Le elezioni del Parlamento europeo assumono grande importanza per il futuro. Molti, e anche le Chiese europee, si attendono dalle nuove istituzioni comunitarie una svolta nelle politiche economiche e sociali, in grado di ridare slancio allo sviluppo per contrastare la disoccupazione e le crescenti disparità sociali generate dalla crisi economica mondiale, ma altresì da un eccesso di rigore finanziario. Con gravi ripercussioni anche sul piano politico, poichè il malessere sociale congiunto a una marcata disattenzione verso i valori cristiani a fondamento della civiltà europea, ha assecondato la nascita di movimenti politici contrari all’integrazione europea; essa resta invece un bene essenziale non solo per lo sviluppo economico in un mondo globalizzato, ma anche per garantire le condizioni di una pace duratura.      ( n.d.r)

Dichiarazione dei Vescovi della Comece (20 marzo 2014)

europajpegLe elezioni al Parlamento Europeo si svolgeranno il 22-25 maggio 2014. Il loro esito darà forma alla legislatura UE per i prossimi cinque anni e avrà rilevanti implicazioni per coloro che guideranno l’Unione nel corso dei prossimi anni.
È essenziale che i cittadini UE partecipino al processo democratico esprimendo il loro voto il giorno delle elezioni. Più elevata sarà l’affluenza, più forte sarà la nuova legislatura. Il periodo che precede le elezioni offre un’opportunità alla società Europea nel suo insieme di dibattere le questioni socioeconomiche centrali che daranno forma all’Unione negli anni a venire.
Sentiamo come nostro dovere, quali Vescovi della COMECE, di offrire orientamenti all’elettore UE formandone la coscienza, e desideriamo farlo sottolineando le questioni di rilievo, valutandole attraverso il prisma della dottrina sociale Cattolica.
Anche se ci rivolgiamo, in prima istanza, ai cittadini UE Cattolici, ci auguriamo che le nostre raccomandazioni possano essere ascoltate con favore anche da parte di tutti gli uomini e le donne di buona volontà che hanno a cuore il successo del progetto Europeo. Ci auguriamo che la nostra voce venga udita anche da coloro che intendono ricevere un mandato per prestare servizio presso il Parlamento Europeo.
In primo luogo, intendiamo attirare l’attenzione su alcune considerazioni generali:
1. Ciascun cittadino UE ha il diritto e il dovere di esprimere il proprio voto. Molti milioni di giovani cittadini voteranno per la prima volta, alcuni ancora inseriti nel sistema educativo, altri nel mercato del lavoro, ma molti, purtroppo, disoccupati. Incoraggiamo i nostri giovani a fare in modo che la loro voce venga ascoltata, impegnandosi nel dibattito politico e, soprattutto, votando.
2. È importante che coloro che aspirano all’ufficio di parlamentare o che cercano la rielezione al Parlamento Europeo siano coscienti del danno collaterale causato dalla crisi bancaria/economica iniziata nel 2008. Papa Francesco ha attirato l’attenzione pubblica sulla difficile situazione di coloro che sono già poveri e vulnerabili, dei giovani e dei disabili, senza dimenticare coloro che sono stati spinti nella povertà di recente dalla crisi. I numeri dei “nuovi poveri” stanno crescendo ad un ritmo allarmante.
3. Il messaggio Cristiano è un messaggio di speranza. È nostra convinzione che il progetto Europeo sia ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità e anche statinazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare alla ricerca del bene comune. L’esortazione papale Ecclesia in Europa emessa da Papa Giovanni Paolo II nel 2003 è stato un testo di speranza, ed è con ferma convinzione in un futuro migliore che la Chiesa si accosta alla sfida Europea.
4. La temperanza è una delle virtù naturali poste al cuore della spiritualità Cristiana. Una cultura di moderazione deve dare forma all’economia sociale di mercato e alle politiche ambientali. Dobbiamo imparare a vivere con meno, ma allo stesso tempo fare in modo che coloro che si trovano in una condizione di reale povertà ottengano una parte più giusta.

