p. Lorenzo Di Giuseppe

sNell’Enciclica “Laudato sì” Papa Francesco più volte fa riferimento a S. Francesco: inizia con le parole del Cantico delle Creature e termina l’Enciclica con una citazione dello stesso Cantico.
Questo per noi non può essere motivo di vanto, ma pressante invito alla riflessione e presa di coscienza dell’aver avuto, come dono gratuito, la vocazione francescana che non può lasciarci indifferenti; non possiamo lasciar cadere nel nulla la grazia di Dio che ci chiama a rendere presente nel nostro tempo l’esemplarità del Santo di Assisi.
Perché Papa Francesco si rifà con tanta insistenza a S. Francesco? Ce lo confida lui stesso rivelandoci prima di tutto perché alla sua elezione a Vescovo di Roma ha scelto il nome di Francesco: perché come un raggio di luce ha visto S. Francesco “come guida e come ispirazione” (LS 10), manifestando subito a tutto il mondo come intendeva vivere il suo compito di pastore di tutta la Chiesa.
Entrando poi nel tema della Enciclica “Laudato sì – sulla cura della casa comune” Papa Francesco afferma che è necessario un cambiamento nel nostro modo di abitare in questo giardino dove ci ha posti il Creatore e addita S. Francesco come esempio: “Credo che S. Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità […]
Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, per la sua dedizione generosa, il suo cuore universale” (LS 10). Papa Francesco individua l’origine dell’amore di S. Francesco per tutte le creature nel suo sentirsi intimamente unito a tutto ciò che esiste e nel contemplare la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà.
Tutta la persona del Santo, i suoi atteggiamenti interiori, i suoi atteggiamenti esteriori, la sua povertà manifestavano una radicale rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio. Rifacendosi ai biografi della vita di S. Francesco, l’Enciclica vede nell’armonia che S. Francesco viveva con tutte le creature come una guarigione della rottura provocata dal peccato alle origini dell’umanità, come una nuova alleanza con il creato, un ritorno allo stato di innocenza originaria (cf. LS 66 ).
Nella Enciclica Papa Francesco lancia un appello urgente a proteggere la nostra casa comune, a liberare la terra, nostra sorella e madre, da un consumismo dissennato, ad avere misericordia dello stato miserevole in cui l’abbiamo ridotta e di conseguenza come tutto questo ricada sui poveri provocando esclusione e sempre maggiore sofferenza.
L’appello è per tutta la famiglia umana: ogni uomo è sollecitato a scoprire le sue responsabilità e le sue possibilità di influire per far cambiare rotta. Papa Francesco anche qui ricorre a S. Francesco, per trovare un linguaggio comprensibile e capace di arrivare a tutti gli uomini, ai semplici cittadini, ai responsabili dei popoli, agli appartenenti a tutte le razze e a tutte le religioni. S. Francesco infatti è talmente povero, talmente umile, talmente libero, talmente amico e rispettoso di ogni uomo, che nessuno potrebbe non ascoltarlo e chiudergli la porta in faccia. La sua è una metodologia di pace che coinvolge credenti e non credenti.
Papa Francesco ci sta introducendo ad una comprensione più profonda della ricca personalità del povero ed umile S. Francesco. In particolare nella Enciclica “Laudato sì” ci fa capire che l’atteggiamento del Santo di Assisi non è sentimentalismo né romanticismo, ma la via per una vera conversione ecologica.