“Stili di vita nel villaggio globale: Il pellegrino e il turista”
Incontro con P. Martín Carbajo Núñez ofm – Predazzo, 14 dicembre 2012
Il Comune di Predazzo con la Biblioteca Comunale ha organizzato un secondo ciclo di incontri per proseguire quel viaggio intrapreso già lo scorso anno fra le buone pratiche, comportamenti virtuosi e nuovi stili di vita per confrontarci e riflettere sul nostro futuro per un vivere insieme attento a custodire “la casa comune”. L’obiettivo di questa iniziativa è il fare emergere attraverso quali passaggi concettuali e pratici potrebbe essere possibile transitare da una cultura del consumo, ad una cultura di reciprocità, del rispetto e della valorizzazione delle risorse. Ben volentieri come Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa assieme alla rivista “Il Cantico” abbiamo aderito a questa importante iniziativa per portare il nostro contributo secondo quella specificità francescana che riteniamo un valore per la vita di tutti. L’incontro si è svolto nella serata di venerdì 14 dicembre presso l’Aula Magna del Municipio di Predazzo sul tema “Stili di vita nel villaggio globale.
Il Pellegrino e il turista” proposto da P. Martin Carbajo Nùnez ofm (Docente di Teologia morale presso la Pontificia Università Antonianum di Roma). La Fraternità Francescana e la Cooperativa Sociale Frate Jacopa sono già da qualche anno impegnate, attraverso gli incontri nazionali della Scuola di Pace, ad approfondire la tematiche sull’ambiente (custodia del creato e dei beni di creazione, come esigenza fondamentale per il bene comune, il rispetto della dignità di ogni uomo e delle generazioni future). Il tema della serata è stato un ulteriore tassello ben collegato alle tematiche trattate precedentemente su economia civile, reciprocità e gratuità, capitale sociale e bilanci di giustizia. La coinvolgente relazione di P. Martin ha offerto importanti piste di riflessione sui nostri stili di vita alla luce della esemplarità di S. Francesco. Marilena Lochmann nell’introdurre i lavori ha ringraziato l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco Dott.ssa Maria Bosin e dell’assessore alla Cultura Rag. Lucio Dellasega, e la Biblioteca Comunale nella persona del responsabile Signor Morandini Francesco, per aver accolto la nostra proposta di collaborazione organizzando insieme tale serata nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi della Sobrietà”.
Dalla relazione di P. Martin sono emersi forti e importanti stimoli a ripensare il nostro modo di essere nel mondo e a rivedere le forme sociali, politiche, economiche perché il creato possa divenire la casa della famiglia umana senza esclusioni. Si è manifestata forte la necessità di un approfondimento serio dei nostri stili di vita attraverso il rispetto delle regole della casa comune: 1) se non abbiamo cura distruggeremo il mondo, oppure la natura distruggerà noi. 2) non possiamo più continuare con la corsa sfrenata alla crescita economica. L’ecosistema non può sostenere questa crescita che porta ad abusare impunemente delle risorse naturali come se fossero inesauribili. Questo modello di sviluppo degrada la qualità della vita attuale e futura. 3) se distruggiamo la natura distruggiamo la nostra casa. Le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa. L’uso delle due figure “pellegrino” e “turista” ha destato curiosità e interesse nelle persone presenti. La figura del pellegrino e del turista, secondo il sociologo Bauman, sono modelli paradigmatici degli stili di vita predominanti della nostra società.
Il pellegrino si sente unito affettuosamente agli altri, ha bisogno di relazione, è sempre aperto alla gratuità e la sperimenta ogni giorno, ha bisogno degli altri per continuare il suo viaggio e trovare alimento e riparo. Apprezza quello che ha perché bisognoso. S. Francesco è stato pellegrino, ha voluto seguire Cristo pellegrino e forestiero, ha accolto tutti senza riserve e accettato con gioia di essere compagno di cammino. Dobbiamo essere tutti pellegrini per dare senso alla nostra vita. Per comprendere bene la figura del pellegrino bisogna confrontarla con quella del turista che è sempre di passaggio, lontano da tutto e da tutti, senza una meta unificatrice, senza una solida identità personale. La nostra è una società di turisti, si vive in perenne precarietà, senza un lavoro sicuro, senza legami e impegni definitivi, continuamente alla ricerca di novità. L’assenza di ideali rende più facile la caduta nel consumismo e nel narcisismo egoista. Bisogna impostare la società sulla comunione e non sul possesso. Di fronte alla malattia, al dolore, alla morte sentiamo bisogno di trovare un senso, queste realtà esigono compassione, tenerezza, ascolto, accoglienza e condivisione. Dobbiamo accettare la nostra fragilità ed incoraggiare la cultura del limite di fronte a una realtà che può essere dura e difficile. Non è felice colui che ha tutto quello che vuole, ma colui che gode di quello che ha. La crisi può essere pericolosa ma è anche un’opportunità di crescita. Il turista si trasforma in un consumatore perfetto che usa senza scrupolo tutto quello che trova per poi abbandonarlo e gettarlo via. Si lasciano da parte i valori della moderazione, della sobrietà perché tutto si presenta come necessità basilare. Bisogna recuperare lo stupore e la mentalità del pellegrino. Alla relazione sono seguiti interventi molto interessanti, da parte del pubblico presente, che hanno evidenziato un forte desiderio di “pellegrinaggio”, di riconciliazione con se stessi e con gli altri; l’importanza di scelte quotidiane di sobrietà per dare senso alle cose. E stata una serata bella e arricchente, un ulteriore petalo di questo fiore del percorso dei “Luoghi della sobrietà”.
A cura di Marilena Lochmann