Un nuovo libro di José Antonio Merino

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Quindici lettere che san Francesco potrebbe indirizzare oggi a donne e giovani, governanti e finanzieri, medici e artisti, sacerdoti e banditi, difensori dell’ambiente e… a papa Bergoglio. I messaggi, le espressioni e i pensieri riportati nelle missive non compaiono esplicitamente nei suoi scritti, ma sono presi dalle biografie, dalle fonti e dagli scritti dei maestri della scuola francescana. San Francesco è l’ispiratore di queste epistole e il suo messaggio, vigoroso, fresco e autentico è capace di rivolgersi oggi, come ottocento anni fa, al mondo intero.

L’autore José Antonio MERINO, frate francescano minore spagnolo, è stato professore di storia della filosofia moderna nell’Università autonoma di Madrid e nel Pontificio Ateneo Antoniano di Roma, del quale è stato anche rettore.
Ha tenuto lezioni e conferenze in varie università e centri di studio d’Italia, Spagna, America Latina, Stati Uniti, Russia e Giappone. Ha scritto numerosi libri, alcuni dei quali tradotti in quindici lingue, e per le Ed. Messaggero Padova: Don Chisciotte e san Francesco: due pazzi necessari (2007), Francesco di Assisi e l’ecologia (2010)

La necessità di comunicare, come arte della comunicazione, sono inerenti alla persona vincolanti per essa. Mezzi imprescindibili per le nostre vite. Ora, il progresso culturale e lo sviluppo straordinario della tecnica, cambiano e trasformano gli stili e i modi di farlo.
Il genere epistolare ha subìto una profonda trasformazione. Non viene più usato nelle relazioni di amicizia, nella cultura, nell’informazione, nella diplomazia o nell’amore. Le tradizionali lettere sono state sostituite dalle poste elettroniche, dalle chats, dagli sms o da whatsapp. L’immediatezza ed efficacia tecnica hanno sostituito la tranquillità cordiale e la comunicazione dei sentimenti amorosi o di amicizia.
Attualmente si parla con interesse di relazioni planetarie, del mondo reale e del mondo virtuale, di scienza e finzione, della vicinanza tra materia e pensiero, tra materiale e spirituale. Ora, perché non di un dialogo tra il cielo e la terra, di lettere di personaggi morti o di santi?
Forse sorprenderanno non poco queste Lettere di Francesco d’Assisi dal suo esilio. Sono ottocento anni che Francesco lasciò questa sua amata terra, ma la terra mai si allontanò da lui né lui dalla terra. Quando era in vita, sempre desiderò essere in comunicazione con tutti. Per questo scrisse tredici lettere, nonostante fosse una persona di poche parole…
Nelle lettere che qui si pubblicano si trovano messaggi, espressioni e pensieri che non appaiono esplicitamente nei suoi scritti, ma vi sono impliciti, perché presi dalle biografie e dai maestri della scuola francescana, che intinsero le loro penne nell’inchiostro della spiritualità di Francesco. I maestri francescani partono dall’esperienza del fondatore dell’Ordine, vivono di essa e in essa si alimentano. In fondo, Francesco è il vero ispiratore di quello che qui si scrive nelle lettere. E, come tale, non credo che abbassino o deformino il suo modo di pensare e di sentire.
Con esilio intendo il più in là, l’altra sponda, alla quale non possiamo avere accesso diretto e della quale abbiamo tanta paura, timore o terrore. L’esilio interpretato come ciò che è lontano, estraneo, la non patria.
Per molti, il cielo è la patria e il nido degli uccelli o il mito inventato perché non ci stacchiamo dal suolo. Sembra che l’uomo attuale abbia alzato un muro o una rete nel firmamento perché il più in là, l’esiliato, non distragga i mortali dai loro affanni, distrazioni e interessi intramondani.
Tuttavia, in modo misterioso, tutti portiamo l’esilio nel nostro intimo, giacché non sempre riusciamo ad abitare nella patria nella quale stiamo, e ci sentiamo anche un poco scomodi perché non ci vediamo accolti come desideriamo. Nel fondo del nostro io, una permanente insoddisfazione inconfessata ci spinge a guardare in alto, perché lì c’è la nostra profondità.
Il messaggio che ci arriva dell’altra sponda, dall’esilio, proveniente da personaggi essenziali, fa sempre pensare e riflettere nei momenti più decisivi della nostra vita.
Speriamo che queste lettere possano trasmettere al lettore una nuova inquietudine, una ragionevole speranza, un po’ di allegria e, come no, un sorriso! Francesco di Assisi è sempre nuovo e sorprendente.

Dalla Presentazione dell’Autore