte ha evidenziato come la scuola, aperta al territorio e sensibile alle proposte educative che giungono da altre agenzie formative, rimane disponibile ad avviare un processo di interazione per meglio coniugare i percorsi didattici di carattere trasversale con le tematiche che caratterizzano la Scuola di Pace. Ad apertura dei lavori, Antonino Lo Monaco – presidente regionale per la Sicilia della Fraternità Francescana “Frate Jacopa” e componente del Consiglio di Amm.ne della Soc. Coop. “Frate Jacopa” – nel presentare i relatori intervenuti e nell’indicare i motivi dell’incontro, inserito in una pluralità di interventi in Sicilia, ha esplicitato le finalità della Scuola di Pace, espressione e riflesso dello spirito francescano ma anche della necessità di diffondere una cultura di pace intesa come consapevole conoscenza di elementi che contribuiscono a creare condizioni di giustizia reciproca tra gli uomini, tali da disseminare stabili condizioni di pace e di armonia tra gli uomini e il Creato.

Su temi di alto profilo etico-filosofico, importanti quanto impegnativi, e nello specifico Etica e tutela dell’ambiente, ha parlato padre Josè Antonio Merino. L’illustre studioso ha dimostrato, tra l’altro, come di fronte al problema ambientale e ai suoi molteplici aspetti si deve reagire positivamente: se, infatti, la persona o la collettività vuole creare un movimento di pace deve iniziare col fare pace con la natura. Da questa certezza prende avvio il ragionamento secondo cui oggi non c’è un’etica al singolare da valutare e osservare ma siamo di fronte a tantissime etiche; interessa, pertanto, creare un rapporto umano e umanizzante con la natura, necessita che la persona sia in rapporto con la natura tramite il corpo, la visione, tutti i suoi sensi e i sentimenti che ne scaturiscono. Il mondo è meraviglia! In una terra, poi, come quella di Sicilia lo stupore che ne deriva è fonte di ispirazione, di emozione pari a ciò che l’emozione provata ha significato per i filosofi: ispirazione che plasma l’essere umano fino a renderlo tutt’uno con la natura.

Il monito che padre Merino ha lasciato ai giovani studenti come agli adulti educatori è quello di riuscire ad avere un rapporto fecondo e creativo con l’ambiente e la natura tutta, imparare a sapere abitare il mondo tramite una pedagogia etica per potere creare possibilità e condizioni secondo cui l’uomo non può e non deve vivere da padrone assoluto o usufruire degli elementi che costituiscono l’ambiente in forma abusiva ed egoistica: l’uomo deve “applicare un’etica del qui e del dopo”, presupposti indispensabili per potere costruire realtà e condizioni di vita positive per le generazioni future. Singolari le considerazioni e i quesiti che ne sono scaturiti, preludio di interessi plurimi per studenti di un istituto tecnico non avvezzi a considerazioni di ordine filosofico. La cura del Bene Comune nelle sue diverse accezioni è stato argomento cardine su cui si è soffermata a riflettere e a fare riflettere Argia Passoni.

Soffermandosi, infatti, su come il concetto stesso di Bene Comune sia legato al rapporto Giustizia/Pace – binomio dal quale non si può prescindere nell’operare una corretta considerazione valoriale della vita – la presidente ha richiamato l’attenzione dell’uditorio alla moderna visione dell’umanità come unica famiglia e a considerare il Bene Comune in modo squisitamente ideale rispetto alle tante spinte individualistiche ed egoistiche che lo confondono con gli interessi individuali. Proprio questi interessi vanno superati a tutto vantaggio di una positiva visione dei diritti umani di terza generazione – quali la pace, lo sviluppo, la giustizia, l’ambiente –; diritti propri dell’era dell’interdipendenza che rendono gli esseri umani artefici e protagonisti/fruitori dell’attuazione di tali diritti nell’ambito di una nuova visione della vita dove l’etica della sobrietà, della gratuità e del limite possa aprire alla condivisione, divenendo criterio sociale riparatore per l’attuazione dei principi fondanti della pace.

educare-alla-giustizia-e-alla-pace-2Sono seguiti pari momenti di riflessioni e la dimostrazione di come il Bene Comune non sia assunto teorico, astratto, irraggiungibile bensì possa essere scientemente costruito assieme e tutelato da ciascuno rendendo attuabili i presupposti teorici di Pace e di Giustizia. Il progetto nazionale“Orti di Pace”, presentato dalla responsabile per la regione siciliana prof. Marilena Tomarchio, ha incuriosito per la unicità didatticoformativa e per la specificità che, dal suo nascere come progetto e fino alla sua realizzazione in Adrano, ha visto coinvolte realtà diverse ed eterogenee. L’esigenza sociale di risanare un’area degradata della città di Adrano, conseguenza della pluriennale incuria, ha sollecitato gli abitanti del quartiere a chiedere interventi significativi. Il Comitato Civico, sensibile a tali richieste e amareggiato per l’evidente totale abbandono di un Bene Comune trasformato da spazio pubblico – originariamente destinato a parco – a vera discarica, si è fatto promotore del progetto“Orti di Pace” calando nella realtà locale un’esperienza nazionale e coinvolgendo in partnariato operativo-didattico-funzionale, assieme all’associazione Vivisimeto, i ricercatori del DAU dell’Università di Catania, il 2° Circolo didattico “don A. La Mela” di Adrano, la sez. geometra dell’I.I.S.S. “P. Branchina” di Adrano, l’Amm.ne comunale.

