Dal Rapporto mamme 2017 – Save the Children

img134Come ogni anno, Save the Children pubblica il rapporto sulla condizione materna in Italia, un’analisi completa, per quanto sintetica, di come vivono le mamme oggi nel nostro Paese.
Il benessere dei bambini è direttamente collegato a quello delle loro madri, tanto più se queste riescono a crescere nella loro dimensione personale, sociale e professionale. È importante quindi sapere come vivono oggi le mamme in Italia, utilizzando le statistiche a disposizione per comprendere le loro condizioni di vita rispetto alle decisioni di avere figli, lavorare o meno, chiedendoci anche come il Paese e lo Stato le sostengano in questo impegno quotidiano.
Essere madri in Italia è oggi infatti una dimensione ancora prevalentemente familista e privata. La responsabilità della cura ricade ancora troppo sulle spalle delle madri e, in seconda battuta, sui padri e sulla rete parentale che circonda la famiglia. Il nostro modello culturale, sociale e, in ultima istanza, anche politico, si appoggia ancora molto su questo modello patriarcale secondo il quale i figli sono ancora “di proprietà” esclusiva della famiglia e la loro cura tocca soprattutto alle madri.
Questo modello confligge però con quello che sta succedendo nel mondo, nelle nostre economie, che richiedono sempre di più che vi sia un doppio reddito per la sostenibilità economica delle famiglie. Il lavoro delle donne è dunque sempre più necessario per decenti condizioni di vita delle famiglie. Non è un caso, infatti, che le famiglie con un solo percettore di reddito, sia esso uomo o donna, sono quelle a maggiore rischio di povertà.
Questo modello economico presuppone quindi una presenza di donne nel mercato del lavoro, e dunque nella vita “pubblica” del Paese, sempre più necessaria per la sostenibilità e il benessere collettivo. Una dimensione che non può però essere più sostenuta senza una corrispondente e, soprattutto adeguata, assunzione di responsabilità e condivisione della cura dei figli da parte di soggetti esterni alla famiglia, non solo i servizi dello Stato, il terzo settore, le aziende, ma anche più in generale la comunità e la collettività.
Le famiglie e, all’interno di queste, le mamme avranno sempre maggiori difficoltà in futuro a sostenere, così come succede oggi, la cura dei figli, degli anziani, e al contempo produrre un reddito familiare adeguato per il sostentamento della famiglia: troppi e troppo intensi sono i cambiamenti sociali ed economici che obbligano ad un ripensamento del nostro modello di welfare.
La diminuzione delle nascite è infatti solo la punta dell’iceberg di una condizione demografica sempre più critica, non solo perché un Paese con pochi figli è un Paese che non cresce, in tutti i sensi, ma anche perché il carico del lavoro di cura, con sempre meno donne in età attiva e sempre più anziani, sta progressivamente aumentando.
I problemi sociali legati ad una situazione demografica sempre più difficile si vanno ad aggiungere, poi, ad una situazione economica che, dopo nove anni di crisi praticamente ininterrotta, ancora oggi stenta a riavviarsi verso un ciclo di espansione. Si ha la sensazione collettiva, ed i dati lo confermano, che si sia solo rallentata la corsa verso la decrescita, ma che non si stia ancora procedendo su un percorso stabile di crescita economica e sociale.
Per stimolare una dinamica economica e sociale virtuosa in questo senso occorre sciogliere alcuni nodi strutturali che condizionano lo sviluppo del nostro Paese, dei quali la crisi ci ha reso consapevoli con doloroso realismo e crudezza. Criticità che possono essere affrontate solo con una visione strategica pluriennale e di medio-lungo termine superando la logica interventista emergenziale.
I problemi strutturali dell’Italia sono ben conosciuti: il debito pubblico, la corruzione (l’Italia è terz’ultima in Europa e 60° nel mondo per l’indice di corruzione percepita), l’inadeguatezza infrastrutturale, l’inefficienza della pubblica amministrazione, che costa circa 30 miliardi di euro all’anno. Si ha meno consapevolezza, invece, di quanto pesino sulla crescita del nostro Paese i problemi di carattere sociale.
Un Paese che penalizza la presenza lavorativa di donne, giovani e stranieri rinuncia alle forze sociali più dinamiche e predisposte al cambiamento. è in questo contesto generale che si inserisce il tema della condizione delle mamme in Italia, una forza sociale ed anche economica poderosa ma dalle potenzialità ancora inespresse che potrebbe, con più sostegno e supporto, essere messa nelle condizioni di esprimersi per il maggiore benessere delle famiglie e della nazione nel suo complesso.
Scommettere sulle madri come forza sociale determinante per la crescita e lo sviluppo del Paese richiede certamente un cambiamento culturale nella mentalità collettiva, prima ancora che cambiamenti concreti. Un cambiamento evocato ed auspicato da molti anni e finora solo in minima parte osservato. 

Il Rapporto è reperibile su www.savethechildren.it