Dalla Relazione introduttiva al Seminario Cei sulla Custodia del Creato, 24 marzo 2017

Prof. Simone Morandini, Fondazione Lanza

Pubblichiamo l’introduzione al Seminario Cei per la Custodia del creato tenutosi a Roma (Palazzo Respigliosi) il 24 marzo 2017 “Ecologia integrale: buone pratiche tra giustizia, bellezza ed economia. Frutti della Laudato sì’”. Gli interessanti contributi su Aree tematiche ed esperienze ecclesiali che ne sono seguiti – Terra e terreni (don Paolo Bonetti, Cons. Ecclesiastico Naz. Coldiretti); Energia e finanza sostenibile per il clima (dott. Andrea Stocchiero, Polity Officer Focsiv); Energia e parrocchia ecosostenibile (ing. Andrea Zappacosta, Uff. Naz. beni culturali ecclesiastici e edilizia di culto); Laudato sì’ e lavoro pastorale/ecclesiale delle nostre parrocchie (don Gabriele Scalmana, resp. Salvaguardia Creato, diocesi di Brescia) – sono integralmente reperibili su www.chiesacattolica.it Uff. Pastorale Problemi sociali e lavoro.
L’incontro aperto dai saluti del Direttore UPSL, Mons. Fabiano Longoni, si è concluso con alcune note proposte dalla giornalista TV2000, Dott.ssa Licia Colò, a cui ha fatto seguito la Cerimonia di consegna dei diplomi del Master di Alta Scuola per l’Ambiente a cura del prof. Pierluigi Malavasi (Università Cattolica Brescia), a testimonianza di come i giovani possono essere accompagnati a costruire un futuro sostenibile.

img146A quasi due anni da Laudato Si’ (d’ora in poi LS),sempre più la scopriamo come potente testo generatore, amato ed apprezzato da molti, benché spesso non ancora abbastanza valorizzato nelle nostre comunità… Un testo, che davvero si presenta come generatore, vitale, su diversi livelli interconnessi (e già nel dire questo sto sintonizzandomi con le indicazioni di LS, secondo la logica di complessità cui invita l’ecologia integrale) ed almeno alcuni di essi vanno velocemente richiamati.
1. LS è un testo che vivifica una passione per la creazione di Dio e per le creature che la abitano, a partire dagli esseri umani; che muove alla percezione di una misericordia divina che è anche per la terra e per tutti i viventi che la abitano; che orienta alla scoperta di un amore più grande del cosmo. In tal senso il forte accento posto sull’icona di Francesco d’Assisi (in particolare nn. 10-12), uomo dei poveri e di sora madre terra; uomo radicalmente di Cristo e proprio per questo uomo di tutti. Esso consente a papa Francesco di esprimere in una grande ricchezza immaginifica di linguaggio il suo affetto per il creato. Ma non va neppure scordata – in particolare in questo 2017 anno della Riforma protestante – la rilevanza del corposo gioco di riferimenti ecumenici, a partire da quello a Bartolomeo I di Costantinopoli (nn. 7-9), ma anche quello a P. Ricoeur (nota 59, n. 85) ed a J. Moltmann (nn. 79-80).
2. LS è un testo che intende far sorgere e coltivare in “ogni persona che abita questo pianeta” (n. 3) il senso della cura della casa comune. È una metafora che evoca una convivenza, un abitare assieme, e che davvero appare centrale per la prospettiva etica di papa Francesco. Si dispiega qui un’inedita ampiezza di orizzonte, in cui la ricchezza dell’umana avventura sul pianeta è colta a partire a partire dalla specificità della questione ecologica, assunta e meditata con attenzione e sistematicità, assumendo efficacemente lo sguardo delle scienze ambientali (cap. I).