L’applicazione didatticosperimentale si è così sapientemente coniugata ad una esigenza sociale e si è posta in continuità con la linea programmatica della rete degli Orti di pace sorta nel 2009 nel contesto dell’Ecoistituto di Cesena. L’esperienza di Adrano risponde pienamente agli obiettivi del Coordinamento Orti di pace in Sicilia, organismo di raccordo tra realtà che operano sul territorio siciliano nell’ambito dell’istruzione, della formazione, della riabilitazione, ricorrendo a pratiche di colture collocabili nel contesto delle biotecnologie e del bioregionalismo in cooperazione tra Università, Scuola, Enti, Istituti di ricerca, Centri di recupero, Impresa sociale, e che promuove e sostiene interventi condivisi finalizzati alla diffusione di comportamenti eco-sostenibili e alla valorizzazione di tecnologie eco-compatibili.

La prof. Tomarchio ha continuato illustrando come la prospettiva pedagogica di riferimento guarda prioritariamente a una pratica della coltura della terra quale esercizio atto a innescare processi di riconversione dell’uomo da fruitore passivo a soggetto produttore, generando un’ormai imprescindibile assunzione di consapevolezza rispetto ai quotidiani comportamenti di consumo. Nel quadro d’intenti espresso dal Coordinamento Orti di pace in Sicilia, spazio privilegiato assume l’attività di progettazione e realizzazione di specifici percorsi formativi, allo scopo di sperimentare, anche in chiave educativo-didattica, itinerari di conoscenza del mondo vegetale, delle sue specie, delle sue caratteristiche, dei meccanismi di interazione con l’ecosistema.

All’interno dell’iniziativa si collocano anche esperienze di impresa sociale legate al cooperativismo e all’associazionismo, espressione di quel privato-sociale che ha trovato nella coltivazione della terra secondo i canoni della cosiddetta “agricoltura biologica” uno spazio di azione orientato di volta in volta all’educazione all’ambiente, alla promozione della legalità, al recupero e all’inclusione sociale di soggetti svantaggiati. Su tale terreno, peraltro, non poche esperienze d’avanguardia di scuola attiva e campi scolastici, realizzate nel Primo Novecento in Sicilia (e anche ad Adrano), testimoniano l’esistenza di una peculiare, vivace tradizione di sperimentazione pedagogica. Di come il territorio, l’ambiente in cui viviamo, e in essi la relazione Giustizia-Pace, possano essere contemplati in buone pratiche e “costruiti” mediante un’ottica di partecipazione diretta e attiva degli abitanti ha relazionato l’ing. Filippo Gravagno, docente presso il dipartimento di Ingegneria e Urbanistica dell’Università di Catania – responsabile scientifico della partnership Università- Associazioni Valle del Simeto.

Nel presentare il “Patto per il fiume Simeto” quale importante strumento di pianificazione condivisa che vede impegnate nella sua “costruzione” Enti, Istituzioni, Associazioni, Cittadini capaci di vivere il territorio, tramandarne i patrimoni immateriali di cui sono unici custodi, applicare le buone pratiche di una gestione rispettosa dell’ambiente e delle sue leggi naturali, l’ing. Gravagno ha indicato l’iter procedurale per la realizzazione del Patto e l’inserimento della rete operativa negli Statuti comunali delle città che sorgono lungo l’asse del fiume Simeto tutto a vantaggio dei diritti propri di terza generazione e ha sostento con forza come una cultura di pace è un insieme di valori, attitudini, tradizioni, comportamenti e sistemi di vita condivisi; nello specifico, ha dato contezza del recentissimo evento del 26 Aprile 2012 che ha visto tutti uniti nel nome del Simeto.

educare-alla-giustizia-e-alla-paceIl fiume più importante della Sicilia, con la sua storia, la sua gente, la sua cultura, è stato il protagonista del Protocollo d’Intesa sottoscritto nella prestigiosa sede comunale di Palazzo dei Bianchi di Adrano, da rappresentanti di Enti locali, Università e Associazioni dell’area di interesse del Simeto. Il Protocollo d’Intesa, finalizzato ad avviare il Patto per il fiume Simeto e la definizione dello Statuto del Fiume comprende obiettivi che riguardano la valorizzazione e la salvaguardia di tutta la Valle del Simeto: un processo partecipato per costituire uno scenario condiviso volto a facilitare il dialogo tra i soggetti che, a vario titolo e ciascuno con proprie competenze e responsabilità, operano nella Valle del Simeto. All’Ateneo catanese viene assegnato il ruolo di ente catalizzatore che dovrà promuovere ricerche in partnership con i soggetti attivi del territorio.

Le dotte argomentazioni hanno sollecitato l’intervento del vice Sindaco avv. Turi Liotta, ass.re alla Pubblica Istruzione del Comune di Adrano. Egli, esprimendo vero apprezzamento per le esperienze di studio e di ricerca presentate durante l’incontro, si è detto disponibile a porre in essere tutte le condizione istituzionali per favorire l’avvio di una collaborazione di cui l’utenza e non solo scolastica sente necessità di presenza. Traendo le giuste considerazioni, si è portati a dire che la coscienza di educatori, di responsabili dell’istruzione e della formazione umana, della ricerca pedagogica, della promozione sociale in Sicilia e non solo chiama a iniziative che siano di incremento, raccordo e tutela di tutte quelle buone pratiche che aprono, sul campo, orizzonti di crescita diffusa dell’esercizio attivo e critico delle intelligenze. La partecipazione all’incontro, particolarmente calorosa e animata da pregevoli armonie musicali e da significative proiezioni di immagini ispirate a paesaggi e ambienti di pregio naturalistico, si è rivelata preziosa per pensare a futuri percorsi operativi.

Chiara prof. Longo
docente presso l’I.I.S.S. “P. Branchina” – Adrano
pres. Comitato Civico Salute-Ambiente onlus