papajpegMentre le voci dei partecipanti al Convegno Pastorale Diocesano, insieme al coro, innalzavano i loro canti in attesa del Santo Padre, tutti i cuori erano trepidanti; pochi minuti e il Papa sarebbe passato tra la gente, tra la gente che il Santo Padre in diverse occasioni richiama perché ogni persona prenda coscienza del “divenire popolo di Dio in cammino”. Ecco tutti gli sguardi, i volti verso il Santo Padre, questo tenero Papa Francesco che nel cuore del suo discorso rimanda ad un altro sguardo: lo sguardo di Gesù, al bisogno del suo sguardo.
Questo momento significativo ha segnato l’inizio del Convegno Pastorale Diocesano 2014 che si è svolto a Roma il 16 e il 17 giugno.
Nell’aula Paolo VI il Santo Padre è stato accolto con il saluto del Cardinale vicario Vallini, a cui ha fatto seguito il momento di preghiera iniziale; mentre un parroco e due catechisti hanno illustrato la situazione dell’iniziazione cristiana in diocesi di Roma con le sue luci e le sue ombre.
Papa Francesco ha poi fatto il discorso introduttivo al tema del Convegno: “Un popolo che genera i suoi figli”. Comunità e famiglia nelle grandi tappe dell’iniziazione cristiana.
Il giorno successivo, i partecipanti al Convegno, guidati da esperti, hanno lavorato in laboratori di studio, cercando di formulare orientamenti e proposte per l’anno pastorale 2014-2015.
Il Convegno quest’anno avrà un secondo appuntamento il 15 settembre presso la Basilica di San Giovanni con una sessione per i sacerdoti e una per i catechisti. In questo incontro il Card. Vallini esporrà gli orientamenti pastorali maturati nel Convegno per l’anno pastorale 2014-2015. La sessione si concluderà con la celebrazione del “mandato ai catechisti”.
Cercando di entrare nel discorso del Papa, non possiamo non tenere conto del fatto che prima del vero sguardo, lo sguardo di Gesù, si è orfani; infatti il mondo, che non guarda i suoi giovani, crea orfani. Gesù al contrario dice: non vi lascerò mai soli; donandoci Lui stesso, ci indica la strada per non fare orfani. Colti da questo sguardo, che ci fa popolo in cammino, che ci fa convertire il cuore, possiamo divenire Chiesa che diventa così veramente madre perché genera sempre nuovi figli alla fede, dimenticando l’“orfananza”.
In sintesi il cammino da percorrere è quello della conversione continua, soprattutto dell’anima. Per questo ancora oggi l’Evangelii nuntiandi di Papa Paolo VI è uno strumento a cui continuamente bisogna attingere per un cammino pastorale che renda manifesto il vero volto della Chiesa che non deve essere “zitella”, né deve essere una “vecchia da lifting” ma deve essere “Madre” che ancora oggi attrae i suoi figli.
Figli nel Figlio, figli nella storia, figli della reale storia che guarda il tempo e lo spazio dove Dio agisce e opera secondo misericordia e pazienza.
Papa Francesco ci ha invitato a pensare e a dire alla nostra Madre Chiesa quello che Elisabetta ha detto a Maria quando era diventata madre, in attesa del figlio: “Tu sei felice, perché hai creduto!”.
I temi del Convegno sono stati trattati in diversi gruppi di studio, tenendo conto degli obiettivi del convegno stesso: rilanciare l’azione apostolica della parrocchia per promuovere e consolidare l’appartenenza alla comunità ecclesiale dei ragazzi e dei giovani attraverso le tappe alla Mensa Eucaristica ma in un percorso che non sia orientato solo e unicamente alla preparazione ai sacramenti.
Altro obiettivo è stato promuovere la vita ecclesiale come ambienti di vita coinvolgendo genitori e famiglia nel cammino educativo ed avere attenzione alla crisi della preadolescenza e dell’adolescenza.
Tra i vari temi del convegno, è stato trattato nell’ambito della comunità cristiana e le famiglie dei ragazzi: “come costruire ponti ed abbattere steccati”. In questo gruppo di studio si è riflettuto sul fatto che ogni comunità deve smetterla di lamentarsi, considerando la realtà della famiglia di oggi e non avere pretese istantanee: Ogni comunità deve uscire dalle pretese considerando che oggi, nel contesto in cui viviamo, ci sono delle realtà di vita e di famiglie molto variegate e non più omogenee come una volta; ci sono tante storie diverse. Ogni comunità deve ascoltare e, più che vivere momenti di condivisione, deve vivere esperienze di carità.
Tante sono state le esperienze che ogni parrocchia comunità ha testimoniato; è emerso l’importanza del ricordarsi che la Chiesa è una perché Dio è uno e che essa è madre perché genera figli nella fede.

Patrizia Ducato