Riportiamo alcune risonanze tratte dagli incontri sul Padre Nostro fatti dalla Zona Pastorale Fossolo della Diocesi di Bologna.

Per commentare il versetto del Padre Nostro: “Ma liberaci dal male”, è stato scelto il seguente brano evangelico:
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo». Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo» (Mc 7, 14-23).

Il brano evangelico che abbiamo letto pone in risalto che il male non è qualcosa di astratto ed esterno a noi, da cui nella preghiera del Padre nostro chiediamo di essere liberati restando a guardare passivamente.
L’Esortazione Apostolica GE dà concretezza al problema del male osservando che la richiesta di liberazione espressa nel Padre Nostro sarebbe più precisa invocando la liberazione dal Maligno.
Ma chi è il Maligno?La GE spiega che il Maligno non è un’idea. Il Maligno è un “essere personale che ci tormenta” (GE 160) con le sue tentazioni e contro il quale bisogna lottare.
Pensare che sia un simbolo o un’idea è un inganno dello stesso Satana, perché tale inganno porta ad “abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti… E così mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita” (GE 161) entrando nel nostro cuore per abitarlo con impurità, furti… che sono le cosiddette opere della carne compiute nel rifiuto della volontà di Dio e quindi nell’autoreferenzialità.
Le forme di autoreferenzialità più insidiose perché passano inosservate, sono quelle di coloro che, non avendo commesso gravi mancanze contro la Legge di Dio, si lasciano andare ad una specie di “stordimento o di torpore” (GE 164) che fa “scivolare verso la corruzione” (GE 165).
Ma ancora più nascoste sono le forme di autoreferenzialità di coloro che usano la Legge compiacendosi di se stessi per aver fatto tante cose buone. Costoro pensano che il proprio impegno li salvi grazie alla loro capacità di seguire in toto la Legge di Dio. Costoro hanno la stessa superbia di coloro che si ribellano a Dio e rifiutano di compiere la sua volontà.
Concludendo, i diversi tipi di opere della carne esaminate hanno solo un nome: autosufficienza. Chiediamo allora al Padre nostro di liberarci dal male della carne, dall’autosufficienza che si annida all’interno dell’io nel cuore e nella mente!
È l’esperienza dello Spirito di Dio che dà la salvezza, perché ci fa uscire dall’autoreferenzialità.

Graziella Baldo

È mentalità comune porre nel cuore la sede della bontà. Si dice infatti: “Vengo col cuore in mano”, “parlo dal profondo del cuore” ecc. Invece il Vangelo di Marco dice che dal cuore dell’uomo [ossia dall’interiorità] escono i propositi di male.
L’uomo debitore di cui abbiamo parlato quando abbiamo commentato le parole del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”, è colui che riconosce di avere un cuore malato, bisognoso di essere sanato. “Gli affetti – dice S. Bonaventura – hanno bisogno di essere sanati, ordinati e rettificati. È l’amore, radice di tutti gli affetti che deve essere sanato. Ma l’amore umano non si può risanare se non mediante l’amore divino” di cui la croce di Cristo è l’espressione più alta. È Cristo il “medico” che ci può risanare.
Quando parliamo d’amore nella nostra cultura ci riferiamo a quello tra le persone umane e perdiamo di vista l’amore divino che, invece, è il solo che ci può salvare e liberare dall’influsso del maligno.
Signore, fa’ che non ci lasciamo sedurre dal male, ma che, seguendo il tuo esempio, ripaghiamo il male con il bene, sapendo che il bene viene solo da Te che sei l’“albero della vita” per la nostra salvezza.

Lucia Baldo

Il Cantico
ISSN 1974-2339
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