Don Rodolfo Pizzoli, delegato Vescovile per la pastorale sociale della Arcidiocesi di Trento

famigliajpegRingrazio la Cooperativa Sociale Frate Jacopa e la Fraternità Francescana di Roma per l’invito a questo convegno che desidera celebrare la prima dimensione comunitaria del progetto di Dio che è la famiglia. Desideriamo insieme riflettere sul custodire che è una delle prime e fondamentali vocazioni del progetto della creazione (cf. Gen 2,15). Quanto è prezioso il verbo custodire, quanta serenità esso infonde, quanto senso dona alla nostra vita! Essere custoditi significa non sentirsi soli, scoprire il proprio valore; custodire vuol dire avere una possibilità concreta di dare sapore alla propria vita.
Da diversi anni la Pastorale sociale e la Pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Trento cooperano in spirito di comunione cristiana per il bene delle famiglie. Questa collaborazione ha voluto affrontare prima di tutto i temi del VII incontro mondiale delle famiglie (Milano 28 maggio – 3 giugno 2012) che voleva trattare il rapporto che intercorre tra la vocazione della famiglia, il lavoro e la festa. Abbiamo chiesto a diversi gruppi famiglia di riflettere su alcune questioni cruciali che riguardano il benessere della famiglia. Abbiamo ottenuto risposte da 25 gruppi: essi hanno evidenziato una certa difficoltà a sostenere le famiglie nelle sfide della quotidianità da parte delle comunità cristiane. Le famiglie che si riconoscono nell’ambito di fede cristiana si pongono con aspettative forti rispetto alla società e alla Chiesa e chiedono che queste esigenze di valori siano accolte dalla realtà ecclesiale affinchè siano presenti nelle strategie di costruzione della società.
Un’altra proposta molto importante è la Scuola diocesana per l’educazione alla cittadinanza responsabile. Iniziata nel 2009 a Trento vede ora quattro percorsi nel territorio provinciale. Dai partecipanti emerge l’esigenza di portare quei valori nelle dinamiche della società affinché l’essere umano sia considerato persona.
Non è più possibile, infatti, continuare ad accettare quella società che vede l’essere umano come un numero, un semplice elettore, un cliente, ecc. Il cristiano, nel rispondere alla vocazione di essere luce del mondo e sale della terra (cf Mt 5) ha la missione di portare i valori evangelici nelle realtà del quotidiano per sostenere il riconoscimento della dignità della persona e realizzare una società che sia a misura di questa identità dell’essere umano. Alla nostra scuola partecipano anche amministratori pubblici o di realtà private perché si stanno rendendo conto che non si va da nessuna parte solo con le competenze tecniche e senza qualche idea su valori universali.
La crisi economica ha evidenziato l’emarginazione dei valori che rendono ricca di senso la nostra vita. Essi stanno cercando di trovare chiarezza sul valore della persona umana nella sua visione integrale. La competenza tecnica, professionale non è ritenuta più sufficiente di fronte alla complessità delle problematiche umane che ormai investono anche gli amministratori; essi si stanno rendendo conto che oggi il servizio amministrativo non si può esprimere solo nel funzionamento tecnico di una comunità, ma anche nell’elaborare e realizzare politiche familiari, giovanili e sociali in genere che propongano un coinvolgimento delle persone e delle famiglie come soggetti all’interno di un rinnovato e ricostruito senso di comunità. Auguro alla Cooperativa Frate Jacopa un buon lavoro ed una testimonianza cristiana nel mondo del lavoro.