Scopri le meraviglie e i problemi del nostro mare e… pensa a cosa fare

Il nostro lavoro prende spunto dall’enciclica Laudato Sì, “il grido della terra e il grido dei poveri” e dall’idea di partecipare alla mostra organizzata da suor Mara Borsi e dall’Ufficio per l’Insegnamento della Religione Cattolica in occasione del Festival francescano.
Dopo aver presentato ai bambini della 4 A della scuola Ercolani di Bologna l’enciclica di Papa Francesco, Laudato sì, e proposto di lavorare sul Mar Mediterraneo (l’idea mi è venuta proprio per mettere insieme i problemi ambientali con quelli sociali), abbiamo fatto un brainstorming per trovare tutti gli argomenti che potevano riguardare il nostro mare sia in senso positivo che negativo. Ed ecco la sorpresa: le idee venivano fuori una dietro l’altra, concetti, immagini, riguardanti tutte le discipline scolastiche dalla geografia all’arte, dalla storia alle scienze, dall’educazione civica alla religione.
Le parole trovate sono state tantissime, circa 50 (che poi sono diventate le nostre caselle o temi da approfondire) c’è bisogno anche dell’aiuto della maestra Giovanna Puglisi, l’insegnante di Alternativa, e degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della Religione. Ora ci voleva l’intuizione giusta: come usare tutti questi argomenti? “Creiamo un grande gioco!” è la proposta dei bambini, ogni parola una casella in un percorso di scoperta dei problemi e delle possibilità del nostro mare.
Divisi a coppie o gruppi di tre, i ragazzi, scelte le parole che interessavano maggiormente, hanno approfondito i temi con una piccola ricerca al computer (a casa e a scuola). Ogni gruppo ha lavorato anche per realizzare il disegno della casella corrispondente alla scheda di approfondimento che è stata inserita nel percorso del gioco. Infine, dopo aver condiviso le ricerche scritte al computer, non ci rimaneva che unire tutte le caselle costruendo la plancia di gioco ovviamente usando materiale di riciclo. Ormai siamo lanciati, sta venendo davvero bene! Aggiungiamo qualche brillantino e procediamo alla scrittura collettiva del Regolamento di gioco. Il lavoro è durato ben due mesi, ma siamo felici per le scoperte incredibili che abbiamo fatto e soprattutto perché lavorare insieme ad un progetto comune è una cosa entusiasmante.
Vorrei poter citare tutte le caselle perché davvero tutte interessanti, ma non è possibile. Di certo quelle che abbiamo chiamato “immagini” sono quelle che riassumono le scoperte più belle. Il Mediterraneo è una CULLA, in cui sono nate le civiltà più importanti dell’antichità, le religioni monoteiste, ma anche il mito, il diritto e la democrazia. È una TAVOLA, a cui siedono per condividere ricette e tradizioni, ben 21 popoli diversi, in cui si mangia sano con la Dieta Mediterranea, dove c’è sempre posto per lo straniero, per colui che viene da lontano, accolto come un ospite gradito, quasi un’anticipazione del Banchetto Finale. È purtroppo anche un CIMITERO, al Mediterraneo è stata attribuita la colpa di uccidere esseri umani in fuga da guerre e carestie in cerca di salvezza in Europa. Ma non è il mare a ucciderli, abbiamo capito che sono alcune politiche, l’innalzamento di muri e la spregiudicatezza dei trafficanti di uomini. Abbiamo ricordato la corona di fiori che Papa Francesco ha lanciato in mare a Lampedusa, per restituire dignità ai tanti invisibili morti innocenti. Infine il Mediterraneo è una FINESTRA aperta sulla biodiversità e sui problemi del cambiamento climatico, sulla bellezza delle sue spiagge e sulla ricchezza dei suoi fondali (abbiamo studiato il granchio blu, e le altre specie aliene, prima che diventasse così tristemente famoso, e pensato a cosa possiamo fare di concreto contro l’inquinamento e per la riduzione dei rifiuti e della plastica).
Infine vorrei ricordare anche due opere d’arte che abbiamo analizzato. Uno zerbino creato da Banksy, l’artista provocatore, poeta, attivista che ci obbliga a guardare e a riflettere sulle condizioni della moderna società. È cucito a mano utilizzando il tessuto dei giubbotti di salvataggio abbandonati sulle spiagge del Mediterraneo dopo i naufragi e riporta la scritta Welcome. E la poco valorizzata Angel Unwares – Angeli Inconsapevoli, scultura in bronzo dedicata al tema dell’immigrazione, con 140 persone di diversi luoghi e epoche storiche, accomunati dal fatto di fuggire. L’artista canadese Timothy Scmalz ha preso come tema le parole della Lettera agli Ebrei: ‘Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli’ (13,2) e Papa Francesco l’ha inserita nella Piazza San Pietro a Roma per ricordare a tutti la sfida evangelica dell’accoglienza.
L’ascolto di alcuni brani musicali ci ha accompagnato e toccato il cuore, come la musica sa fare: “Il cantico delle creature” di A. Branduardi; “Fratello sole, sorella luna” di C. Baglioni, e “Il lamento del mare” canto in calabrese e arabo di T. Scimone.
Tanta fatica è stata ripagata da una bellissima accoglienza al Festival Francescano e dalla possibilità di partecipare alla mostra itinerante sull’ecologia integrale LA CURA DELLA CASA COMUNE. Una vera gioia poter dare anche il nostro piccolissimo contributo per la sensibilizzazione su questi temi così decisivi per il nostro futuro.

Fabiana Giuli docente IRC

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata