L’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco si sofferma sul perdono come espressione “commovente” di fraternità espressa ai massimi livelli, ma nello stesso tempo considera “umano” comprendere quelli che non possono perdonare, poiché il perdono è un atto immenso e proprio per questo incomprensibile.
Davanti a piccole offese è facile dimenticare. Ma il vero perdono è davanti alle grandi offese, non alle piccole e insignificanti. Inoltre “il perdono non implica il dimenticare” (FT 250) e non implica altresì, come invece credono alcuni, rinunciare a esigere giustizia. Il perdono richiede, invece, di riuscire a spezzare con il bene quella catena di odi, di vendette, di rivalità che nel tempo, se non c’è un’ inversione di tendenza, crescono, si esasperano provocando una distruzione sempre più devastante e la rovina di tutti: gli offesi e gli offensori. Il perdono rompe questa spirale di violenza.
Ma come è possibile riuscire a fare quello che sembra e che è umanamente impossibile? Da dove viene questa forza straordinaria così difficile da comprendere?
Alcuni pensano che il perdono sia una finzione di animi fiacchi e deboli che si lasciano dominare per viltà dai potenti della terra. Invece il perdono è la vera forza che ci viene donata, ma che noi non saremmo in grado nemmeno di ipotizzare tanto ci trascende e ci supera. Per esprimere la grandezza di questa forza Papa Francesco circostanzia con queste parole l’orizzonte di pensiero e di azione dell’uomo che perdona: “quando c’è qualcosa che in nessun modo può essere negato, relativizzato o dissimulato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che mai dev’essere tollerato, giustificato o scusato, tuttavia, possiamo perdonare.
Quando c’è qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare (FT 250).
Senza l’aiuto di Dio nessun uomo è in grado di perdonare. Di più: senza sentire di avere ricevuto il perdono di Dio, senza avere sperimentato la sovrabbondanza dei doni di Dio rispetto ai nostri meriti (e demeriti), è impossibile perdonare i fratelli.
S. Francesco nella “Lettera a un ministro”sottolinea la grandezza del perdono quando dice: “Ed io stesso riconoscerò se tu ami il Signore e se ami me suo servo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo che abbia peccato quanto più poteva peccare, che dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne ritorni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato” (FF 235).
Senza questa scintilla divina che è l’atto dell’essere perdonati e del perdonare (in questo ordine), non c’è salvezza, non c’è santità. E non c’è nemmeno fraternità, poiché è certo che non ci si salva da soli. E S. Francesco voleva portare tutti in paradiso.
Segno di questa volontà di S. Francesco di portare tutti in paradiso, è l’indulgenza del Perdono di Assisi chiesta dal Santo nel 1216 al Papa Onorio III per tutti coloro che, pentiti dei loro peccati e riconciliati con Dio attraverso il sacramento della Confessione, fossero venuti a pregare nella chiesetta della Porziuncola.
In questo modo per ricevere l’indulgenza non era più necessario andare in Terra Santa affrontando i rischi di un viaggio estremamente pericoloso e ricco di insidie, ma si privilegiava la conversione del cuore e della mente, ovvero di tutta l’interiorità, in spirito di santa orazione e devozione, per preparare l’incontro con la grazia del Signore.
Il Perdono di Assisi è per questo davvero un segno della modernità di un Santo come Francesco che è stato capace con il suo esempio di vita vissuta come incontro con ogni uomo in Cristo, di far rifiorire l’umano a partire da tutte le sue fragilità e concretamente, senza quelle facili idealizzazioni che possono comportare il rischio di ridurre il cristianesimo a un’ideologia astratta ed esteriore, disposta a scendere a patti con i potentati della terra.
Nel corso del tempo l’indulgenza fu estesa prima a tutte le chiese francescane e infine il 2 agosto a tutte le chiese parrocchiali. Ancor oggi in questa data è possibile ricevere l’indulgenza del Perdono di Assisi in tutte le chiese parrocchiali del mondo, ricevendo il Sacramento della Confessione e dell’Eucaristia in spirito di orazione, di penitenza e in accordo con le intenzioni del Santo Padre sotto la cui protezione oggi, come al tempo di S. Francesco, è posta la custodia e la cura del Perdono di Assisi.

La Liturgia del Perdono può essere
richiesta a info@coopfratejacopa.it 

FESTA DEL PERDONO DI ASSISI

Da mezzogiorno di domenica 1 agosto a lunedì 2 agosto si celebra la Festa del Perdono.

Riportiamo al nostro cuore il dono straordinario dell’Indulgenza concessa per intercessione di S. Francesco. C’è bisogno più che mai in questo nostro tempo di comprendere la forza rigenerante di quel perdono che ci rende a nostra volta capaci di perdonare.

La Festa del Perdono possa vederci impegnati a fare esperienza di perdono e ad evangelizzare il perdono: il perdono via alla pace nella famiglia, nella Chiesa, nella società. Avviciniamo alla possibilità di usufruire di questa speciale concessione, con la proposta della Celebrazione della Festa nelle nostre Parrocchie o là dove ci troviamo a vivere un momento di riposo.

Condividiamo con tutti la gioia del Santo di Assisi che, nel proclamare l’indulgenza ottenuta, ne ha proclamato la finalità fraterna: “VI VOGLIO MANDARE TUTTI IN PARADISO”.

Buona Festa!
LA FRATERNITA’ FRANCESCANA FRATE JACOPA