p. Lorenzo Di Giuseppe

La Festa del Perdono possa
vederci impegnati a fare esperienza di perdono
e ad evangelizzare il perdono: il perdono via alla pace
nella famiglia,
nella Chiesa, nella società.
Condividiamo con tutti la gioia del Santo di Assisi che,
nel proclamare l’indulgenza ottenuta,
ne ha proclamato la finalità fraterna:

“VI VOGLIO TUTTI IN PARADISO.
Buona festa

Entrando nella grande Basilica papale di S. Maria degliAngeli subito gli occhi vanno alla piccola chiesa della Porziuncola custodita amorevolmente nel seno profondo della grande chiesa come un prezioso gioiello. Di questa chiesetta stupisce una grande porta che sempre rimane aperta. È una porta che non può essere chiusa; è costruita per rimanere sempre aperta. Vien da pensare che i monaci benedettini, proprietari della chiesetta, l’avessero costruita così al centro di una radura bonificata per invitare i numerosi lebbrosi che si aggiravano in zona ad entrare per una preghiera ed anche per trovare un po’ di riparo.
O forse è stata la volontà precisa di S. Francesco che ottenne la chiesetta dai benedettini per farne il luogo della memoria degli incontri con il Signore e dove insieme a S. Chiara e alla primitiva Fraternità ricevette con chiarezza le indicazioni della via a cui lo chiamava il Signore Gesù Cristo.
Ottenuto il dono dell’uso della chiesetta, Francesco e i suoi compagni, dopo la liberazione dai rovi e dalle erbacce, intravvidero la necessita di un restauro che comprendeva anche una grande porta, una porta invitante ad entrare, una porta come un grande cuore aperto che semplicemente ti invita a fare un incontro con qualcuno che ti aspetta. Colpisce la sproporzione tra la porta e la grandezza della chiesetta.
Di sicuro qualcuno l’ha voluta così. Probabilmente proprio S. Francesco, con la sua capacità di guardare lontano.
Questa porta esageratamente larga ci dà un messaggio: ci invita a riflettere sulla misericordia di Dio di cui la Porziuncola è un luogo privilegiato.
La chiesetta è dedicata a Maria la Madre che Gesù ci ha donato sotto la Croce, come sicura testimone del suo amore e della sua misericordia. A volte in noi sorge il dubbio: noi crediamo alla misericordia infinita di Dio, al suo perdono senza limiti. Ma può Dio non stancarsi mai di noi, dei nostri propositi puntualmente disattesi, metterà pure un temine ai nostri tradimenti… Sono i nostri ragionamenti, fatti a nostra misura.
Per nostra fortuna Dio non è così. “I suoi pensieri non sono i nostri pensieri”. Papa Francesco nella Enciclica “Misericordiae Vultus” scrive: “La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato e nessuno può porre un limite a Dio che perdona” (MV, 3).
Nella stessa struttura della Porziuncola c’è qualcosa che va oltre i nostri criteri: entrando in essa, viene in noi una pace, siamo avvolti in un profumo di preghiera, è come se attingessimo ad una sorgente di acqua pura che fa rinascere in noi una vita nuova. Si avverte la presenza di uno che ci attende per rinnovarci la sua amicizia e spesso per riabbracciarci come il Padre del Figliol Prodigo.
Qui Francesco si sentì perdonato e rinnovato nel suo intimo. Qui scoprì definitivamente la sua vocazione: ascoltando la Parola di Dio: si sentì chiamato a portare nella Chiesa, come al tempo degli Apostoli, l’annuncio del Vangelo, la notizia del perdono di Dio per ogni uomo. Qui anche Chiara si sentì avvolta dall’amore di Dio e qui diede inizio alla concretezza della sua conversione alla vita di comunione profonda con Cristo.
Nei secoli un popolo numeroso è entrato e si è soffermato in preghiera tra queste nude pareti sospirando: Signore qual è la tua volontà per la mia vita?
E sempre sono ripartiti con il proposito di dedicare la vita a portare Dio misericordioso agli altri, sentendo la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’Amore del Padre.
Anche noi oggi siamo invitati dalla Chiesa a condividere il desiderio di offrire misericordia agli uomini che incontriamo e questo per servire l’uomo aiutandolo a guarire nel suo intimo.

IL PERDONO D’ASSISI

Tavola di Prete Ilario in Porziuncola

Quello che ha reso nota in tutto il mondo la Porziuncola è soprattutto il singolarissimo privilegio dell’Indulgenza, che va sotto il nome di “Perdono d’Assisi”, e che da oltre sette secoli converge verso di essa orde di pellegrini. Milioni e milioni di anime hanno varcato questa “porta di vita eterna” e si sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grande Indulgenza della Porziuncola, la cui festa si celebra il 2 Agosto a partire dal mezzogiorno del 1 agosto.
L’aspetto religioso più importante del “Perdono d’Assisi” è la grande utilità spirituale per i fedeli, stimolati, per goderne i benefici, alla confessione e alla comunione eucaristica. Confessione, preceduta e accompagnata dalla contrizione per i peccati compiuti e dall’impegno a emendarsi dal proprio male per avvicinarsi sempre più allo stato di vita evangelica vissuta da Francesco e Chiara, stato di vita iniziato da entrambi alla Porziuncola.
L’evento del Perdono della Porziuncola resta una manifestazione della misericordia infinita di Dio e un segno della passione apostolica di Francesco d’Assisi.
Le fonti narrano che una notte dell’anno 1216, S. Francesco è immerso nella preghiera presso la Porziuncola, quando improvvisamente dilaga nella chiesina una vivissima luce ed egli vede sopra l’altare il Cristo e la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli.
Essi gli chiedono allora che cosa desideri per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco è immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
“Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli dice il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
Francesco si presenta subito al pontefice Onorio III che lo ascolta con attenzione e dà la sua approvazione. Alla domanda: “Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?”, il santo risponde: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice, il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, annuncia al popolo convenuto alla Porziuncola: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata