La Quaresima è un momento speciale. La Chiesa lo definisce “un tempo propizio” per ascoltare la Parola di Dio e per cambiare il nostro modo di vivere. Come Gesù fu portato dallo Spirito nel deserto per ribadire il suo attaccamento al Padre e il suo Messianismo povero ed umile, così anche per noi il tempo della Quaresima è un tempo in cui ci sentiamo sollecitati a rivedere le scelte fondamentali della nostra vita.
E’ un tempo in cui con insistenza ci viene ripetuto: “Convertiti, e credi al Vangelo”. Papa Francesco, nel Messaggio per la Quaresima, ci ammonisce: “La Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la Misericordia di Dio”.
Questo invito pressante e ripetuto ci fa riflettere: ma da che cosa devo convertirmi; ho fede grazie a Dio, partecipo alla Messa, dico le preghiere, non faccio il male a nessuno, sono fedele alla mia famiglia… da che cosa devo convertirmi?
Nella Leggenda Minor S. Bonaventura scrive che il padre S. Francesco nel diciottesimo anno della sua conversione ricevette le Stimmate e nel ventesimo anno della sua conversione tornò al Padre. Come dire che S. Francesco, da quando incontrò il Signore, si mise in un cammino di conversione che durò fino alla fine dei suoi giorni.
Che S. Francesco intendesse la sua vita come un cammino continuo di conversione lo lasciano intravvedere anche le parole che pochi giorni prima di morire disse ad alcuni confratelli: “Fratelli, iniziamo a fare qualcosa perché finora abbiamo combinato poco!”.
Abbiamo bisogno di ripensare a cosa intendiamo noi per conversione. L’immagine biblica della conversione è l’uscita del Popolo eletto dall’Egitto.
All’inizio del cammino per uscire dalla scvhiavitù c’è l’intervento di Dio che manda un Profeta, Mosè. Mai gli Israeliti avrebbero pensato di poter sfuggire al potente ed organizzato stato egiziano con le sole forze a loro disposizione.
Uscita difficile ed attraversamento del deserto pieno di fatica e di pericoli e cammino verso la Terra Promessa.
L’Egitto rappresenta la condizione dell’uomo vecchio, l’uomo che è stato contagiato dal peccato che ha prodotto in lui quasi una seconda natura, che lo ha talmente ingannato da indurlo a pensare che questa è la sua vita normale, che è lui il dio della sua vita, che per essere felice ha bisogno solo di denaro, di fortuna nei vari campi della vita. La schiavitù in cui entra con il peccato imprigiona la sua dignità di uomo, e cancella la sua capacità di amare. Ma Dio può apparire, venire a incontrarlo, mandare un Mosè o un avvenimento e creare in lui una consapevolezza nuova sulla sua schiavitù e un desiderio di cambiare, di uscire, di mettersi in cammino verso la libertà, verso una condizione nuova. E allora si inizia un cammino per rinnovare il cuore, la mente, il comportamento. Non è facile, è un duro attraversamento, perché come il cammino nel deserto si incontrano “bestie feroci”, denigrazioni, isolamento, scoraggiamenti… Quello che sostiene è la consapevolezza di camminare verso una patria e poi il sentire che Dio cammina con noi.
Ma qual è la patria verso la quale camminiamo? Certamente c’è la patria finale, la vita con il Padre. Ma c’è anche una patria qui in terra, una patria più immediata nella quale possiamo entrare subito. È la vita di Gesù Cristo in noi. Nel Battesimo, per opera dello Spirito Santo, ci è stata data la sua natura, l’essere anche noi figli di Dio: “E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: “Abba!Padre!” (Gal 4,6).
Gratuitamente il Padre, nell’acqua del Battesimo ci ha donato lo Spirito del Figlio che ci ha resi figli e che ci dà il potere di gridare, insieme a Gesù: Padre! Noi sappiamo che il Padre ci ha chiamati secondo il suo disegno e “ci ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché Egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8,29).
Il cammino di conversione è il cammino per diventare conformi a Cristo, uomo nuovo, è uscita dall’uomo vecchio, dall’uomo intriso di peccato verso l’uomo creato in giustizia e santità. E’ un cammino per ripristinare lo splendore dell’immagine di Dio che il peccato aveva offuscato e che Cristo aveva restituito all’uomo assumendo personalmente il disegno di Dio Creatore. È un cammino lungo, faticoso, sostenuto dalla forza e dalla presenza dello Spirito. Durerà tutta la vita, fino al giorno del nostro ingresso nella patria celeste vicino al Padre.
Con il Messaggio di Papa Francesco vogliamo concludere: “La Quaresima di questo anno giubilare è veramente un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propia alienazione esiatenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia”. L’alienazione esistenziale è la nostra schiavitù, il nostro Egitto: da essa possiamo uscire acogliendo la Parola di Dio ed amando nel concreto della vita quotidiana i nostri fratelli: come ha fatto Gesù nella sua vita qui in terra.

p. Lorenzo Di Giuseppe

editoriale

Il presente sussidio intende offrire alcuni suggerimenti per consentire alle parrocchie e alle comunità cristiane di prepararsi a vivere con il maggior frutto possibile l’iniziativa 24 ore per il Signore (4 marzo) in questo tempo speciale del Giubileo della Misericordia.