Convegno “La via della misericordia”- Roma 30 aprile-1 maggio 2016

Relazione di S.EM. Card. Velasio De Paolis

Connessione tra misericordia e conversione
velasioLa misericordia e la conversione si richiamano a vicenda. Il discorso sulla misericordia direttamente è un discorso su Dio, sul suo amore misericordioso verso l’uomo peccatore; il discorso sulla conversione direttamente riguarda l’uomo che ritorna a Dio. Se non ci fosse l’uomo peccatore, il discorso su Dio finirebbe per essere un discorso sul suo amore; se non ci fosse la misericordia il discorso sulla conversione sarebbe impossibile, perché l’uomo non avrebbe nessuna possibilità di ritornare a Dio.
La misericordia esprime l’amore perdonante di Dio, che vuole riportare l’uomo alla sua comunione e alla sua pace. Il discorso sulla misericordia si pone dopo il peccato dell’uomo, che è venuto meno al progetto di Dio e ha perso il suo rapporto con Dio. Il peccato ha ferito il progetto creatore di Dio. La storia che segue al peccato è il tempo della misericordia di Dio, che vuole salvare l’uomo; è il tempo della storia della salvezza; è il tempo in cui Dio interviene nella storia per salvare l’uomo; è il tempo della misericordia, del perdono da parte di Dio, e del ritorno a Dio da parte dell’uomo. In tal modo misericordia di Dio e salvezza dell’uomo vanno insieme. Nella sua misericordia, Dio va in cerca dell’uomo; lo risana; lo ricrea. Dio salva l’uomo, riportandolo nella sua casa, attraverso l’opera di una nuova creazione, e dando origine ad un uomo nuovo, che ritorna ad essere immagine di Dio, uomo nuovo, nella giustizia e nella santità.

La nostra vita come ascolto e risposta al dono di Dio
La storia della salvezza non è pertanto semplicemente la storia di Dio; ma la storia di Dio e dell’uomo. La storia di Dio, che nella sua misericordia ricrea gratuitamente l’uomo (giustificazione gratuita, non mediante le opere) e lo rende capace di rispondere al suo amore perdonante e di salvarsi: compiere le opere di Dio mediante l’amore, il dono dello Spirito Santo.
L’amore misericordioso di Dio non solo perdona l’uomo peccatore, ma ricrea nell’uomo la capacità di rispondere a Dio, convertirsi a Lui e vivere in obbedienza al suo disegno di amore.incontro alle radici della fede
La vita è un dono; essa viene vissuta sotto la responsabilità personale. Primo compito che abbiamo è quello di ascoltare e rispondere. La storia della salvezza ci parla di Adamo, come capostipite dell’umanità. Ogni uomo è debitore del peccato originale al progenitore; ma ognuno è poi responsabile delle proprie azioni (peccati personali).
Analogamente, la Sacra Scrittura ci parla dell’uomo nuovo, Gesù Cristo, primogenito di una nuova creazione, di una nuova umanità; ogni uomo viene giustificato per dono gratuito del Signore (giustificazione per grazia e per fede); dà la sua risposta a Dio nel compiere la volontà divina nell’amore (salvezza).
Qui creavit te, sini te, non salvabit te sine te (Chi ha creato te, senza di te, non ti salverà senza di te).

