Nella Carta di Milano non compare nessun accenno al problema della speculazione finanziaria sui beni alimentari. Dalla città di Expo, la cui sfida è “Nutrire il pianeta” ci si aspettava qualcosa di più. Degli impegni concreti per far sì che il diritto al cibo venga prima della finanza senza regole, che con gli strumenti finanziari derivati e i “futures” continua a scommettere sull’andamento dei prezzi dei beni alimentari per fare profitto senza curarsi delle conseguenze.
Per questo la campagna “Sulla fame non si specula” ha deciso di lanciare una petizione rivolta al Governo italiano, per chiedere che prenda posizione sul tema della finanza e per far sì che da Expo parta il messaggio della necessità di creare un quadro normativo sugli strumenti finanziari che tuteli il cibo dalla speculazione senza regole. C’è già in atto un tentativo in questo senso: il Parlamento europeo ha approvato una direttiva per la regolamentazione degli strumenti finanziari derivati che nel 2016 l’Italia dovrà recepire.
A fare la differenza puoi essere anche tu! Non è vero che siamo impotenti davanti a meccanismi più grandi di noi! La voce della società civile conta, facciamola sentire.

ciboL’Expo 2015 è dedicato al tema «Nutrire il Pianeta, energia per la vita» e per trasformare questo impegno in realtà chiede ai capi di Stato e di governo e a tutti i visitatori dell’Esposizione universale di firmare un documento politico chiamato la Carta di Milano.
Se i principi generali di questo testo sono ampiamente condivisibili, c’è una lacuna che rischia di lasciare tutto nel dominio delle buone intenzioni: nel testo non c’è alcun riferimento al ruolo che anche i mercati e la finanza sono chiamati a svolgere se davvero si vuole cancellare lo scandalo di oltre 800 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame.
Tutto questo mentre:
– Ogni secondo nel Sud del mondo viene acquistata da capitali stranieri un’area di terra pari a un campo di calcio (50 milioni di ettari dal 2000 a oggi)
– Chiunque da un qualsiasi computer può acquistare titoli finanziari derivati legati all’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli, «scommettendo» su un guadagno facile a breve termine in caso di rialzi dei prezzi provocati da carestie o catastrofi naturali in determinate parti del mondo.
Sono due temi sui quali da tempo la società civile chiede alla politica di impegnarsi per definire delle norme che tutelino i poveri in un mercato che
– come la crisi alimentare del 2007/2008 ha dimostrato – non è in grado di regolarsi da solo. Ed è grave che in un’occasione come Expo2015 – che vede convergere a Milano tutto il mondo per discutere sul tema dell’alimentazione – non venga pronunciata una parola chiara in proposito.
Per questo motivo chiediamo al Governo italiano e a Expo2015 di aggiungere nella sezione degli Impegni della Carta di Milano – nel paragrafo introdotto dall’espressione «Quindi noi, donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscrivendo questa Carta di Milano, chiediamo con forza a governi, istituzioni e organizzazioni internazionali di impegnarsi a…» – le seguenti frasi:
– definire un quadro internazionale e nazionale di regole che fermino la speculazione finanziaria legata alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime agricole
– riconoscere gli effetti negativi della pratica del land grabbing
(l’acquisto su larga scala di aree agricole da parte di capitali stranieri nei Paesi dove la fame è più diffusa) e inserire clausole di salvaguardia dei diritti umani in tutti gli accordi bilaterali che l’UE stipuli e rinnovi coi Paesi terzi, che comprendano il diritto alla terra per le comunità locali.
Per firmare la Petizione:
www.sullafamenonsispecula.org