C’è un tema che andrebbe sbattuto in prima pagina tutti i giorni: quello delle diseguaglianze. Ho letto in queste ore con calma l’ultimo rapporto su ricchi e poveri e sulla ridistribuzione della ricchezza, pubblicato il 16 gennaio scorso in occasione dell’apertura dei lavori del “World Economic Forum 2023” di Davos. Ebbene, sentite un po’ cosa ho trovato.
Nel biennio segnato dalla pandemia, l’1% della popolazione mondiale più ricco ha accresciuto il proprio patrimonio di 26mila miliardi di dollari. Tradotto in termini percentuali, significa che questi signori si sono pappati il 63% dell’incremento complessivo della ricchezza globale, pari a 42mila miliardi di dollari; mentre il restante 99% della popolazione mondiale si è spartito il 37% della torta riferita a tale incremento… cioè le briciole. In altre parole, l’1% più ricco del mondo si è messo in tasca quasi il doppio dell’incremento della ricchezza netta globale rispetto alla quota andata al restante 99% della popolazione mondiale.
Ma non è tutto qui: negli ultimi tre anni le fortune dei più ricchi sono aumentate in media di 2,7 miliardi al giorno. Un dato che arriva al culmine di un decennio che ha visto raddoppiare sia il numero dei miliardari, sia i loro patrimoni. Nel frattempo, a rischiare la bancarotta sono interi paesi, i più poveri i quali per rimborsare i loro debiti spendono il quadruplo di quello che investono in sanità. Alla prova dei fatti queste diseguaglianze generano pene indicibili ai ceti meno abbienti del pianeta e sono peggio della bomba atomica, delle guerre e del terrorismo. Siamo di fronte ad un crimine contro l’umanità che non può essere sottaciuto. Ha dunque ragione papa Francesco quando dice che l’economia mondiale, così com’è, uccide!

Giulio Albanesi

Il Cantico
ISSN 1974-2339
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