Ai ritmi attuali per raggiungere il 60% della popolazione si impiegherà oltre tre anni. Ma il rischio che la pandemia globale non si arresti passa anche da una campagna di vaccinazione mondiale diffusa in maniera diseguale che non riesce a impedire la moltiplicazione delle varianti.

 

La campagna vaccinale sta andando molto a rilento nel continente africano. Secondo l’Africa Centres for Disease Control and Prevention (Africa CDC), al 9 agosto, il continente africano ha ricevuto 102 milioni di dosi di vaccino anti-Covid-19, e ne ha somministrate circa 70,6 milioni. Per raggiungere l’obiettivo di vaccinare almeno il 60 per cento della popolazione (circa 780 milioni di africani) l’Africa avrà bisogno di circa 1,5 miliardi di dosi di vaccino.
È evidente che di questo passo il continente africano non solo rischia di diventare un gigantesco serbatoio di nuove varianti, ma potrebbe assistere al collasso del proprio sistema sanitario ed essere inerme di fronte ad una possibile paralisi delle attività generatrici di reddito.
La liberalizzazione dei brevetti, proposta da India e Sud Africa all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) – il cosiddetto Trips waiver (moratoria sulla proprietà intellettuale) – appoggiata da oltre cento paesi tra cui gli Stati Uniti e sostenuta fortemente dalla Santa Sede, potrebbe certamente aiutare, ma l’Unione europea (Ue), almeno per il momento, si oppone (governo italiano compreso).
Cosa dire? È una vergogna, soprattutto pensando a certi politici che si riempiono la bocca dicendo degli africani: «Aiutiamoli a casa loro!»

Dal Blog di Giulio Albanese

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata