Dalle sofferenze dei bambini domande inquietanti sul rapporto uomo-ambiente
Testimonianza di Giuseppe De Poli alla Giornata per la custodia del creato 2016
È impossibile non parlare di malattie e disabilità quando si affronta il tema della salvaguardia del creato. Sono le cause più evidenti e tragiche che la noncuranza degli uomini ha prodotto, colpendo indistintamente adulti e, purtroppo, bambini.
Da oltre sei anni presto servizio di volontariato presso l’ABE, Associazione Bambino Emopatico, fondata nel 1981 da un gruppo di genitori di bambini affetti da leucemia, allo scopo di rendere ottimale il trattamento medico e sostenere i bambini e le loro famiglie durante il generalmente lungo periodo di cura.
L’ABE sostiene economicamente il reparto di oncoematologia pediatrica e il centro trapianti midollo osseo presso gli Ospedali Civili di Brescia…
Accoglie i bambini affetti da patologie onco-ematologiche e le loro famiglie provenienti da lontano mettendo a loro disposizione alloggi protetti…
Garantisce il servizio di trasporto in ospedale per coloro che non sono automuniti… Fornisce supporto psicologico… Partecipa alla formazione del personale medico e infermieristico… Promuove la ricerca in campo oncologico attraverso progetti di ricerca sulle leucemie pediatriche e altre forme tumorali… Coordina una rete di volontari per il sostegno del nucleo familiare presso l’ospedale ma anche per le incombenze di carattere burocratico e pratico, dal rinnovo dei permessi di soggiorno al più semplice “fare la spesa”…
Il mio servizio, oramai giornaliero, si esplicita tra l’andare a prendere i nuclei familiari nelle loro abitazioni sparse in tutta la provincia e in quelle circostanti e portarli in ospedale (ovviamente nelle primissime ore del mattino) per le terapie e riportarli a casa, a volte a sera inoltrata, e l’animazione che svolgo nel reparto con giochi e lavoretti vari, permettendo anche ai genitori la possibilità della classica boccata d’aria nell’arco di giornate/settimane/mesi difficili, sia fisicamente che psicologicamente.
I volontari sono poi coinvolti nella organizzazione di banchetti per la raccolta fondi e di eventi vari, tipo portare i bambini in via di guarigione allo stadio, in montagna per week-end sulla neve, al mare per la settimana di vacanza estiva e al lago per partecipare con attori, personaggi TV e calciatori alla regata che si tiene ogni anno l’ultimo fine settimana di settembre e che ha oramai risonanza nazionale.
In tutto questo ci sono le emozioni che ci portiamo dentro: saper ascoltare, sapere instaurare un rapporto di empatia, essere capaci di dare, consapevoli del tanto che riceviamo… “Essere” volontari e non “Fare” i volontari è indispensabile per coltivare rapporti autentici e dialoghi sinceri. A volte non è facile, ma bisogna anche farsi carico di situazioni drammatiche (non tutti i bambini riescono a concludere positivamente il loro cammino di sofferenza), e sapere essere un punto di appoggio per le famiglie pur nella drammaticità del momento.
È in queste occasioni che il volontario traballa e la domanda “Perché i bambini? Perché Signore?” viene mormorata da tante labbra. Ma la domanda, pur legittima nell’umano disorientamento del momento, andrebbe rivolta piuttosto all’uomo, che non ha saputo curare il giardino in cui Dio lo ha posto.
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L’uomo occidentale ha vinto la sua battaglia di sopravvivenza contro la natura.
La rivoluzione dei vaccini, seguita da quella degli antibiotici, consente oggi di non temere malattie che prima erano letali. Tuttavia, la vittoria ha dato all’uomo l’illusione di essere invincibile e di poter avere mano libera.
Gli effetti negativi di questa presunzione sono sulla carta…: un aumento annuo dell’1,7% dei tumori infantili dovuto, in parte, alle condizioni ambientali in cui vivono i genitori e i bambini stessi.
Del resto, pur non essendo ancora una evidenza scientifica di causa-effetto rispetto all’insorgenza dei tumori e all’inquinamento, il mondo della scienza sa che il 7% di essi è causato da fattori inalatori e il 30% da ciò che mangiamo.
Se poi l’analisi si estende a tutte le patologie infantili, emerge che il 25% è causato da fattori ambientali!
Una situazione complessa, intorno alla quale stanno lavorando intensamente l’As-sociazione Italiana Onco-ematologia Pediatrica unitamente alla Società Italiana di Pediatria e all’Istituto superiore di Sanità per dimostrare scientificamente il nesso tra l’aumento dei tumori infantili e l’inquinamento ambientale.
Come sopra detto, l’uomo ha usato la propria intelligenza per combattere le leggi di natura e sopravvivere… ma la partita è stata vinta solo a metà, perché il nostro controllo sulla terra ha avuto conseguenze negative che si ripercuotono su di noi, oltre che sulla Terra stessa.
Ma la pesante inquietudine legata all’aumento dei tumori infantili ha radici profonde, fonte di una grandissima preoccupazione. L’ambiente inquinato modifica il nostro genoma, aprendo la strada al cancro: l’esposizione delle madri a fattori inquinanti durante la loro vita, ancora prima dell’inizio di una gravidanza, modifica il DNA delle cellule genetiche. È stato dimostrato scientificamente che nei luoghi in cui si è verificata una esposizione prolungata a dosi minime quotidiane di sostanze tossiche, si assiste ad una degenerazione delle cellule staminali dei vari tessuti, esposte a continue sollecitazioni perché costrette a riparare lesioni e danni.
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Come evitare tutto ciò? Nel rapporto uomo-ambiente abbiamo vinto, perché viviamo di più, ma abbiamo anche perso, perché siamo vittime dell’inquinamento che produciamo. Inoltre si devono registrare ritardi anche di decenni dal momento in cui viene riconosciuta la pericolosità di una sostanza a quello in cui vengono adottate misure di protezione per la salute pubblica, per non parlare poi dei condizionamenti che la grande industria può esercitare sugli studi stessi.
D’altronde, ogni qualvolta si solleva una questione di salute pubblica che ha ripecussioni per miliardi di dollari sulla vendita di un determinato tipo di beni, l’onere della prova imposto a chi esamina i rischi può diventare talmente elevato da risultare insostenibile!
Sta di fatto che il risultato è drammatico: all’Onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale di Brescia (riferimento per due milioni di abitanti delle provincie di Brescia, Cremona e Mantova oltre a quasi tutti i paesi dell’Est Europa e dell’Africa settentrionale), si registrano 50/60 nuovi casi di tumori infantili all’anno, che si aggiungono ai circa 300 bambini in cura. Le forme tumorali oggi sono di più e più aggressive: un tempo a prevalere erano le leucemie che guariscono nell’85% circa dei casi, mentre la percentuale di guarigione scende al di sotto del 70% per le nuove forme (sarcomi, linfomi ecc.).
Il dato scientificamente provato è che il 33% delle malattie che colpiscono i bambini al di sotto dei 5 anni è dovuto a fattori ambientali.
Tutto perduto? Forse no, se rispettassimo e facessimo rispettare le leggi promulgate per prevenire e contenere l’inquinamento… Forse no, se avessimo più attenzione nei confronti della prevenzione primaria, evitando l’esposizione delle madri in gravidanza e del feto che, attraverso la placenta, può essere raggiunto da centinaia di sostanze tossiche.
Ma, più semplicemente, anche evitando, nei limiti del possibile, di esporre i più piccoli ai metalli pesanti, agli idrocarburi aromatici, al benzene che, a livello di passeggino, vengono assorbiti con grande facilità.