Spesso si ripete il felice slogan che LS non è un’Enciclica verde, ma un’Enciclica sociale; andrebbe però aggiunto che proprio nel dire questo Francesco evidenzia come nell’Antropocene non si possa più pensare il sociale, parlarne ed operare in esso senza essere profondamente verdi. Potremmo dire in tal senso che ciò cui invita la LS è una nuova narrazione, che tenga assieme il sociale e l’ambientale; la teologia della storia (e dell’agire storico-sociale) e la teologia della creazione e della sua custodia; il civile e il sostenibile.
In questa direzione orienta la potente meditazione teologica del cap. II, ma ancor più il VI con l’enfasi posta su una rinnovata pervasiva spiritualità del creato e su una forte attenzione educativa che muova da gesti concreti. LS chiama, insomma, ad un profondo rinnovamento delle categorie interpretative: se la Dottrina Sociale della Chiesa offre ormai strumenti importanti per una presa in carico della dimensione ecologica in tutta la sua complessità, tuttavia anche per chi ad essa si rifà è forte il rischio – sottolineato da Francesco – di un’“ecologia superficiale” (n. 59), che ricopre di patine verdi ciò che si è sempre fatto o che coglie solo in un’accezione limitata l’ampiezza della sfida posta dinanzi a noi.
3. La prospettiva, profondamente diversa, cui chiama papa Francesco è invece efficacemente espressa da quell’espressione potentemente vitale, trasformativa che è appunto l’ecologia integrale (cap. IV). Se ecologia richiama la dimensione della casa, evocando al contempo la madre delle scienze ambientali, importante è la qualificazione tramite l’aggettivo integrale.
Esso non designa peraltro una nuova, diversa, scienza: è piuttosto uno sguardo, per raccordare dati di saperi diversi e per praticare un attento discernimento orientato alla prassi. È un orecchio, capace di ascoltare assieme il grido della terra ed il grido dei poveri e di farlo in tutte quelle situazioni concrete in cui essi risuonano (si pensi ai tanti migranti ambientali che vengono alle nostre terre).
È – uscendo dal gioco delle metafore – un’attenzione per la complessità che non contrappone l’umano ed il naturale, ma piuttosto li integra, in una sintesi articolata, che pure non cancella certo le differenze ontologiche, antropologiche ed etiche. O, in modo più esplicito, è una prospettiva che orienta a comprenderci entro una relazionalità estesa: non si tratta solo di cogliere il volto dell’altro, ma anche di percepirne il riflesso entro ed attraverso tutti quei legami sociali, economici, culturali, ecologici che fanno di noi ciò che siamo.
D’altra parte LS è un’Enciclica fatta per attivare processi condivisi (EG n. 222, ripresa in LS n. 188) di cura della terra, nella ricerca – in dialogo (cap. V) – di soluzioni sostenibili nei diversi ambiti e proprio in tale direzione orienta anche la categoria di ecologia integrale.
Essa sottolinea allora che non si dà giustizia sociale senza eco-giustizia (e viceversa); che non si dà rilancio e rinnovamento dell’economia e rivisitazione del sociale senza un’attenta integrazione con la dimensione ambientale; che l’attivazione di specifiche pratiche localizzate va finalizzata ad un profondo e pervasivo rinnovamento degli stili di vita. img166
“L’amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, è anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore” (n. 231).
Ho parlato di pratiche: sono proprio i capitoli finali della LS ad evidenziarne l’orientamento importante alla generazione di pratiche ed è su questa dimensione che si soffermeranno gli interventi del nostro Seminario, in alcuni ambiti strategici, che la stessa Enciclica affronta ampiamente. Parleremo di pratiche da attivare, ma anche di alcune primizie, di buone pratiche promettenti in cui già si manifesta l’efficacia generatrice di LS. Di esse coglieremo, dunque, la valenza etico-ecologico-sociale, ma anche il forte valore manifestativo: nelle pratiche le persone e le comunità esprimono i valori che le muovono.
