Testimonianza della Fraternità Francescana Frate Jacopa all’Assemblea CDAL

Come Fraternità Francescana Frate Jacopa da molti anni collaboriamo con il Servizio Accoglienza alla Vita, in particolare in Casa S. Maria della Vita in cui mamme e bimbi sono accolti.
La nostra presenza di volontari è un essere vicine alle mamme da sorelle, da amiche. Ascoltiamo le loro difficoltà, paure, speranze, ansie quando, superata la diffidenza iniziale, si sentono di parlarne.
Gioiamo dei loro progressi e soffriamo delle loro sconfitte in un dialogo semplice attorno al tavolo della cucina nella confusione dei bimbi con cui condividiamo una merenda.
Siamo loro vicine nella fatica di crescere da sole i propri figli e da sorelle con un po’ di esperienza cerchiamo di aiutarle ad affrontare problemi e difficoltà.
Ultimamente abbiamo cercato di rispondere maggiormente alla preoccupazione che le mamme hanno riguardo al percorso scolastico dei figli, creando momenti di aiuto ai compiti. E di questo ne sono molto grate, consapevoli dell’importanza per il loro futuro.
Con alcune mamme non più nella Casa abbiamo mantenuto un rapporto di amicizia e di sostegno e una di loro ci ha commosso dicendoci: “Certo che voi cristiani siete capaci di aiutare, di starci vicino…”.
Ci siamo quindi chieste se questa esperienza è predicazione informale del Vangelo. Nel nostro essere accanto alle mamme e ai loro figli, con delicatezza e gratuità, nel nostro prenderci cura di loro, abbiamo un po’ fatto incontrare Gesù che si fa prossimo, nostro fratello, vicino a ognuno di noi per amarci gratuitamente?
Riflettavamo su come a volte sia necessario “ri-spettare” cioè guardare di nuovo ciò che conosciamo meno e cioè le altre culture; si scoprono nuovi orizzonti e si comprendono meglio i cambiamenti del mondo attuale. Essere vicini, essere “tra”, come ci suggerisce anche l’esperienza di Francesco d’Assisi, è forse anche l’unico modo per una testimonianza efficace.
A volte è necessario anche sospendere il giudizio e molto semplicemente essere a fianco dei fratelli che ci capita di incontrare nella nostra vita quotidiana.
A volte capita che arrivi un grazie quasi inaspettato. Grazie di cosa? Poi pensi grazie di avere sorriso, di avere ascoltato, di essere stato semplicemente lì vicino.
Nella vita ci sono orizzonti e confini.
I confini li creiamo spesso noi per difenderci, perché abbiamo paura e rimaniamo sulla difensiva ma ci fanno ripiegare su noi stessi e ci rendono infelici perché l’uomo è stato creato per essere in relazione e solo in questo modo si realizza.
L’orizzonte invece ci fa alzare lo sguardo e ci fa tendere alla trascendenza, ci fa ricordare che noi dimoriamo sulla terra ma apparteniamo al cielo.
Forse è necessario trovare un giusto equilibrio tra queste dimensioni per vivere in armonia e rispondere veramente alla nostra vocazione e alla nostra chiamata.

Rita Montante e Costanza Bosi

 

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