p. Lorenzo Di Giuseppe, ofm

Senza titoloTra i tanti doni che il Signore sta riversando sulla Chiesa e su tutta l’umanità in questi nostri giorni tramite Papa Francesco, possiamo includere la lettera enciclica Lumen Fidei (Luce della fede).
È questa la prima enciclica di Papa Francesco e quindi possiamo pensare che essa sia anche il programma che egli intende portare avanti nel suo servizio pastorale. Di sicuro essa dà voce ai numerosi gesti messi in atto da lui e sintetizza le sue numerose omilie. In essa ritroviamo il suo stile e la peculiarità dei suoi contenuti a cui andiamo abituandoci in questi primi mesi del suo pontificato. L’enciclica è nel contesto dell’anno della fede: è quasi un canto alla bellezza della fede, alla profonda umanità che si disvela quando l’uomo accoglie l’amore di Dio e si pone in dialogo con lui, pronto ad entrare nella vita che gli viene regalata.
Si avverte con evidenza che mentre scrive il Papa tiene presente l’uomo del nostro tempo che ha bisogno di una presentazione fresca della fede: egli infatti si è allontanato da una fede presentata come qualcosa di abitudinario e stanco, triste, senza alcuna attrattiva. L’enciclica comprende una introduzione e quattro capitoli. Nella introduzione viene presentata la fede nel suo aspetto più positivo e più bello: la fede è la luce capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo: “È urgente ricuperare il carattere di luce proprio della fede, perché se la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore” (LF, 4)
Il primo capitolo: “Abbiamo creduto all’amore”. La fede cristiana è fede nell’Amore di Dio, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di illuminare il tempo. “Abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi” (1Gv 4,16). L’amore di Dio si manifesta in pienezza in Gesù Cristo, nella sua morte e nella sua resurrezione. “Nella fede Cristo non è soltanto Colui in cui crediamo, la manifestazione massima dell’amore di Dio, ma anche Colui al quale ci uniamo per poter credere. La fede non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù” (LF 18). In Gesù l’amore di Dio appare affidabile, capace di trasformarci in una creatura nuova, e farci diventare figli di Dio.
Nel secondo capitolo: “Se non crederete non comprenderete”. Il Papa affronta il grande problema della verità: l’amore è fonte di conoscenza, l’amore di Dio ci trasforma interiormente e ci dona occhi nuovi per vedere la realtà tutta intera. “Se l’amore ha bisogno della verità, anche la verità ha bisogno dell’amore. Amore e verità non si possono separare” (LF 27). Occorre irrobustire il dialogo tra la fede e la ragione sulla verità del mondo d’oggi: la fede non è intransigente, il credente non è arrogante.
Nel terzo capitolo: “Vi trasmetto quello che ho ricevuto”. È il tema della evangelizzazione. “Chi si è aperto all’amore di Dio, ha ascoltato la sua voce e ha ricevuto la sua luce, non può tenere questo dono per sé” (LF 37). La parola ricevuta si fa confessione e la luce di Gesù brilla come in uno specchio sul volto dei cristiani. Mezzo speciale per trasmettere la fede sono i Sacramenti: “il risveglio della fede passa per il risveglio di un nuovo senso sacramentale della vita dell’uomo e dell’esistenza cristiana” (LF 40). La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo e la natura sacramentale della fede trova la sua massima espressione nella Eucaristia.
Nel quarto capitolo: “Dio prepara per loro una città”. La fede edifica la città, luogo in cui l’uomo abita con gli altri, è un bene per tutti. “La luce della fede è in grado di valorizzare la ricchezza delle relazioni umane, la loro capacità di mantenersi, di essere affidabili, di arricchire la vita comune” (LF 51). Il primo ambito è la famiglia e poi il mondo dei giovani; e ancora tutti i rapporti sociali: la fede dona un nuovo significato alla fraternità universale. Un ulteriore ambito è quello della natura: la fede ci educa a custodirla e a rispettarla.