La stessa verità biblica, del resto, è una verità da confessare, ma anche da fare, nelle concretezza di opere che corrispondano al dono del Dio misericordioso; l’ortodossia è chiamata a trovare espressione in un’ortoprassi anche nella cura della casa comune. Spunti importanti in tal senso sono stati offerti da papa Francesco nel messaggio inviato alla chiesa brasiliana lo scorso 15 febbraio in occasione della campagna di fraternità 2017: “L’obiettivo della Campagna della Fraternità di quest’anno, ispirato a un passo del Libro della Genesi (cfr. 2, 15), è custodire il creato, in modo particolare gli ecosistemi brasiliani, doni di Dio, e promuovere rapporti fraterni con la vita e la cultura dei popoli, alla luce del Vangelo.
Poiché «non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone» (Laudato si’, n. 43), questa Campagna invita a contemplare, ammirare, essere grati e rispettare la diversità naturale che si manifesta nei diversi ecosistemi del Brasile — un vero dono di Dio — attraverso la promozione di rapporti che rispettino la vita e la cultura dei popoli che in essi vivono. È proprio questa una delle sfide più grandi in ogni parte della terra, anche perché il degrado dell’ambiente è sempre accompagnato da ingiustizie sociali”.
Tale riferimento all’attenzione di Francesco per la Chiesa brasiliana invita anche noi a quel senso di concretezza, cui rispondono anche le pratiche di ecologia integrale che interessano la nostra realtà italiana e che verranno, in particolare, declinate in quattro aree:
a. clima (particolarmente centrale nel cap. I), quasi un orizzonte entro il quale è chiamata a muoversi oggi l’intera riflessione sul sociale e sul civile;
b. energia, snodo chiave per ogni possibile forma di sviluppo, snodo critico per un’economia 4.0; in questo seminario essa viene esaminata sotto il profilo del green building, ad evidenziare come si tratti di una sfida che interessa in modo determinante anche le comunità ecclesiali;
c. terra – qui intesa nella forma specifica a cui ad essa si rapporta il mondo agricolo, in prima linea per viverla come realtà da coltivare e custodire;
d. pastorale e spiritualità: anche qui si tratta di coltivare e custodire, ma qui ciò che va valorizzato è soprattutto una sapienza talvolta dimenticata, facendola rinascere in un contesto diverso.
Non è un certo un elenco esaustivo: altre dimensioni potrebbero essere esplorate, ma solo a partire dalla concretezza di ambiti specifici possiamo pensare di cogliere anche orizzonti più vasti. Questo è un seminario per presentare “pratiche pensate”; storie concrete e aperture di orizzonte a partire da esse; un seminario per scoprire il valore di esperienze vissute, per evidenziare le proposte e gli interrogativi che esse lanciano in un orizzonte vasto, per meditare l’ispirazione di fede che le muove.
4. Si tratta, insomma, di scoprire frutti significativi di una dinamica già in atto e nel farlo di attivare ulteriori energie, ma anche di individuare categorie per un pensiero davvero all’altezza di una sfida.
Come non basta un green washing dell’economia dello scarto, così neppure basta un po’ di maquillage verde per la pastorale sociale; questi seminari sono essenziali a far crescere un orientamento più consapevole ed operativo.
Il teologo australiano Denis Edwards – una delle figure che più efficacemente nel mondo cattolico hanno meditato una teologia attenta alla dimensione ecologica – parla di un’“incarnazione profonda”, a dire dell’esigenza di ri-pensare la stessa cristologia nella sua relazione con l’intera storia della vita sulla terra, tutta assunta dal farsi carne del Verbo.
Mi pare che LS inviti ad un movimento analogo anche per l’essere delle nostre comunità e per la pastorale sociale: se esse si sanno chiamate alla cura per la vita della famiglia umana (categoria centrale almeno a partire da Gaudium et Spes), essa va ormai colta nella sua costitutiva relazione col pianeta terra, casa della vita donataci.