amnerisDomenica, 1 febbraio 2015, ho ricevuto il Premio all’Educatore “Barbara Micarelli”. Mi ha sorpreso piacevolmente l’attribuzione di questo riconoscimento per il lavoro di insegnante che ho svolto per decenni in modo semplice ma con grande dedizione e impegno.
Questa occasione è stata un invito speciale a ricordare tanti volti di ragazzi, le tante supplenze degli inizi e poi, finalmente, la possibilità di stare almeno un anno in una classe come è avvenuto a Nocera, a Spoleto, a Foligno e poi, infine, ad Assisi. Sono riaffiorate alla memoria difficoltà affrontate e superate, momenti bui in cui però era molto importante ascoltare i ragazzi, parlare con loro, con loro capire che a volte non ci sono risposte scontate ed è difficile, ma tanto difficile per tutti, affrontare la morte del babbo, della mamma, di un compagno o affrontare una malattia o le conseguenze di un grave incidente.
Serviva per il Premio un “testimone” del fatto che non fossi solo un insegnante ma un educatore.
Sinceramente la cosa mi ha imbarazzato un po’. In prima battuta avevo pensato di chiedere ad alunni già affermati nella professione o che fossero all’Università, ma poi ho fatto mente locale che al Liceo Scientifico di Assisi c’era ancora una mia classe a cui ho insegnato per un anno prima di andare in pensione: la quinta D.
Ho contattato i ragazzi chiedendo loro se c’era qualcuno che se la sentisse di “testimoniare”; un’alunna, Fabiola, si è offerta spontaneamente ed ha coinvolto altri compagni, in particolare Yari e Matteo.
Domenica pomeriggio, varcata la soglia del grande portone delle “Suore Nere” ho trovato i volti sorridenti dei miei cari e delle amiche che venivano a cercarmi: che gioia!
Seduta in prima fila, avevo accanto le altre persone che avrebbero ricevuto il premio che consisteva in una medaglia d’oro. C’era la moglie di Pietro Profumi (premio alla memoria) educatore ed uomo politico del territorio assisano, Sindaco della Città negli anni ottanta; c’era Giovanna Gaetan di Riese Pio X, una maestra, che ha lasciato una preziosa eredità a tutti i bambini a cui ha insegnato; Abramo Frigioni, di Celano, Dirigente scolastico, per molti anni docente impegnato nella scuola e nel sociale con grande disponibilità e competenza. L’incontro che ha avuto come Moderatore il Prof. Giovanni Zavarella, è iniziato con un concerto eseguito dai Cantori di Assisi diretti dal Maestro Gabriella Rossi; bello ed emozionante ascoltare un repertorio di canti veramente vario; particolari quelli dedicati alla terra d’Abruzzo e quelli trentini legati alla prima guerra mondiale.
Hanno rivolto un saluto ai convenuti la Presidente dell’Associazione Amici di Barbara Micarelli, Giovanna Centomini, Suor Lilia Agnese Contini,Vicaria Generale che ha ricordato un legame speciale che ci unisce (la mamma Maria era terziaria francescana), il Sindaco di Riese Pio X Matteo Guidolin, il Commissario Governativo di Celano Mauro Passerotti e il Sindaco di Assisi Claudio Ricci. Per ogni premiato è stata letta una nota biografica che evidenziava le motivazioni dell’attribuzione del riconoscimento e c’era poi un “testimone” diretto dell’operato educativo del premiato.
È andata oltre ogni mia aspettativa la testimonianza del mio alunno: avevano scritto una lettera a più mani e lui se ne faceva portavoce; la conserverò come “cosa” preziosa; ne riporto un passaggio:
“Forse uno dei migliori risultati per un professore può essere proprio quello di essere ricordato assieme alle materie che egli è riuscito a trasmettere con tanta passione, perché egli è riuscito a formare culturalmente degli individui, ma anche a porsi come punto di riferimento come persona, come modello. Questo è quello che è successo con la professoressa Marcucci: noi non la ricordiamo soltanto quando pensiamo allo “schema ad albero” o quando diciamo di tradurre una frase “ad recchiam” ma anche quando, nonostante la turbolenza della nostra classe nel primo Liceo, la professoressa riusciva a mantenere la calma e quando con un sorriso rimandava l’interrogato impreparato a posto. Tutto ciò senza mai rinunciare all’autorità della sua figura, o meglio alla sua autorevolezza.”
Assieme alla medaglia d’oro con l’immagine di Barbara Micarelli, mi sono stati consegnati dei fiori ed un cofanetto contenente due volumi su Sr. Maria Giuseppa di Gesù Bambino Barbara Micarelli: “Sono sempre in mezzo a voi” e “La regola sia la mia voce”. Sono stata circondata da tanto affetto; c’erano anche dei carissimi fratelli francescani.
Ho voluto condividere con voi questa gioia, forse manco un po’ di umiltà ma lo sento come un ringraziamento al Signore per tutti i doni che mi ha dato e mi ha concesso di mettere al servizio dei fratelli.

Amneris Marcucci

NOTA SU BARBARA MICARELLI
Per chi non lo sapesse, Barbara Micarelli, nata a Sulmona il 3 dicembre del 1845, era terziaria francescana e fin dalla gioventù si preoccupava ed occupava dei poveri, delle persone abbandonate; nel tempo la sua vocazione francescana si andò definendo come vocazione alla vita consacrata: “Consacrarmi al bene dei miseri, degli orfani, degli abbandonati, e per giunta divenire madre spirituale di anime col creare un Istituto di Suore che con me lavorassero nella Chiesa di Dio” (Scritto 4). Fondò l’Istituto delle Terziarie Francescane di Gesù Bambino che nella professione facevano voto di obbedienza, povertà, castità e carità.
Si preoccupò anche di dare un’istruzione gratuita alle giovani del popolo che altrimenti in quell’epoca di fine Ottocento sarebbero rimaste nell’ignoranza.
Volle la Casa Madre della Congregazione nell’allora piccola Santa Maria degli Angeli ed anche qui tanto si adoprò per la gioventù: dare una casa a chi non l’aveva ed essere nella strada per incontrare le persone: queste due delle caratteristiche del suo operato.
Un’alta tensione educativa la portò a creare scuole che nel tempo hanno reso un grande servizio alle comunità e ancora lo rendono. Gli ultimi anni della vita di Barbara Micarelli sono stati segnati dalla Croce: osteggiata, estromessa da ogni decisione, allontanata fisicamente dall’amata Assisi, vi tornerà ma dovrà morire “esule” dalle Suore del Giglio che l’avevano accolta perché le era stato pribito di rientrare nella Casa Madre che aveva fondato; era il 19 aprile del 1909; aveva sperimentato fino in fondo la perfetta letizia.

La Redazione del Cantico formula i più sentiti rallegramenti alla carissima Amneris Marcucci per il significativo premio alla sua opera di educatrice che continua nella testimonianza dei valori proposti attraverso i suoi scritti