perdon assisiIn questi giorni i nostri pensieri si danno appuntamento intorno alla chiesetta della Porziuncola che S. Francesco “amò al disopra di ogni altro luogo al mondo”. In essa 800 anni fa avvenne un fatto che ancora oggi vive nel cuore dei cristiani. Dovette accadere qualcosa che altre volte era accaduto: “Francesco si ritirò in un luogo adatto per la preghiera (nella Porziuncola). Vi rimase a lungo invocando con timore e tremore il Signore di tutta la terra, ripensando con amarezza gli anni passati malamente e ripetendo: ‘O Dio, sii propizio a me peccatore’. A poco a poco si sentì inondato nell’intimo del cuore di ineffabile letizia e immensa dolcezza. Cominciò allora come ad uscire da sé: l’angoscia e le tenebre, che gli si erano addensate nell’animo per timore del peccato, scomparvero, ed ebbe la certezza di essere perdonato” (FF 363).
Francesco pensò ai tanti cristiani che non riuscivano ad arrivare a questa esperienza che pure nella Chiesa era un tesoro per tutti. Ebbe una intuizione spirituale per far rendere disponibile a tutti coloro che lo volevano la certezza e la gioia del perdono. Si immerse di nuovo nel Signore ed ebbe una visione di luce vivissima: vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua sinistra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di angeli.
Francesco adorò con la faccia a terra. Il Signore gli domandò cosa desiderava per i suoi fratelli uomini. Francesco prontamente rispose: “Io misero e peccatore, chiedo che coloro che, pentiti e confessati, nel sincero pentimento di tutti i peccati, entreranno in questa chiesina, possano avere la remissione di tutte le loro colpe” Rispose il Signore: “Non hai chiesto poco. Ti accordo quel che hai chiesto. Ma vai dal mio vicario in terra per la conferma”. Il Papa Onorio III che in quel tempo dimorava a Perugia confermò questa particolare indulgenza e Francesco, attorniato dai Vescovi dell’Umbria annunciò alla gente questa grazia e parlando iniziò: “Voglio mandarvi tutti in Paradiso” (cf Diploma di Teobaldo).
In che cosa consiste l’Indulgenza della Porziuncola. Al tempo di S. Francesco, la forma di penitenza imposta dalla Chiesa era intraprendere un pellegrinaggio impegnativo a Santiago, a Roma,papa ad assisi e soprattutto a Gerusalemme. Si trattava di un viaggio pericoloso e difficile; non poteva essere per tutti: i poveri erano esclusi. Francesco aveva in mente proprio loro e per loro aveva ottenuto che la visita orante alla chiesetta della Porziuncola fosse accessibile a tutti coloro che avessero una conversione del cuore e un’intima disposizione al perdono.
Per comprendere il significato della Indulgenza occorre ricordare che il peccato, che dovrebbe essere lontano dal cristiano battezzato, è perdonato nel Sacramento della Penitenza: la Chiesa tramite un sacerdote invoca la discesa dello Spirito Santo che libera il penitente dal suo peccato e lo riammette nella Comunione dei Santi. Ma il peccato lascia conseguenze in chi lo commette. Dice Papa Francesco: “Nel Sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati che sono davvero cancellati; eppure l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane” (MV, 22).
Per cancellare questa cattiva conseguenza, questa ferita, questa infezione immessa dal peccato nella psiche e nel profondo del cuore, ci è donata l’Indulgenza del Padre che come nella parabola del Figliol Prodigo restituisce pienamente la dignità al figlio senza riserve. Inoltre interviene anche la santità della Chiesa, che unita alla redenzione di Cristo, forma un tesoro spirituale da cui attingere grazia di guarigione e di perseveranza nel bene.
Possiamo dire che l’Indulgenza che Francesco tenacemente chiese per coloro che entravano nella chiesetta della Porziuncola è la guarigione interiore della grazia che trasforma il “cuore di pietra” in “cuore di carne” e libera le persone dalla prigionia dell’egoismo, distrugge le strutture del male, dell’odio e della violenza e ripristina le strutture di pace e di fraternità. È una via per estirpare il male e le sue mortifere manifestazioni che attanagliano la convivenza umana e rendono tutti pieni di paura e di angoscia. L’indulgenza del Padre anche in questi tormentati giorni ci sollecita a costruire il bene della pace e la speranza dell’umanità intera.

p. Lorenzo Di Giuseppe

Innalziamo la nostra preghiera al Signore perché venga in soccorso alla nostra debolezza e con la potenza del suo Santo Spirito apra il cuore e l’intelligenza alle vie del perdono e della pace!