Anche per la corte di strasburgo la fecondazione eterologa non tutela il concepito
“La sentenza della Corte di Strasburgo dichiara illegittima la fecondazione artificiale eterologa”.
Questo il primo commento di Lucio Romano, copresidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita alla sentenza della Grand Chambre di Strasburgo che stabilisce che il divieto di fecondazione eterologa non viola la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo.
“Nella fattispecie, – continua Romano – il divieto di fecondazione eterologa pone le sue basi sulla necessità di tenere conto che la “dissociazione” di maternità e di paternità, propria della tecnica, crea dei rapporti del tutto diversi rispetto a quelli che si determinano con l’adozione. La Corte evidenzia in maniera inequivocabile la prevalenza di un principio fondamentale del diritto: la certezza dell’identità genitoriale”.
Conclude Lucio Romano: “Ancora una volta, nel giro di pochi giorni, dopo la recente sentenza sulla non brevettabilità degli embrioni, un organismo internazionale si pronuncia con chiarezza su temi eticamente sensibili e con argomentazioni rigorosamente laiche. I giudici hanno ribadito che non tutto ciò che è scientificamente possibile è anche eticamente lecito”.