risurjpegLa Pasqua viene a noi, come un miracolo che ogni anno si rinnova per ridestare la gioia della vita e la nostra speranza. Per noi risuonano le parole del profeta Zaccaria: “ Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso!” (Zc 9,9). Per accogliere in noi la festa e la gioia della Pasqua abbiamo bisogno di aprirci al messaggio, al senso dei fatti operati dal Signore e a noi raccontati in uno stile semplice e oggettivo e vedere in essi l’Amore sconfinato di Gesù per tutti noi.
La Pasqua di Gesù è un punto di arrivo e di convergenza delle promesse fatte da Dio al Popolo eletto ed è anche la pienezza dei simboli dell’Antico Testamento. La Pasqua affonda le sue radici in tutta la storia di salvezza e risale agli inizi della vita dell’uomo. Con Adamo che dà fiducia al serpente, l’uomo si consegna al potere della morte e l’amore fedele di Dio per salvarlo deve combattere con la morte, deve strapparlo alla morte per ridare a lui la dignità di immagine e similitudine di Dio.
Nella Pasqua degli Ebrei si manifesta in modo evidente questa tenace volontà di Dio: nei giorni prima dell’uscita dall’Egitto, il sangue dell’agnello segnava l’architrave e gli stipiti delle porte dove abitavano gli Ebrei e questo sangue salva il Popolo di Dio dalla distruzione: “Il Signore passerà per colpire l’Egitto, vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti; allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire” (Es 12,23).
Come dirà Giovanni Battista, Gesù è il vero agnello che con il suo sangue consacra le case dei fedeli e protegge la loro vita.
Nell’uscita dall’Egitto, dalla schiavitù del potente faraone che aveva ridotto in schiavitù l’esistenza degli Ebrei rendendola invivibile, a nome di Dio, Mosè dice: “Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi” (Es 14,13). E il mare si aprì e gli Ebrei passarono sull’asciutto e voltandosi indietro videro il potente esercito egiziano che montava feroci carri da guerra, travolto dalle acque e allora Israele, vedendosi scampato da un pericolo mortale, sentendosi insperatamente vivo, libero, nel ritmo di una danza, cantò “Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza” (Es 15,2).
Le promesse di vita fatte tramite i profeti sono tantissime. C’è una parola del profeta Ezechiele che sembra particolarmente significativa : “Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio…vi farò riposare nella vostra terra” (Ez 37,12-14). Dio è più grande delle forze della morte che a volte ci precipitano nelle fosse, tentano di distruggere la nostra vita.
Anche oggi, mentre intorno a noi sono in grande movimento forze che promuovono la morte, la distruzione, la umiliazione, la schiavitù della persona umana, Dio in Gesù celebra la Pasqua che è la vittoria sulla morte, alzando in alto la nostra dignità, la nostra vita. Egli è veramente “ Il Signore, amante della vita” (Sap 11,27). E il motivo è evidente, rivelato da Gesù stesso: l’Amore gratuito di Dio per la nostra vita.
Nella notte della Pasqua, “O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi”, l’amore di Dio per la nostra vita, si manifesta in tutto il suo splendore in Gesù Cristo. In questa notte Cristo, ha ingaggiato la lotta con la morte e l’ha sconfitta: “ Morte e vita sisono affrontate in un prodigioso duello. Il signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa” ridonando a noi la libertà e la vita.
Gesù, portando in sè i segni della morte, risorge come signore della vita. Vedendo il suo sangue sulle nostre fronti e sulle nostre labbra, la morte passa oltre e non può toccarci. “Tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo, facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso, perché fossero immagine del futuro popolo dei battezzati”: il potere dei nostri faraoni non ci schiaccerà e anche se il peccato ci precipita in una fossa, lì il Signore verrà a darci vita.
La cosa strabiliante è che Cristo ha sconfitto non solo la sua morte ma anche la nostra morte, la morte di tutta l’umanità. “Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita” (Rm 5,18). Come Cristo è entrato nella morte e lì ha sconfitto la morte, così anche noi possiamo entrare nella morte con Cristo e lì avere la vita, la risurrezione. Questo è quel che avviene nel Battesimo: “ Per mezzo del Battesimo siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinchè, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della Gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,4).
La Resurrezione di Gesù non solo ci raggiungerà nell’altra vita, ma fin d’ora, mediante l’opera dello Spirito, trasforma la nostra vita, rendendoci figli di Dio, fratelli di Gesù Cristo e fratelli di ogni uomo, liberi dalle schiavitù che hanno la radice nell’uomo vecchio, nell’uomo corrotto. E se anche la nostra debolezza, il nostro egoismo, ci avesse trascinato in un burrone, in una tomba, anche lì potrà raggiungerci la potente resurrezione di Gesù, frutto dell’Amore senza limiti del Signore della nostra vita.
La resurrezione di Gesù ha inaugurato il Regno di Dio nella storia. Come dice Papa Francesco: “Il Regno di Dio è presente nel mondo, viene di nuovo, combatte per fiorire nuovamente. La resurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la resurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva!” (EG, 278).

p. Lorenzo Di Giuseppe