Le tappe della storia della Salvezza
La storia della salvezza si svolge pertanto nel dialogo tra Dio e l’uomo; tra la misericordia di Dio e l’uomo peccatore che ritorna a Dio. Noi vogliamo percorrere tale cammino, le cui tappe sono le seguenti: 1) L’uomo secondo il progetto di Dio; 2) la situazione dell’uomo peccatore; 3) l’intervento di Dio nella storia, per rinnovare l’uomo, in Gesù.
L’uomo è creato ad immagine di Dio a gloria di Dio e per la felicità. L’uomo è al vertice della creazione. L’uomo deve riconoscere il primato di Dio; non deve mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Il progetto di Dio è compromesso dall’uomo con il suo peccato; l’uomo peccatore è destinato alla morte. Non è capace di obbedire a Dio e di riparare il danno compiuto. Un essere infelice, destinato a soffrire e a morire.
La promessa di Dio di non abbandonare l’uomo. La maledizione del serpente: porrò inimicizia tra te (il serpente) e la donna; tra la tua discendenza e la discendenza di lei. Ed essa ti schiaccerà il capo. La promessa di Dio di non distruggere l’uomo: il diluvio e la promessa fatta a Noè.
La vocazione di Abramo e il popolo eletto; la liberazione dalla schiavitù egiziana; l’alleanza tra Dio e l’uomo; la promessa del Salvatore e Messia; la riflessione profetica e l’attesa del Salvatore; l’annuncio di una nuova alleanza; “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, affinché riscattasse quelli che erano sotto la Legge, e noi ricevessimo l’adozione filiale” (Gal 4, 4-5).
La nuova alleanza sigillata da Gesù è una nuova creazione. Adamo è l’uomo vecchio del quale dobbiamo spogliarci, Gesù è l’uomo nuovo del quale dobbiamo rivestirci. Egli è l’immagine alla quale dobbiamo configurarci; il modello che dobbiamo imitare (cfr. Scheda a pag. 13).
Adamo fu il capo di una prima creazione, Cristo è il primo uomo di un’umanità nuova. Egli è entrato nel cammino della morte e ha vinto la morte e il peccato. Dio lo ha risuscitato e in Lui ha riconciliato l’umanità.
Il cristiano diventa figlio di Dio e fratello di Gesù, mediante il dono dello Spirito. Di fatto il cap. 8 della lettera ai Romani è dedicato tutto alla vita nello Spirito “che strappa i cristiani a tutto ciò che è carnale, fa degli uomini i figli diletti del Padre, eredi di Dio e coeredi di Cristo, e fa loro sperare fermamente la gloria celeste e tutto ciò che ad essa prepara, così da renderli più che vincitori, in mezzo a tutte le tribolazioni” (Feuillet).

Tutti rivivremo nel Cristo
A base della fede cristiana è la comune fede nella resurrezione di Gesù. È parte della tradizione apostolica: “Vi ho dunque trasmesso, prima di tutto, ciò che io stesso ricevetti, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, e che fu sepolto, e che risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture, e che apparve a Cefa, e poi ai Dodici” (1Cor 15, 3-5). È il primo credo.

Dobbiamo spogliarci dell’uomo vecchio
velasio 2“Exue me, domine, veterem hominem cum moribus et actibus suis et indue me movum hominem, qui secundum Deum creatus est in iustitia, et sanctitate veritatis” (Preghiera del sacerdote nell’indossare l’amitto).
“Spogliami, Signore, dell’uomo vecchio, con tutte le sue abitudini e azioni e rivestimi dell’uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità”.
Ef 4, 23-24: “Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera”.
Col 3, 10: “Vi siete infatti spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo creatore”.

Dobbiamo rivestirci dell’uomo nuovo
Ef 4, 23-24: “Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera”.
“Quanti siete stati battezzati in Cristo, avete rivestito il Cristo: non c’è né giudeo né greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è uomo e donna: tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Ma se voi appartenete a Cristo, dunque siete progenie di Abramo, eredi secondo la promessa” (Gal 3, 27-29).

L’uomo nuovo al quale dobbiamo configurarci
Rom 8, 28-29): “Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio che sono chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il Primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati; li ha anche glorificati”.
Col 3, 2: “Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio”.

Cristo modello da imitare
Ne risulta una vita ad imitazione di Cristo “Voi dunque, come eletti di Dio, santi e diletti, rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti” (Col. 3,12-15).
In Cristo i cristiani troveranno le realtà del mondo nuovo. Da sottolineare i titoli del cristiano: eletti (il popolo dell’alleanza; i cristiani sono eletti in Cristo), santi (perché resi partecipi della vita divina in Cristo, il santo di Dio); diletti, come Gesù il diletto di Dio.
La sintesi potrebbe essere Ef 5, 1-2: “Siate imitatori di Dio, come figlioli diletti, e seguite la via dell’amore, a esempio di Cristo che vi ha chiamati, e per noi ha dato se stesso”. Imitare Dio significa imitare il Verbo incarnato.
Nel paradiso, il primo uomo viveva nella pace con Dio; ora San Paolo può augurare ai credenti: “Che la pace di Cristo regni nei vostri cuori” (Col 3, 15).