Possiamo altresì indirizzare l’attenzione dei nostri concittadini verso aree specifiche delle politiche UE:
1. È importante che il susseguirsi dei passi nella direzione dell’unità all’interno dell’UE non sacrifichi il principio di sussidiarietà, un pilastro basilare dell’unica famiglia di stati-nazione che costituiscono l’UE, nè comprometta le risalenti tradizioni prevalenti in così tanti tra gli stati membri.
2. Un altro pilastro dell’Unione ma anche un principio posto alla base della dottrina sociale Cattolica è quello di solidarietà. Occorre fare in modo che esso guidi le politiche ad ogni livello all’interno dell’UE, tra le nazioni, le regioni e i gruppi della popolazione. Dobbiamo costruire un mondo differente, con la solidarietà al suo cuore.
3. È essenziale ricordare che tutte le aree delle politiche socio-economiche sono sorrette da una visione dell’uomo radicata in un profondo rispetto della dignità umana. La vita umana deve essere protetta dal momento del concepimento fino a quello della morte naturale. La famiglia, quale elemento costruttivo fondamentale della società, deve anch’essa godere della protezione di cui necessita.
4. L’Europa è un continente in movimento e l’immigrazione – interna e dall’esterno – ha un impatto sulla vita dell’individuo e della società. L’UE ha una frontiera esterna comune. La responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo deve essere condivisa in maniera proporzionata dagli stati membri. È vitale che il trattamento dei migranti al punto d’accesso al territorio sia umano, che i loro diritti umani vengano scrupolosamente rispettati, e che di conseguenza ogni sforzo venga compiuto, anche da parte delle Chiese, per assicurare un’integrazione efficace nelle società riceventi all’interno dell’UE.
5. Siamo responsabili per la creazione e dobbiamo approfondire la nostra determinazione a rispettare e raggiungere obiettivi di emissione di CO2, promuovere una visione internazionale in tema di cambiamento climatico, impegnarci ad un approccio più verde e insistere sul fatto che la sostenibilità è un elemento fondamentale di qualsiasi politica di crescita o sviluppo.
6. La libertà religiosa è una caratteristica fondamentale di una società tollerante e aperta. Tale libertà include il diritto di manifestare le proprie convinzioni in pubblico. Accogliamo con favore le linee guida UE sulla promozione e la protezione della libertà di religione e credo e ci auguriamo che il nuovo Parlamento Europeo intensificherà il proprio lavoro su questa importante materia.
7. Supportiamo tutte le misure volte a proteggere il giorno di riposo settimanale comunemente condiviso, che è la Domenica.
8. Nel corso dei prossimi cinque anni il cambiamento demografico avrà un impatto più profondo sulla vita dell’UE. Invochiamo a nome dei nostri cittadini anziani il livello e la qualità delle cure alle quali essi hanno diritto, ma invocheremmo anche politiche che creino nuove opportunità per i giovani.

L’Unione Europea è a un punto di svolta. La crisi economica, provocata dal collasso bancario del 2008, ha messo alla prova le relazioni tra gli stati membri, ha messo in discussione il principio fondante della solidarietà all’interno dell’Unione, e ha portato con sé un incremento della povertà per un grande numero di cittadini, oltre ad aver compromesso le future prospettive di molti tra i nostri giovani. La situazione è drammatica, per molti addirittura tragica.
Noi, Vescovi Cattolici, chiederemmo che il progetto Europeo non venga messo a rischio o abbandonato sotto le attuali costrizioni. È essenziale che tutti noi – politici, candidati all’ufficio di parlamentare, tutti i soggetti interessati – contribuiamo in maniera costruttiva a plasmare il futuro dell’Europa. Abbiamo troppo da perdere da un eventuale deragliamento del progetto Europeo.
È essenziale che tutti noi cittadini Europei ci rechiamo ai seggi elettorali il 22 – 25 maggio. Noi Vescovi raccomanderemmo che il voto venga espresso in risposta alle sollecitazioni di una coscienza informata.