Lo scorso 23-24 marzo a Sezano, presso il monastero dei Padri Stimmatini, si è svolto il ritiro in preparazione alla Pasqua della Fraternità di Verona e della Fraternità di Brescia. Ecco alcune riflessioni svolte da Don Gino Canali durante le due giornate.

canticocreaturejpgL’inizio del Cantico delle creature è una formula teologica che S. Francesco mette spesso nelle sue preghiere: “Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione”.
È l’idea che Francesco ha di Dio; il Cantico è rivolto a Dio, non ad altri. Chiamare così Dio (“bon Signore”) nel 1200 non è affatto una cosa comune; tutto il medioevo utilizza la liturgia dei monasteri, nella quale le caratteristiche attribuite al Signore sono diverse (es: “allontana i castighi che meritiamo”). Invece Francesco individua questa caratteristica del Signore: la bontà. Poi individua il rapporto tra Dio e l’uomo; si pone nella posizione di “piccolino” di fronte a Dio, l’unico che ha diritto alla lode. All’epoca non era così, si lodavano nelle preghiere anche esponenti del clero, nobili, ecc. Invece Francesco ci dice che solo a Dio va la lode: “Ad Te solo, Altissimo, se konfane, et nullu homo ène dignu Te mentovare”.
La lode va all’unico Dio e alle sue creature: “Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature”. Francesco riconosce nella creazione di Dio il segno più autentico della sua potenza e della sua bontà. Riconosce che le creature sono il segno più vero della grandezza di Dio e del loro valore. Ecco perché Francesco rispetta tutti gli animali: è estasiato dalla creazione di Dio, in questo è mistico.
Tutti gli elementi e le creature citate nel Cantico hanno un compito e un fine che sono il segno del “bon Signore” e hanno lo scopo di dimostrare la grandezza di Dio. Francesco rispetta la legge della Genesi: il sole serve per illuminare il giorno, ecc. (cfr. Gen 1). Quindi da una parte il segno di Dio, dall’altra il dono che il Signore fa all’uomo: il custode del Paradiso è l’uomo. Dio incarica l’uomo di custodire l’opera della sua creazione. Quindi per Francesco l’uomo ha questa responsabilità: custodire la creazione. Francesco non distrugge ciò che Dio ha creato, significherebbe togliere a Dio la bellezza della sua immagine. Allora Francesco è il custode della creazione di Dio così come Dio l’ha voluta: Francesco è l’uomo perfettamente armonico dentro la creazione di Dio.
Francesco è l’uomo che sta al giusto posto dentro la creazione di Dio. L’uomo non è padrone della creazione, ma custode. La creazione, quindi, non è fuori dalla Pasqua e noi siamo nella creazione: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio!” (Rm 8,19ss). S. Paolo ci dice che c’è un’unica creazione; come la creazione iniziale rappresentava la bellezza di Dio, così la creazione e la salvezza arriveranno alla fine del mondo: ci sarà una nuova creazione, così come Dio l’ha voluta.
Francesco si pone al servizio delle creature che Dio ha creato: “Dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio” (FF 199).
Per Francesco niente va modificato del piano della creazione, perché vorrebbe dire cambiare la volontà del Creatore. Per questo si mette al servizio delle creature, perché sono opera di Dio. Ma Francesco non è un estremista: Dio creò animali e piante per il benessere dell’uomo, ma chiedendogli di dare ad essi un nome ne fa il custode. Noi siamo fratelli e sorelle, intesi non solo come uomini e donne, ma anche come fratello sole, sorella luna, ecc. Quindi tutto ciò che entra nella relazione di Francesco entra a far parte del progetto di Dio. È solo la Pasqua che ci dà l’idea del compimento del progetto di Dio; anche la creazione andrà a far parte di questo progetto.
Francesco attraverso le creature loda il Creatore ma allo stesso tempo le rispetta: tutta la creazione va a lode di Dio. L’uomo è custode e deve invitare tutte le creature alla lode di Dio: la creatura diventa una persona capace di lodare il Creatore. Questo riguarda tutte le creature viventi ma anche quelle non animate, perché anch’esse sono creature. Ecco perché Francesco cammina con rispetto sulle pietre, sempre ricordando che Gesù Cristo è la “Pietra” di fondazione della Chiesa (FF 750).

Renato Dal Corso