L’attuale crisi non è solo economica, ma principalmente antropologica. Per superarla è necessario scoprire un nuovo umanesimo o una nuova giustizia che corrisponda all’identità profonda dell’essere umano.
Nel linguaggio comune esiste l’aggettivo “disumano”, ma non esiste l’aggettivo “disanimale”. È come dire che nel linguaggio è espressa l’idea che l’uomo può tradire la sua essenza ed alienarsi, mentre l’animale è sempre se stesso e non può fare altro che seguire il suo istinto. L’uomo ha la responsabilità di trovare un senso alle sue azioni, poiché esse lo trasformano umanizzandolo o, al contrario, disumanizzandolo.
Ma oggi la cultura dominante, proclamando l’insensatezza generale, deresponsabilizza l’uomo e lo abbandona al suo istinto che, contrariamente a quanto accade all’animale, genera in lui alienazione e crisi.
La reazione a questa visione nichilista è la ricerca di una verità sull’essere dell’uomo, sulla sua natura. Si tratta di scoprire una “grammatica naturale”, di principi universali espressione di un “denominatore comune per l’intera umanità”(Benedetto XVI, Discorso alla Pontificia Accademia per la Vita, 26- 2-10).
Benedetto XVI ci ricorda che non siamo sperduti in un universo senza senso. Dalla realtà emana una luce e un linguaggio che noi possiamo capire e che per noi ha un valore prescrittivo: si tratta della legge morale naturale. Essa “non è una minaccia alla nostra libertà, bensì una «lingua» che ci permette di comprendere noi stessi e la verità del nostro essere, e di modellare in tal modo un mondo più giusto e più umano”(Benedetto XVI, Discorso ai Vescovi degli Usa, 19-1-2012). I cristiani sono aiutati dalla fede rivelata che “non contraddice la ragione e non coarta l’umano, ma permette di vederlo più in profondità… Da un lato, quindi, c’è la legge morale naturale, come luce della coscienza posta da Dio in ogni uomo, la quale non è esclusivamente o prevalentemente confessionale, dall’altro però la Rivelazione cristiana e il compimento dell’uomo nel mistero di Cristo ne illumina e sviluppa in pienezza la dottrina. Fondata nella stessa natura umana e accessibile ad ogni creatura razionale, la legge morale naturale costituisce così la base per entrare in dialogo con tutti gli uomini che cercano la verità e, più in generale, con la società civile e secolare. Questa legge, iscritta nel cuore di ogni uomo, tocca uno dei nodi essenziali della stessa riflessione sul diritto e interpella ugualmente la coscienza e la responsabilità dei legislatori”(a cura di G. Crepaldi e S. Fontana, Terzo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo, Cantagalli, Siena 2012).
Graziella Baldo