IL PROGETTO ORIGINARIO DI DIO
famjpegNel Sinodo dei vescovi dell’America Latina, a Puebla nel 1976, Giovanni Paolo II incentrò la nuova evangelizzazione del Duemila sulla famiglia e sulla sua missione nel mondo.
Dopo questa intuizione profetica il Sinodo dei vescovi tenuto a Roma dal 26 settembre al 25 ottobre 1980 ha riflettuto, discusso e proposto diverse Proposizioni di cui Giovanni Paolo II si è fatto interprete presentando all’umanità l’Esortazione “Familiaris Consortio” che è la “magna charta” della nuova evangelizzazione. Dopo aver presentato la situazione della famiglia nel mondo d’oggi, la FC evidenzia che la famiglia prende dignità e senso dal fatto originale rivelato dalla Bibbia: l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. Perciò il suo compito nella vita è realizzare questa immagine e somiglianza.
Ma chi è Dio?
Per saperlo dobbiamo rifarci alla Rivelazione di Cristo che è l’unico a poter rispondere a tale domanda. “Dio è amore” (1 Gv 4,8)… l’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano” (FC 11).
L’amore non è un affetto che si aggiunge ad una realtà già esistente e sussistente in se stessa. Il Vangelo ci rivela che l’amore è l’esistenza, la sostanza, il tutto di Dio. L’amore è la forza che muove il mondo e ogni vero progresso.
Dio ha creato l’uomo per amore e perché ami. La persona umana non ha altro scopo se non quello di amare, altrimenti è una cosa, un’utilità.
Il luogo in cui si genera e si educa nell’amore è la famiglia. Essa non è una società o un’istituzione che abbia degli scopi particolari, come ad esempio una società di calcio o di commercio. Non è neppure una società culturale o politica. È la società delle persone.
Dio è famiglia. Non è un’unicità solitaria e sterile. È Padre, Figlio e Spirito Santo. La famiglia umana realizza se stessa quando diventa immagine e somiglianza della famiglia di Dio.
Oggi abbiamo un’immagine dell’amore deturpata dalle canzonette, dai media… cosicché abbiamo quasi pudore a parlarne, ma non dobbiamo cedere la armi di fronte a questa realtà (cfr. FC 6).
Forse si comprende meglio l’amore se lo si traduce in una parola che nel pensiero francescano si usa spesso al suo posto: dono. L’amore nella sua purezza più profonda è dono. La famiglia va compresa nella luce del dono mutuo.
Oggi la famiglia è in crisi perché manca la comunione profonda. È spaccata in se stessa perché non si collega più la sua realtà al dono mutuo attraverso il quale si formano le persone, poiché la persona è persona nella misura in cui si dona.
Siamo tutti dei grandi egoisti in linea col pensiero moderno che si fonda sull’affermazione cartesiana: “cogito ergo sum”. I rapporti tra gli individui in questo mondo sono sempre più guidati dall’utilitarismo, dal potere, dal profitto. Invece nella famiglia i rapporti sono gratuiti, all’insegna del dono per la crescita libera delle persone.
Gesù nella sua redenzione si propone anche come colui che rinnova il progetto originario di Dio sulla famiglia umana. Infatti quando gli Ebrei gli chiedono se sia lecito ripudiare la propria moglie dato che Mosè aveva dato il libello di ripudio, risponde: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così” (Mt 19,8).
Oggi più che mai si impone il recupero di una spiritualità della famiglia. In genere emarginiamo la parola “spiritualità” perché crediamo che indichi un mondo astratto, invece è quella concretezza che distingue l’umano dal beluino.
Anche se non lo sappiamo, in qualunque nostra decisione, orientamento, scelta abbiamo sempre una spiritualità che ci indica una scelta piuttosto che un’altra. Siamo sempre guidati da una spiritualità, cioè da una visione totalizzante che il nostro spirito ha in se stesso e aumenta o sviluppa in se stesso.
Fondamentale per l’evangelizzazione familiare è recuperare la spiritualità familiare. Nella FC Giovanni Paolo II invoca: “Famiglia, diventa ciò che sei!” (FC 17).
Certamente il progetto di Dio riguardo la famiglia è molto forte e degnissimo, però viene consegnato alla libertà degli uomini che possono deturparlo, contraffarlo e banalizzarlo.
La spiritualità della famiglia si mostra in diverse condizioni e scelte che custodiscono, rivelano, educano l’amore.

LA FAMIGLIA DI CRISTO
Per comprendere cos’è la spiritualità familiare dobbiamo partire da una riflessione che non rimanga nell’ambito di una dimensione puramente orizzontale o sociale, ma che si innesti nel mistero cristiano del battesimo.
Nel battesimo siamo chiamati a partecipare in profondità alla famiglia di Dio. Esso segna l’inserimento nell’alleanza tra Dio e l’umanità, sancita nel sangue di Cristo. Il battesimo è un sacramento che anticipa il sacramento del matrimonio, perché non è altro che l’inserimento nel mistero dell’amore di Dio per gli uomini.
Partecipare alla famiglia di Cristo significa vivere questa spiritualità profonda di comunione fra Dio e gli uomini. Quando i discepoli avvertirono Gesù che fuori dalla porta c’erano Maria e i parenti che lo cercavano, Gesù disse che la sua vera famiglia era costituita da chi ascoltava la Parola di Dio e la metteva in pratica. Costoro appartenevano alla famiglia di Cristo. Essa non è solo un eros spirituale di comunione che unisce gli uomini tra di loro, ma richiede a coloro che ne fanno parte, di realizzare l’amore di Dio e di metterlo in pratica.

A cura di Graziella Baldo