Sabato 11 maggio 2019 la Fraternità Francescana Frate Jacopa ha promosso a Roma il Convegno Nazionale “Educare all’affettività”. Esperti nel campo della comunicazione, del rapporto Scuola e famiglia, e della cura del bene della famiglia, hanno affrontato l’importante argomento che coinvolge una dimensione fondamentale della persona e riguarda un compito primario della famiglia, ma al tempo stesso implica la responsabilità della società.
L’educazione infatti è sempre e comunque un’opera comunitaria e questo vale nell’ambito della famiglia – culla di ogni relazionalità – ma anche nel più ampio raggio, perché la famiglia nell’esercizio del suo compito ha bisogno della complementarietà della società, complementarietà con la scuola, con la società civile, con la comunità ecclesiale.
Educare all’affettività, con tutto ciò che concerne l’educazione alla sessualità, nella giornata di riflessione è stato proposto nell’orizzonte del costituirsi dell’identità della persona e in rapporto alla complessità del nostro tempo, che presenta anche la peculiare problematica introdotta con l’impulso della teoria gender, protesa a sostituire al dato di natura, la scelta dell’identità di genere.
Parlando di “Informazione 2.0. Famiglia e postverità” e di “Famiglie e Scuola di fronte alle nuove sfide educative. Quale alleanza?”, i relatori della mattinata, Dott. Massimiliano Menichetti (Giornalista, Coordinatore del Centro Multi Mediale della Santa Sede) e Dott.ssa Chiara Iannarelli (Vice Presidente dell’Associazione Articolo 26), hanno offerto interessanti chiavi di lettura dell’oggi e alcune coordinate su come incidere nella realtà, a partire dalla focalizzazione sulla comunicazione in cui siamo immersi in questa nostra società multicentrica, massmediatizzata e caratterizzata da un forte smarrimento etico-culturale. Un focus sulla comunicazione in merito alla affettività, alla sessualità, ma anche sulla concezione di famiglia che sta venendo avanti. Qui siamo stati richiamati ad avere sempre uno sguardo di attenzione complessiva perché l’operazione che va intervenendo è quella del distogliere dal dato creaturale.
All’inizio è stata posta la rottura col Padre Creatore (“maschio e femmina li creò”) a cui si accompagna sempre più l’altra rottura, tra l’uomo e la donna, invece che coltivarne la fondamentale reciprocità. Ne è venuto un sentito appello a saper trasformare le difficoltà in opportunità. Per farlo dobbiamo essere consapevoli dei due fronti che sono in presenza: da un lato la bellezza della famiglia, dall’altra parte il lavoro di destrutturazione della famiglia che diventa destrutturazione della società attraverso un processo di assuefazione, ripreso in vario modo da entrambi i relatori. Il punto cardine è la costruzione del bello, perché, pur a fronte della problematicità che c’è anche nella famiglia, c’è tanta bellezza che possiamo costruire ogni giorno con le nostre famiglie.
C’è tanta possibilità di coltivare tutto questo apprendendo a farlo anche nella comunione tra reti di famiglie, a vari livelli. E apprendendo ad incrementare l’alleanza scuola-famiglia, punto nevralgico per rispondere alle sfide educative oggi, in una situazione in cui si insinua in special modo proprio nell’ambito scolastico la criticità della teoria gender con interventi che vanno a colpire i ragazzi nella fase preadolescienzale ed adolescienziale quando non addirittura i bambini della scuola materna ed elementare, con conseguenze estremamente serie.
Il tema dell’affettività e della sessualità, in questa complessità ancora molto da esplorare, ci interpella per dare spessore anche ai corpi intermedi della società affinchè vadano in una direzione di intelligente tutela della famiglia. C’è una coscienza da rigenerare anche a livello sociale e politico per far sì che la famiglia possa essere veramente sentita e vissuta come risorsa, non come problema.
In questo quadro nel pomeriggio è stata proposta la riflessione della Dott.ssa Gabriella Gambino (Sottosegretario Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, docente di Bioetica e filosofia della famiglia) “Educare all’affettività in una prospettiva vocazionale”, che ha riportato al cuore ciò che è fondante per il processo educativo. Parlando di affettività occorre tenere presente che l’identità sessuata evolve continuamente e che nella famiglia ha il suo ambito di maturazione. Proprio per questo i ragazzi hanno bisogno di stabilità, hanno bisogno di sapere che possono crescere all’interno di una relazione stabile; hanno bisogno di sapere che quei cambiamenti che ci saranno durante l’adolescenza, possono avvenire nel contesto di una famiglia che non li lascia soli. Le sfide del tempo presente ci obbligano a ripensare tanti aspetti fondamentali del nostro essere cristiani e del nostro essere famiglia.
Posti davanti alla bellezza della famiglia, dal di dentro del sacramento del Matrimonio, siamo stati accompagnati a cogliere la meravigliosa responsabilità di generare i nostri figli nell’amore per rendere forte la loro possibilità di incontrare Colui che può offrire un progetto vero e autentico della loro vita. Nel grembo di vita che è la famiglia c’è l’aspetto generativo fisiologico ma unito a questo c’è l’aspetto simbolico e di amore profondo che è l’effettiva possibilità di generare alla vita vera.
Rivalorizzare ciò che già stiamo vivendo e orientarci a trasmetterne la bellezza e la grazia che abbiamo nel sacramento del Matrimonio attiene al primo compito generativo, intensamente espresso dalla Dott.ssa Gambino. L’altro punto di riferimento che sta alla base della nostra vita di fede, consiste nel rendere vero l’essere chiesa, l’essere popolo di Dio in cammino, popolo di famiglie che si aiutano a vicenda a testimoniare la fecondità della propria realtà matrimoniale e a discernere insieme le vie per riparare all’individualismo e al disorientamento antropologico dominante.
Per l’approfondimento degli importanti temi trattati
rimandiamo allo “Speciale” dedicato al Convegno nel
prossimo numero del Cantico.
ISSN 1974-2339