fossolojpegA quasi cinquant’anni dalla sua promulgazione (18 nov. 1965) la Costituzione “Dei Verbum” resta uno dei documenti più importanti del Concilio Vaticano II, perché ha ricollocato al centro della vita cristiana la Bibbia, la Parola di Dio.
Chi, come me, ha già numerose primavere sulle spalle, ricorda bene come in precedenza “Parola di Dio” significasse – praticamente – il solo nuovo Testamento, o anche il solo Vangelo. La “riscoperta” della Parola di Dio è stata favorita anche dalla riforma liturgica (Costituzione “Sacrosanctum Concilium” promulgata il 4 dic. 1963) che ha introdotto le lingue nazionali nella liturgia e soprattutto nella Santa Messa, riforma che ha avuto nel Card. Giacomo Lercaro, uno dei principali artefici. Già negli anni successivi al Concilio fiorirono numerosi “Gruppi del Vangelo”, sia nelle parrocchie sia nelle case, presso le famiglie disposte a ospitare.
A parte alcuni incontri in cui qualche partecipante poneva all’inizio la fatidica domanda: «Ma siamo sicuri che questa è veramente Parola di Dio?», generalmente si trattava di riunioni fruttifere, non solo dal punto di vista intellettuale, ma anche pastorale ed ecclesiale, in quanto si rafforzavano i legami tra i fedeli e si operava con più fluidità nelle iniziative parrocchiali. Mi riferisco in particolare alla Parrocchia di Santa Maria Goretti di Bologna, dove, anche grazie ai gruppi del Vangelo, ebbi occasione di conoscere Angela, che poi divenne mia moglie.
Ho voluto fare una piccola premessa storica per evidenziare come alcuni frutti del Concilio – tra i tanti – siano stati immediati. Anche oggi – e qui mi riferisco alla mia attuale parrocchia, Santa Maria Annunziata di Fossolo di Bologna – l’esperienza è valida e nei periodi forti (Avvento e Quaresima) vengono da anni organizzati gruppi del Vangelo nelle case. C’è una preparazione specifica (incontri con esperti teologi e biblisti) per coloro che sono chiamati ad animare i gruppi. Anche nel 2013 in Avvento si sono tenuti in diverse famiglie due incontri serali, su un testo predisposto dal Parroco. Sono stati messi degli avvisi all’ingresso dei vari condomini con l’invito di ciascuna famiglia ospitante.
In particolare ci siamo trovati venerdì 6 dicembre 2013, in un appartamento di via Fossolo 58, a casa di Gabriella. L’incontro, dal titolo «Cercatori cercati» è stato molto bello ed è stato guidato da Lucia e Graziella Baldo.
Dopo un momento di preghiera (recita del Salmo 25) siamo stati invitati a «raccontare quanto vissuto, provato, in una delle domande-piste indicate:
Ricordo un episodio della mia vita che ritengo importante per il seguito del mio credere?
C’è stato un momento difficile della vita, una sofferenza, forse anche un errore, che mi ha fatto riscoprire Dio vicino a me o che me Lo ha fatto lontano, estraneo?
Ricordo un passaggio della mia esistenza in cui una persona ha influito parecchio e ha lasciato un segno indelebile?»
Ognuno dei partecipanti ha esposto le proprie considerazioni che si sono allargate alle esperienze personali e di famiglia, gioiose e di prova. Una signora ha raccontato l’esperienza del proprio marito malato che, posto sotto la protezione di Padre Pio, ebbe la gioia di una guarigione quasi miracolosa. Qualcuno ha ricordato la figura del sacerdote sua guida spirituale. Vari sono stati anche i riferimenti all’insegnamento di Papa Francesco. Sicuramente un momento di grande sincerità, apertura, con un rafforzamento della fede.
Si è poi passati alla lettura del Vangelo (Gv 1, 37-39), appunto il brano dei «cercatori cercati», che ha portato ad ulteriori, profonde riflessioni. L’incontro si è concluso con una preghiera: «Al calar della sera».
In sintesi, una bella esperienza che pensiamo si sia ripetuta nelle altre case e famiglie, dove nella stessa sera e nel venerdì successivo si sono tenuti gli incontri, ben preparati e in linea con l’invito ad uscire verso le periferie di Papa Francesco. Occorre proseguire con queste esperienze, cercando di svolgere una maggiore opera di diffusione dell’iniziativa, avendo presente che il contatto personale è quello più efficace.
Per chiudere una riflessione di S. Angela da Foligno, tratta da una intervista di Zenit ad Alessandra Bartolomei Romagnoli, docente alla Pontificia Università Gregoriana e autrice del libro “Santità e mistica femminile nel Medioevo”: «La Santa Scrittura è altissima, ma non basta se rimane un libro cristallizzato. La Bibbia va compresa e vissuta. Deve trasformare l’uomo e fondare una comunione. Dio non ha parlato una volta per sempre e il Vangelo non è un testo del passato a cui guardare come un modello insuperabile. Esso deve rifondare il nostro futuro, ha un valore escatologico». Afferma l’autrice, che la crisi che stiamo vivendo «è insieme culturale, spirituale e di civiltà. Si torna ai testi dei mistici perché le loro esperienze offrono delle chiavi da cui ripartire.
Non è più sufficiente, o forse non lo è mai stato, un cristianesimo fatto di opere buone e di comandamenti: la gente non ha più paura dell’inferno e non crede più nel peccato. Sente, però, il bisogno di dare un senso alla propria vita e di trovare delle motivazioni per poter ricominciare a sperare.
La crisi che stiamo vivendo è, principalmente, una crisi di speranza. Serve un messaggio forte, capace di “rifondarci” come esseri umani».

Paolo Masina