Cristo, l’uomo nuovo (GS, 22)
In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo.
Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro (Rm 5,14) e cioè di Cristo Signore.
Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione.
Nessuna meraviglia, quindi, che tutte le verità su esposte in lui trovino la loro sorgente e tocchino il loro vertice. Egli è «l’immagine dell’invisibile Iddio» (Col 1,15) è l’uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del peccato.
Poiché in lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata per ciò stesso essa è stata anche in noi innalzata a una dignità sublime.
Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo.
Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato.
Agnello innocente, col suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita; in lui Dio ci ha riconciliato con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù del diavolo e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l’Apostolo: il Figlio di Dio «mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me» (Gal 2,20). Soffrendo per noi non ci ha dato semplicemente l’esempio perché seguiamo le sue orme ma ci ha anche aperta la strada: se la seguiamo, la vita e la morte vengono santificate e acquistano nuovo significato.Cantico maggio 2016 online (2)
Il cristiano poi, reso conforme all’immagine del Figlio che è il primogenito tra molti fratelli riceve «le primizie dello Spirito» (Rm 8,23) per cui diventa capace di adempiere la legge nuova dell’amore.
In virtù di questo Spirito, che è il «pegno della eredità » (Ef 1,14), tutto l’uomo viene interiormente rinnovato, nell’attesa della «redenzione del corpo» (Rm 8,23): «Se in voi dimora lo Spirito di colui che risuscitò Gesù da morte, Egli che ha risuscitato Gesù Cristo da morte darà vita anche ai vostri corpi mortali, mediante il suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,11).
Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma, associato al mistero pasquale, diventando conforme al Cristo nella morte, così anche andrà incontro alla risurrezione fortificato dalla speranza.
E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale.
Tale e così grande è il mistero dell’uomo, questo mistero che la Rivelazione cristiana fa brillare agli occhi dei credenti. Per Cristo e in Cristo riceve luce quell’enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo Vangelo ci opprime. Con la sua morte egli ha distrutto la morte, con la sua risurrezione ci ha fatto dono della vita, perché anche noi, diventando figli col Figlio, possiamo pregare esclamando nello Spirito: Abba, Padre!

Se uno è in Cristo,egli è nuova creatura

Cristo è l’uomo nuovo
rupnikEf, 14-15: “Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace”.
Rm 5, 12. 15. 18-19: “Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… Ma il dono di grazia non è come la caduta; se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini… Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà la vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti”.

Adamo fu il capo di una prima creazione, Cristo è il primo uomo di un’umanità nuova. Egli è entrato nel cammino della morte e ha vinto la morte e il peccato. Dio lo ha risuscitato e in Lui ha riconciliato l’umanità.
1Cor 15, 20-22: “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la resurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo”.

Cristo immagine perfetta del Padre, è spirito datore di vita
Col 1, 15-20:“Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principi e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui: egli è anche il capo del corpo, cioè la Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni potenza, e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.
1Cor 15, 45-49: “Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste”.

Il cristiano è una nuova creatura Gal 6,15; “Se uno è in Cristo, egli è nuova creatura”:
2Cor 5, 17: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, affinché riscattasse quelli che erano sotto la Legge, e noi ricevessimo l’adozione filiale” (Gal 4, 4-5).
Gal 6, 14-16: “Quanto a me invece non ci sarà altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura”.
Gal 5, 5-6): “Quanto a noi, sotto l’influsso dello Spirito attendiamo dalla fede i beni che spera la giustizia. Per vero in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l’incirconcisione, ma la fede che opera mediante la carità”.
1Cor 5, 12-13: “Infatti l’amore di Cristo ci sprona al pensiero che uno morì per tutti, e quindi tutti morirono, e che morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che per essi morì e risuscitò.
Noi quindi ormai non conosciamo più alcuno secondo la carne; e se pur abbiamo secondo la carne conosciuto Cristo, ora però non lo conosciamo così. Quindi se uno è in Cristo egli è una nuova creatura, e le vecchie cose sono passate; ecco ne sono sorte delle nuove. Ma tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con se stesso per mezzo di Cristo, e a noi ha dato il ministero della riconciliazione. Dio infatti stava in Cristo riconciliando con sé il mondo, non imputando agli uomini i loro peccati…”
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2Cor 5, 15,21: “Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato… Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio”.
Gal 3, 26-27: “Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo”.

Scheda a cura di S.Em. Card. De Paolis
(Parte integrante della sua relazione)